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di Sara Michelucci

Sarà per le notizie sui frequenti sbarchi dei clandestini o per i vari casi di cronaca che mettono in evidenza l’emersione di un odio razziale forte, di una paura dello straniero che affonda le radici nei movimenti estremisti, ma molti registi puntano ultimamente sul tema dell’immigrazione. Lo fa anche Aki Kaurismäki con il nuovo lavoro Miracolo a le Havre.

La storia è quella di un ex scrittore, Marcel Marx, che decide di cambiare vita e si trasferisce in esilio nella città portuale di Le Havre, dove intraprende la professione di lustrascarpe. Marcel è un bohemien e questo lavoro crea in lui una sensazione di vicinanza agli altri. Vive una vita piuttosto tranquilla con la moglie Arletty, ma presto le cose si trasformeranno. Il cambiamento è rappresentato dall’arrivo di un bambino immigrato proveniente dall’Africa nera.

Il regista finlandese riesce a dare profondità a questi personaggi, materialmente poveri, ma ricchi nello spirito, che metteranno a confronto le loro vite e riusciranno ad aprire un varco per la messa in campo di emozioni comuni.

Arletty si ammalerà gravemente e Marcel si troverà ad affrontare la paura della perdita, del distacco, della lontananza dalla persona amata. Tutte cose che il piccolo profugo ha già provato sulla sua pelle. Lasciare il proprio paese, allontanarsi dalla propria terra, dalla propria gente, trovarsi in un paese nuovo, con lingua e cultura differenti e per di più non essere accolti bene, rappresentano delle lacerazioni profonde.

La Francia ancora una volta diventa terreno di ambientazione per un film che parla di immigrazione. Forse perché è la nazione della rivolta delle banlieue, che ha messo ben in luce la difficoltà d’integrazione degli immigrati, come sta avvenendo d’altronde anche in Italia, con l’ultimo grave caso di Firenze o quelli di Rosarno e Roma.

Non si può non ricordare, allora, un bel film come Welcome, di Philippe Lioret, storia del giovane iracheno Bilal che ha attraversato l’Europa da clandestino nella speranza di raggiungere la sua ragazza, da poco emigrata in Gran Bretagna. Arriva in Francia e diventa amico di Simon, un istruttore di nuoto con cui inizia ad allenarsi per un obiettivo apparentemente irrealizzabile: attraversare la Manica a nuoto per riabbracciare la propria ragazza.

Anche qui la speranza di cambiare le cose, di trasformare la propria condizione, ma anche di ricongiungersi con se stessi sono elementi ben presenti che muovono il racconto conducendolo in una zona “alta”, che muove le coscienze. Almeno è quello che ci si augura.

Miracolo a le Havre (Germania, Francia, Finlandia 2011)
regia: Aki Kaurismäki
sceneggiatura: Aki Kaurismäki
attori: André Wilms, Kati Outinen, Jean-Pierre Darroussin, Elina Salo, Evelyne Didi, Quoc Dung Nguyen
fotografia: Timo Salminen
montaggio: Timo Linnasalo
produzione: Pandora Filmproduktion, Pyramide Productions, Sputnik
distribuzione: BIM Distribuzione