Gaza, terremoto nei campus

di Mario Lombardo

Le proteste degli studenti americani contro il genocidio palestinese a Gaza si stanno rapidamente diffondendo in molti campus universitari del paese nonostante le minacce dei politici e la repressione delle forze di polizia. Alla Columbia University di New York è in atto in particolare un’occupazione pacifica di alcuni spazi all’esterno dell’ateneo e nella giornata di lunedì i...
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Euskadi, un pareggio vittorioso

di Massimo Angelilli

Domenica 21 aprile, nel Paese Basco, circa un milione e ottocentomila persone erano chiamate alle urne per rinnovare il Parlamento. All’appello ha risposto il 62,5%, suddiviso tra le tre province di Bizcaya, Guipúzcoa e Álava. Una percentuale alta, se paragonata con l’ultimo appuntamento elettorale, quello del 2020 drammaticamente contrassegnato dalla pandemia. Molto più bassa invece, rispetto all’auge dell’80% raggiunto nel 1980, anno delle prime consultazioni dopo la transizione democratica. Nel sistema spagnolo, le elezioni regionali rappresentano un test estremamente significativo, al di là della influenza che potrebbero avere nella politica nazionale. È questa una lettura “classica” che, più o meno, si applica in...
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di Tania Careddu

Nonostante l’inversione (positiva) di tendenza rispetto agli anni passati, gli illeciti ambientali sono ancora tanti. Diminuiti di sette punti percentuali rispetto al 2015, se ne contano comunque settantuno al giorno, tre ogni ora. Dallo sfruttamento degli animali da reddito al mercato degli shopper illegali, dall’allarme delle illegalità nei parchi alle navi dei veleni, dall’abusivismo edilizio al ciclo illegale dei rifiuti, il fatturato delle attività criminali contro l’ambiente in Italia continua a produrre cifre da capogiro.

Sebbene a due anni dall’entrata in vigore della legge sugli ecoreati il fatturato delle ecomafie scenda, registrando un meno 32 per cento rispetto allo scorso anno, ammonta, comunque, a tredici miliardi di euro, grazie alla riduzione della spesa pubblica per opere infrastrutturali nelle quattro regioni a tradizionale insediamento mafioso (Campania, Sicilia, Puglia e Calabria) e al lento ridimensionamento del mercato illegale.

Perché crescono del 20 per cento gli arresti, le denunce e i sequestri e, contestualmente, calano i reati contro gli animali, quelli relativi al ciclo illegale del cemento - seppure, nel 2016, si sono contati diciassette mila nuovi immobili abusivi - mentre non seguono questo trend quelli correlati alla gestione dei rifiuti, dalla produzione allo smaltimento passando per il trasporto, con una crescita di quasi il 12 per cento, del 18 per cento e rotti delle persone denunciate (sedici al giorno), centodiciotto quelle arrestate, duemila e duecento i sequestri e trecentoquarantasei le inchieste aperte.

Stessa lunghezza d’onda sul fronte degli incendi che hanno mandato in fumo più di ventisettemila ettari, con oltre quattromilaseicentotrenta roghi, trecentoventidue persone denunciate tra piromani, ecocriminali ed ecomafiosi, quattordici arrestate e novantasei sequestri. Di natura essenzialmente dolosa, gli incendi sono quasi sempre appiccati per interessi speculativi legati all’edilizia o all’assunzione di operai forestali precari (non raramente, infatti, è capitato che ad accendere un rogo siano stati proprio coloro che erano pagati per spegnerlo).

“Quest’anno il Rapporto Ecomafia - dichiara, commentando i dati, la presidente nazionale di Legambiente, Rossella Muroni - ci restituisce una fotografia che non ha solo tinte fosche, come nelle scorse edizioni, ma anche colori di speranza grazie anche alla legge che ha introdotto nel codice penale i delitti ambientali e che ha contributo a renderci un paese normale, dove chi inquina finalmente paga per quello che ha fatto.

Ora è importante proseguire su questa strada non fermandosi ai primi risultati ottenuti, ma andando avanti investendo maggiori risorse soprattutto sulla formazione degli operatori preposti ai controlli e dando gambe forti alle Agenzie regionali di protezione ambientale, che stanno ancora aspettando l’approvazione dei decreti attuativi, previsti dalla recente riforma del sistema delle Agenzie, da parte del ministero dell’Ambiente e della Presidenza del Consiglio dei ministri”.

Le fa eco il direttore generale di Legambiente, Stefano Ciafani: “Per contrastare le illegalità ambientali è fondamentale che siano approvate quelle norme che mancano ancora all’appello a partire da una legge che semplifichi l’iter di abbattimento delle costruzioni abusive. Servono anche norme che prevedano i delitti contro la flora e la fauna protette, pene più severe contro le archeomafie e anche l’accesso gratuito alla giustizia alle associazioni”.

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