Russia, il trionfo di Putin

di Fabrizio Casari

Con una debordante vittoria elettorale di Vladimir Putin, si è conclusa la consultazione elettorale russa. Le operazioni di voto sono durate tre giorni, necessari per coprire il Paese più grande del mondo: un territorio immenso di oltre 17 milioni di chilometri quadrati, 11 fusi orari diversi e 112 milioni di elettori su 146 milioni di abitanti. Il dato che balza immediatamente all’attenzione...
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Ecuador e Argentina: stessa rotta?

di Juan J.Paz-y-Miño Cepeda

L'Argentina è un Paese che ha sempre occupato un posto di rilievo nella storiografia sull'America Latina. È uno Stato con processi di enorme importanza per comprendere il modo in cui il capitalismo si è sviluppato nella regione. Attualmente è al centro dell'attenzione mondiale, perché per la prima volta nella storia è salito alla presidenza un politico libertario anticapitalista, che ha iniziato a imporre le misure che ritiene necessarie per cambiare il corso del Paese e avviarlo verso l'utopia del regno della "libertà" economica. Gli effetti di tale percorso stanno esplodendo di settimana in settimana, tanto che il presidente Javier Milei sta giocando al paradiso dell'impresa privata - perché questo è il contesto storico - a...
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di Tania Careddu

Saranno pure ricchi ma, sul fronte del progresso sociale per i bambini, la maggior parte dei paesi abbienti arreca alcune arretratezze. A nulla vale l’elevato reddito nazionale che, tout court, non garantisce buoni precedenti nella promozione del benessere infantile: riduzione delle disuguaglianze, buona salute e istruzione di qualità, infatti, non dipendono esclusivamente dal livello di ricchezza.

Tradotto: non basta aver ridotto la povertà e le privazioni per aver raggiunto obiettivo di progresso sociale, quali la sostenibilità ambientale, il consumo responsabile e la pace. Entrano in gioco influenze sovranazionali, come l’inquinamento, l’evoluzione dei flussi informativi, l’instabilità e le migrazioni, a mettere alla prova il benessere dei bambini. Cosicché, nei paesi ricchi, un bambino su cinque vive comunque in povertà, uno su otto è vittima di insicurezza alimentare – con un’incidenza in aumento dell’obesità – dipendente, anche, dalla prematura fine dell’allattamento.

E saranno pure diminuiti i tassi di mortalità neonatale, di ubriachezza e di gravidanze precoci ma, stando a quanto riporta il dossier “Costruire il futuro”, redatto dall’Unicef, sono aumentati i problemi di salute mentale fra gli adolescenti, tant’è che uno su quattro manifesta sintomi di malessere almeno una volta a settimana e in Italia più che in Germania.

Prova ne sia che, sempre nei paesi ad alto reddito, circa una donna su sedici ha subito abusi sessuali prima dei quindici anni e gli atteggiamenti che rafforzano la disuguaglianza di genere sono ancora profondamente radicati. E diversità di sorta permangono fra i bambini delle ricche nazioni cosicché, anche qui, lo svantaggio economico pregiudica le pari opportunità: i quindicenni delle famiglie più agiate conseguono risultati scolastici decisamente migliori rispetto a quelli dei loro coetanei appartenenti a contesti socio-economici più bassi.

Svantaggiati o no, comunque, i minori che abitano in metà delle città degli stati a reddito elevato sono vittime di bassi standard di sicurezza alimentare per la qualità dell’aria urbana. E vittime, un bambino su dieci, di bullismo e altre forme di violenza, con un’incidenza particolarmente elevata nei paesi baltici. A dimostrazione del fatto che a determinare la riuscita di buoni risultati (anche nella lotta alla povertà) non è il reddito ma le politiche di governo. E gli aspetti ai quali danno priorità affinché non si lasci indietro nessun bambino. Perché gli obiettivi tendenti al loro benessere prescindano dall’accumulazione di ricchezza che non sia quella umana.

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a cura di:
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