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di Cinzia Frassi

Ballarò, Che tempo che fa, Parla con me, Report, tutti programmi promossi dal Consiglio di amministrazione della Rai che ha approvato ieri i palinsesti del prossimo autunno con otto favorevoli e un astenuto, Antonio Verro, consigliere della maggioranza. La decisione arriva dopo settimane di attesa, di polemiche e nel clima attorno alla rottura con Michele Santoro. Dopo l’ultima puntata di giovedì scorso, Annozero lascia spazio al post Santoro, una stagione di svolta. Una trasmissione riuscitissima e con un conduttore che ha praticamente reso inservibile alle altre reti le ore in cui era lui ad andare in onda fin dai tempi di Samarcanda, Il rosso e il nero, Sciuscià, per citarne alcuni.

E’ come un sipario che ad un tratto si apre per mostrare una scena che lascia temere per le sorti del servizio pubblico. La puntata di chiusura di Annozero su Rai2 ha fatto una media di 8 milioni e 380 mila telespettatori. Stiamo parlando del 32% e oltre dello share, che in chiusura è diventato un bel 46%. Sono ascolti che non capitano tutti i giorni, pari solo ad alcuni eventi annuali come Sanremo. La raccolta pubblicitaria di questa storica trasmissione è straordinaria e rinunciarvi non lascia spazio a dubbi circa la volontà di mettere in ginocchio la Rai attraverso il meccanismo dell’epurazione, costi quel che costi. Coprire il buco di Annozero poi, tenendo conto anche delle condizioni difficili dei conti Rai, costa molto.

Che fare?  Secondo Bruno Vespa, intervistato recentemente da Mentana nel Tg di La7, “visto che l'alibi Santoro è caduto, cominci, per favore, caro presidente (Berlusconi ndr), ad autorizzare il legame alla bolletta energetica dei canoni speciali e vedremo come andrà. L'agonia della Rai è un prezzo che non siamo disposti a pagare". Questo l’invito di Vespa in una lettera al cavaliere, che ripropone la ricetta del ministro alle Comunicazioni Paolo Romani per garantire il budget necessario al carrozzone Rai.

La raccolta pubblicitaria, grazie anche alle scelte (non molto) strategiche e l’evasione indisturbata del canone, non offrono motivi per pensare ad un futuro roseo per il servizio pubblico. In una recente conversazione tra il ministro Romani e il neo direttore generale, Lorenza Lei, avrebbero proprio parlato della questione del gettito del canone e della sua imposizione attraverso l’utenza elettrica. Immaginiamoci l’insorgere dei cittadini davanti ad una proposta del genere.

I problemi di canone, i palinsesti imposti e le epurazioni, sembra non siano grane di casa a La7, che dovrebbe essere la prossima casa per il programma targato Santoro. A quanto pare il terzo polo, dopo l’annuncio di un probabile arrivo del conduttore di Annozero, è balzato in borsa con un salto del 17% non appena si è solo ventilata l’ipotesi di un contratto a suo nome: il balzo in borsa sulla Tv di Telecom Media, si è tradotto in un valore pari a 29 milioni di euro. Tanto vale Santoro.

Proprio il direttore del Tg Enrico Mentana, intervistato a “Tutta la città ne parla” su Radiorai 3, ha detto che “pressioni stanno arrivando anche su Telecom, che è il nostro editore, perché è ovvio che scardinare la logica del duopolio è molto di più e molto peggio che intaccare il servizio pubblico. Qui stiamo parlando di colossali aspetti economici e pubblicitari e anche, ovviamente, di controllo dell'informazione".

Stando seduti sulla poltrona del telespettatore, sembra un passaggio piuttosto semplice: dalla Rai a La7. Ma le implicazioni societarie non la fanno così facile. E’ vero che la risoluzione del contratto con Rai non prevede nessun accordo di non concorrenza, dall’altra però l’arrivo di un giornalista con la storia di Michele Santoro, e dello share che può portare con sé, fa gola ad un’emittente che non sembra poter reggere solo con l’effetto trainante del ritorno in Tv di Mentana.

I rumors che si spendono abbondanti in queste ore sono i più vari. Ci sarebbe niente meno che Google ad interessarsi ad una partecipazione in Telecom Italia Media, a dare ascolto ad alcuni commenti a seguito dell’incontro tra Franco Bernabè e l’ex Ceo di Big G Eric Schmidt a St. Moritz in occasione dell’ultima riunione del Bilderberg.

Un'altra ipotesi è l’intervento di De Benedetti, che secondo alcuni potrebbe appunto “scardinare la logica del duopolio” come ha detto Mentana. Il fatto è che Santoro, con tutta la sua ciurma compreso Travaglio, insieme a nomi già consolidati in casa La7 - e certamente in quota alla sinistra come Gad Lerner, Luisella Costamagna, Luca Telese, Enrico Vaime - di certo potrebbe diventare il nuovo pericolo rosso delle notti del cavaliere. A questo proposito, Enrico Mentana ha già espresso grandi perplessità su De Benedetti, visto come un editore che non garantirebbe l’attuale libertà. Una possibilità di espressione senza pressioni che Mentana richiama sempre, in tutte le interviste rilasciate in questi ultimi giorni.

Intanto, in attesa di capire quale sarà lo scenario del prossimo futuro per La7 e Michele Santoro, chi volesse candidarsi, può aiutare mamma Rai a trovare un degno “sostituto” del giornalista di Annozero e capace di raccogliere audience e introiti pubblicitari si faccia avanti. Il cavaliere dispone di risorse assai limitate come Paragone o Belpietro. Roba da 3% di share, se va bene.