Georgia, gli 'agenti' dell’Occidente

di Mario Lombardo

Il parlamento georgiano ha approvato questa settimana in prima lettura una controversa legge sugli "agenti stranieri", nonostante le proteste dell'opposizione e gli avvertimenti di Bruxelles che la legislazione potrebbe mettere a rischio le ambizioni del paese di aderire all’Unione Europea. La misura, ufficialmente nota come "Legge sulla trasparenza dell'influenza straniera", ha ricevuto...
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La memoria scomoda di Euskadi

di Massimo Angelilli

Il prossimo 21 aprile si svolgeranno le elezioni amministrative nei Paesi Baschi. Ovvero, il rinnovamento del Parlamento Autonomo, incluso il Lehendakari - Governatore che lo presidierà e i 75 deputati che lo integreranno. Il numero delle persone aventi diritto al voto è di circa 1.800.000, tra le province di Vizcaya Guipúzcoa e Álava. Il bacino elettorale più grande è quello biscaglino comprendente Bilbao, mentre la sede del Parlamento si trova a Vitoria-Gasteiz, capitale dell’Álava. Le elezioni regionali in Spagna, come d’altronde in qualsiasi altro paese, non sono mai una questione banale. Men che meno quelle in Euskadi. Si inseriscono in una stagione particolarmente densa di ricorso alle urne, iniziata con l’appuntamento...
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di Tania Careddu

Non sono un peso passivo di cui farsi carico ma soggetti protagonisti. Non sono recettori inattivi di risorse e servizi di welfare. Sono anzi portatori di un contributo concreto e sostanziale alla vita delle famiglie. I longevi sono tra i grandi protagonisti del sistema di cura: quattro milioni e mezzo circa si prendono cura di persone non autosufficienti, oltre sette milioni contribuiscono con i propri soldi all’economia domestica di figli e nipoti, quasi nove milioni si occupano dei piccoli.

Lo fanno abbinando il dovere al buon vivere: poco meno di quattro milioni svolgono attività di volontariato, tre milioni e mezzo circa fanno regolarmente attività fisica, quasi sei milioni frequentano spazi culturali, sei milioni e mezzo sono clienti di ristoranti, circa tre milioni vanno nelle scuole da ballo e nelle balere, più o meno tre milioni viaggiano verso l’estero, sette milioni guidano la macchina, due milioni e settecento mila svolgono un’attività lavorativa in nero, oltre quattrocentosettemila pensano, nel prossimo futuro, di avviare un’attività lavorativa autonoma, e duecentoventicinquemila si preparano, nell’anno che verrà, a cercare lavoro.

Anche in rete: sul portale Kijiji, nel 2013, sono aumentate del 21 per cento, rispetto all'anno precedente, le inserzioni di over sessantacinque in cerca di impiego, anche a tempo parziale. Tanto di cappello. Ma, spesso, fragilità e non autosufficienza hanno una relazione diretta con il tempo che passa. Ancora, le generazioni attuali dei dodici milioni di longevi beneficiano di percorsi previdenziali forti e patrimoni mediamente solidi, fatti di proprietà della prima casa, presidi economici che hanno consentito di affrontare le emergenze assistenziali ad alto costo legate alla non autosufficienza, appunto.

Tra gli ottantenni, però, sta crescendo in modo esponenziale la quota di persone che ha bisogno di supporto. Una situazione davanti alla quale il nostro sistema di stato sociale mostra tutte le sue lacune. Cosicché, oggi, a occuparsi dei longevi non autosufficienti sono le famiglie, attraverso l’assistenza domiciliare privata, magari con il ricorso a una badante. Un modello, questo, certamente funzionale ma che si va incrinando per le difficoltà che stanno coinvolgendo sempre più i budget familiari, tanto che cinquecentosessantuno famiglie, per pagare l’assistenza, hanno dovuto dare fondo a tutti i loro risparmi e, a volte, persino a vendere la propria casa.

Si stima, secondo quanto si legge nel Rapporto "L'eccellenza sostenibile del nuovo welfare", elaborato dal Censis, che le risorse private mobilitate siano ingenti: oltre nove miliardi di euro destinati alle badanti, quasi cinque per il pagamento delle rette per gli oltre duecentocinquantanove mila longevi ospiti delle residenze.

Poi, le risorse pubbliche: sono pari all’1,28 per cento del PIL, circa venti milioni di euro, aumentato di più 0,21 per cento in sei anni. A volte, vivono in case non ottimali per la non autosufficienza. Cioè: due milioni e mezzo vivono in abitazioni non adeguate alle loro condizioni di ridotta mobilità, più di un milione in case addirittura inadeguabili.

E le residenze? Parcheggi per vecchi, per ben duecentomila anziani non autosufficienti. E se vecchio e non autosufficiente, invece, fosse il modello di stato sociale italiano?

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