Assange, le “non garanzie” USA

di Michele Paris

Nelle scorse settimane si erano intensificate le voci di una possibile risoluzione del caso di Julian Assange, con il presidente americano Biden che aveva anche ammesso di valutare la richiesta del governo australiano di lasciare cadere definitivamente le accuse contro il fondatore di WikiLeaks. Per il momento, il governo di Washington sembra essere però deciso a continuare la battaglia per...
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Israele e l’equazione iraniana

di Michele Paris

L’attacco iraniano sul territorio di Israele è stato un evento di portata storica e potenzialmente in grado di cambiare gli equilibri mediorientali nonostante le autorità dello stato ebraico e i governi occidentali stiano facendo di tutto per minimizzarne conseguenze e implicazioni. I danni materiali provocati da missili e droni della Repubblica Islamica sembrano essere stati trascurabili, anche se tutti ancora da verificare in maniera indipendente, ma il successo dell’operazione è senza dubbio da ricercare altrove. La premessa necessaria a qualsiasi commento della vicenda è la legittimità dell’iniziativa di Teheran. Come hanno sostenuto i leader iraniani, la ritorsione è giustificata in base all’articolo 51 della Carta delle...
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di Tania Careddu

Tutti alla ricerca di un’identità. Di migliori e più umane condizioni di vita e di lavoro. Da un’Italia che, da sempre, è terra di saluti e di accoglienza, di ritorni e di addii. Ma, sempre, per i quattro milioni e seicentotrentasei e rotti cittadini italiani residenti all’estero, con la memoria nella valigia, come elemento portante, legame forte del divenire, nella certezza che conoscere la propria storia serva a capire il presente.

Di emigrazione, caratterizzato, nell’ultimo decennio, da una serie di fattori e situazioni nazionali e internazionali che hanno condotto a un profondo cambiamento nelle caratteristiche della mobilità in generale, e di quella del nostro Paese, in particolare.

Affetto da schizofrenia: che, da una parte, si è sempre più confermato quale meta strutturale per tanti immigrati, mentre, dall’altra, in una delle più lunghe recessioni economiche e occupazionali della storia, vede giovani, famiglie e anche anziani, partire. Storicamente dalle regioni del Sud, ma, attualmente, anche dal Nord: pur restando la Sicilia, la prima regione di origine degli italiani all’estero, seguita dalla Campania, dal Lazio e dalla Calabria, il confronto con i dati delle precedenti edizioni del Rapporto Italiani nel mondo, redatto da Migrantes, pone in evidenza una marcata dinamicità delle regioni settentrionali, specialmente della Lombardia e del Veneto.

Verso l’America e l’Europa. Meta preferita dai Millennials, già a partire dagli studi universitari, intesa come luogo di scambio, in cui hanno la possibilità di mettersi alla prova e di spendere le proprie competenze. Sono ‘migranti’ istruiti, i più istruiti dal Secondo dopoguerra a oggi, ma anche i più penalizzati. Bravi ma senza prospettive nel loro Paese natìo.

Nel quale, qualora facesse capolino l’opportunità di una buona e concreta occasione lavorativa, tornerebbero: sono gli Expat. Giovani in movimento della stessa generazione dei Millennials, promotori di innovazione sociale, pronti a frasi apprezzare nelle aziende estere o intenzionati a dare vita a una attività propria. Che vivono l’emigrazione come una possibilità, una carta da spendere. E sebbene la partenza li investa di un bagaglio di nostalgia, resistono e desistono dal tornare a casa.

E cosi vanno a ingrossare le file degli emigrati italiani che hanno contribuito con le loro conoscenze, la loro destrezza, la genialità e il talento a rendere migliori diversi luoghi del mondo. E che, nonostante il momento poco propizio per il Belpaese, sono esempio di dedizione, sacrificio, professionalità e ingegno.

Dai vecchi mestieri che hanno esportato all’estero - tipo il minatore, lo spazzacamino, il barbiere, il viticoltore, il ramaio della Valle del Noce, il vetraio di Altare, il gelatiere, il ristoratore, il suonatore d’arpa o il riquadratore di Sala, fino ad arrivare all’attualissimo calciatore - arriverà un giorno in cui la decisione di partire deriverà totalmente da una scelta e non da un obbligo?

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