Un film forte e deciso, anche se con alcune sbavature, che parla di donne e parla alle donne. Ma non solo. Il Vizio della speranza, firmato da Edoardo De Angelis, mette al centro uno spaccato d'Italia che fa male e continua a far riflettere. Maria ha un cane e una vita dannata. Ripescata in mare come un rifiuto, è cresciuta marcata da un abuso sessuale che le ha scalfito il volto e privato il ventre della capacità di generare.
Figlia di una madre alienata e braccio destro di una pappona tossicomane, Maria traghetta povere anime sul Volturno, prostitute nigeriane che affittano l'utero per sopravvivere e ingrassare la loro miserabile padrona. Un giorno la fuga di Fatima, che vuole tenere per sé il suo bambino, e la scoperta di una gravidanza inattesa, scuotono Maria dal profondo. Incinta e in fuga, dopo aver ritrovato e liberato Fatima, Maria prende coscienza di un bivio e sceglie il mare, la vita.
Il film, che è stato presentato in anteprima alla tredicesima edizione della Festa del Cinema di Roma, dove ha vinto il premio del pubblico Bnl, mette in contrapposizione maternità e mercificazione del corpo femminile, ponendo degli interrogativi, non sempre chiarissimi.
Vita e morte (non fisica quanto piuttosto morale) scorrono sullo stesso binario e sullo sfondo scorre quella voglia irrefrenabile di cambiare il proprio destino.
Un valore aggiunto è datosicuramente dalle musiche curate da Enzo Avitabile, che spingono il senso stesso della storia verso l'alto.
IL VIZIO DELLA SPERANZA
REGIA: Edoardo De Angelis
PERSONAGGI: Pina Turco, Massimiliano Rossi, Marina Confalone, Cristina Donadio, Odette Gomis
SCENEGGIATURA: Umberto Contarello, Edoardo De Angelis
FOTOGRAFIA: Ferran Paredes
MONTAGGIO: Chiara Griziotti
MUSICHE: Enzo Avitabile
PRODUZIONE: Tramp Limited, O' Groove