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di Mariavittoria Orsolato

Da ormai tre settimane, il giovedì sera dell’informazione rappresenta un vero e proprio dilemma amletico per gli aficionados dell’ex squadra di Annozero: chi seguire tra Michele Santoro e Corrado Formigli? Quanti abbiano provato la tattica della cosiddetta schizofrenia da telecomando - alternare i canali in base alla pubblicità e all’interesse per il contenuto e/o l’ospite di turno - si saranno accorti di come l‘operazione sia umanamente impraticabile.

Perciò è bene provare a fare una banalissima analisi dei pro e contro dei due format informativi; una sorta di “bugiardino” che illustri la posologia, il modo d’assunzione e gli effetti indesiderati della visione dei due must del giovedì sera.

Piazzapulita, creatura del valentissimo ex pupillo di Santoro, è quello che potremmo definire il tradizionale talk-show di approfondimento. Brevi inchieste filmate per scatenare la discussione, ospiti di opposte bandiere in studio e l’immancabile vox populi che ogni settimana propone nuovi motivi per cui appunto sarebbe bene fare piazza pulita. Tolti Vauro e Travaglio, per quanto riguarda il puro format, nulla di nuovo rispetto al fu Annozero.

Servizio Pubblico deve invece molto ai grandi eventi televisivi, nello specifico Raiperunanotte e Tuttinpiedi, che Michele Santoro ha ideato e trasmesso nell’ultimo periodo di ostracismo in Rai. Nessun contraddittorio coatto, pochi e selezionatissimi ospiti, molti giornalisti nel ruolo di “cani da guardia” e le sopravvalutate docu-fiction a sostituire i racconti o le interviste degli inviati.

Anche qui ci sono gli interventi della “gente comune” e s’interagisce con la rete, ma se Santoro ha preferito andare sul sicuro e ha scelto Facebook come social network di feedback, Formigli ha compiuto una scelta molto più coraggiosa affidandosi a Twitter, piattaforma notoriamente molto più critica sia per l’attenzione squisitamente sadica della sua utenza che per la difficoltà interpretativa imposta dai 140 caratteri a disposizione dei post.

Dal punto di vista della narrazione televisiva ci troviamo quindi su due livelli assolutamente differenti. Guardando Piazzapulita si ha la rassicurante impressione di assistere a quella che è la normale prassi di un programma d’informazione: il conduttore modera una discussione, gli ospiti si scambiano le loro opinioni, il collegamento con la piazza per dare un po’ di pepe e di sacrosanta visibilità agli hot topic della settimana.

Scegliendo invece Michele Santoro la visione risulterà più imprevedibile: quanti si sono sintonizzati sul suo programma lo scorso giovedì avranno sicuramente faticato a inquadrare la performance del rapper Marracash e probabilmente avranno cambiato canale alla velocità della luce.

A Servizio Pubblico il discorso che verte sull’oggetto della puntata risulta leggermente fumoso, a tratti pare essere un’accozzaglia di esperienze che, in nome del pluralismo informativo, vengono rimestate nel calderone dell’abile Santoro per dare la giusta legittimità ad una narrazione che vuole e deve essere per forza “contro”.

Proprio su quest’ultimo punto i due ex colleghi, per interposte persone, hanno avviato l’ennesima e strumentalissima faida interna al mondo dell’informazione e a beneficio di audience. Nelle ultime due puntate il giornalista salernitano aveva esplicitamente affermato di aver subito un boicottaggio da parte di alcuni detrattori suoi e del programma: a Trento alcuni ripetitori dell’emittente a cui si appoggia Servizio Pubblico erano stati volutamente manomessi.

In risposta alle illazioni di Santoro, l’ex iena Alessandro Sortino, ora collaboratore del programma di Formigli, aveva pubblicato sul suo profilo Facebook una frase sibillina in cui spiegava come, a suo parere, il vero “attentato” l’aveva subito Piazzapulita grazie all’allarme lanciato su Servizio Pubblico. Come infatti gli inquirenti hanno appurato poco dopo, il boicottaggio ai danni delle antenne trentine è stato messo in atto da un gruppo anarchico che con quest’azione intendeva dimostrare solidarietà con gli arrestati degli scontri dello scorso 15 ottobre e non certo censurare Santoro, il quale però ha provveduto a far querelare Sortino tramite il suo legale Paolo Rizzo. In attesa che la battaglia legale si sviluppi nei suoi risvolti più beceri, tocca agli spettatori e al dio auditel decretare se l’allievo abbia effettivamente superato il maestro o no.