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di Mariavittoria Orsolato

La stagione televisiva 2010-2011 si è chiusa ufficialmente il 31 maggio e come ogni anno il medium televisivo si conferma ancora al primo posto nei cuori degli italiani. Resistenti all’incedere inesorabile di Internet e dei suoi contenuti on demand, uomini, donne e bambini della penisola continuano a spendere buona parte del loro tempo libero davanti al teleschermo.

Il tempo dedicato alla televisione è superiore a quello passato a svolgere qualsiasi altra attività, ad eccezione del lavoro e dello studio (ammesso e non concesso che le ore di lavoro siano effettive e che buona parte di chi lavora, lavori anche il sabato e la domenica, e che le ore di studio, siano piene, feriali e festive).

In media la popolazione italiana sopra i quattro anni, circa 58 milioni di persone, dedica alla tv 289 minuti al giorno, stando al risultato delle elaborazioni sui dati Auditel per il periodo 12 settembre 2010 - 28 maggio 2011. La buona notizia è che non tutti si piazzano davanti ad un televisore acceso: sono 6,8 milioni le persone che ne hanno fatto a meno ed il loro tempo di tv è zero.

Gli stessi dati Auditel sulla stagione televisiva appena conclusa portano anche una cattiva notizia, rendendo un quadro impietoso della televisione generalista. Soprattutto per quanto riguarda le ammiraglie di Mediaset e Rai. Nel periodo che va dal 12 settembre 2010 al 28 maggio 2011, i numeri elaborati dallo Studio Frasi e riportati dal Sole 24 Ore mostrano come Rai 1 abbia perso oltre un punto di share mentre il portabandiera del Biscione lascia sul terreno ben 114.000 spettatori, scendendo sotto i due milioni di telespettatori usuali e cedendo ben due punti di share.

Questa fuga in massa dalla tv analogica va, com’era prevedibile, tutta a favore dei nuovi canali proposti dal digitale terrestre. Il successo di Rai4 e Iris ma anche di Boing - il canale per bambini della piattaforma Mediaset - dimostra che la disaffezione riguarda soprattutto la “vecchia formula” generalista e che gli italiani, se hanno facoltà di decidere, preferiscono guardare canali tematici. Sintomo di questa nuova tendenza il boom di Real Time - rete che fa capo a Discovery Italia e che è stato trasferito dalla piattaforma Sky a quella del digitale terrestre - che in meno di 10 mesi è riuscito a guadagnare la bellezza di 50.000 nuovi telespettatori.

Con la moltiplicazione di canali e piattaforma la “coperta” degli ascolti si è accorciata in modo esponenziale e a farne le spese sono stati dunque soprattutto Canale 5 e Rai 1. Ma anche per gli altri canali cosiddetti “analogici” le cose non vanno meglio. Rai 2 registra un -0,7% di share complessiva, mentre Italia 1, il canale “giovane” targato Mediaset, perde 54.000 spettatori scivolando al quinto posto tra le reti con più sintonizzazioni. Gli unici segni più rintracciabili nella classifica stilata dall’Auditel riguardano Rai 3 - che guadagna 76.000 spettatori - e La 7 che, complice sicuramente “l’effetto Mentana”, si accaparra ben 80.000 nuovi ascoltatori.

Che questo sia un segno dell’incipiente sgretolamento del berlusconismo potrebbe non essere solo un’opinione. Stanchi delle banalità e del trash imperante nelle ammiraglie Rai e Mediaset, gli italiani che sono già passati alla piattaforma digitale hanno abbandonato le vecchie reti per le nuove che, con la loro tematizzazione, offrono indubbiamente un range più vasto per l’intrattenimento da divano. Se poi teniamo conto che lo switch off ha interessato finora solo 13 regioni su 20, i dati della disaffezione ai dinosauri di Rai 1 e Canale 5 dovrebbero essere ancora più impietosi.

In questa battaglia a perdere c’è da dire che in ogni caso la tv di Stato continua la sua rimonta sul Biscione: tenendo conto della media degli ascolti, sempre tra settembre e maggio, bisogna arrivare alla 30esima posizione per trovare un contenuto trasmesso da Cologno Monzese. In cima alle preferenze degli italiani c'è ancora il vetusto Festival di Sanremo (11,5 milioni di telespettatori), poi la Formula 1, che con il Gran Premio di Abu Dhabi (10,6 milioni di sintonizzazioni) supera lo sport nazionalpopolare per eccellenza - l’amichevole Italia-Germania si piazza solo al nono posto. C’è poi il successo del commissario Montalbano, che con diversi episodi occupa rispettivamente il terzo, quarto, quinto e sesto posto della top ten.

Insomma, nonostante i continui tentativi di restyling, la televisione generalista sembra perdere definitivamente la partita con le nuove piattaforme. Forse perché in Italia niente è più democratico del telecomando.