Stampa
di Bianca Cerri

L'hanno chiamata "Mamma Gialla", "Vecchia Scintilla", " La Feroce Gertie"; un'infinità di altri nomi ma è sempre lei: la sedia elettrica sulla quale sono state giustiziate centinaia di persone.
Inventata da Harald Brown nel 1890 è in grado di emettere scariche fino a 20.000 volts seguite da altre di intensità inferiore. Ma l'idea di applicare degli elettrodi alle gambe ed al cranio di un condannato per creare una specie di circuito chiuso fu in realtà di un dentista. Brown se la attribuì per rivenderla allo Stato, che la adottò come metodo veloce per liberarsi dei criminali preferendolo al sistema a corrente alternata presentato da Westinghouse. Merito anche della sponsorazzazione di Thomas Edison, che solo un anno prima aveva inventato la lampadina diventando uno degli uomini più popolari d'America. Il primo uomo cui spettò il discutibile onore di inaugurare la sedia elettrica fu Arthur Kemmler ma le cose non girarono per il verso giusto e il medico chiamato a certificarne la morte accusò lo Stato di inciviltà. Quello che avrebbe dovuto essere un metodo rapido ed indolore per giustiziare un essere umano, si trasformò in una lunga e penosa agonia che gli oppositori della pena capitale definirono "indegna di un paese civile". Parole inutili in un epoca in cui si riteneva che l'elettricità fosse quasi una magia.....

A partire dal 1909, anche le donne vennero giustiziate con il metodo della conduzione elettrica, ad iniziare da Martha Place, la cui espressione smunta e sofferente non commosse i giudici che la condannarono alla più irrevocabile delle pene. Il boia, tale Edwin Davis, venne assunto come "elettricista". Nel 1943, Sue Logue fu condannata alla pena capitale su richiesta di Storm Thurmond, procuratore legale con il quale aveva avuto una appassionata relazione. La donna, vedova di un allevatore, aveva sempre sostenuto che il marito era stato ucciso da ladri di bestiame ma Thurmond fece riaprire il caso la trascinò in tribunale. Logue, che era divenuta un intralcio alle ambizioni politiche di Thurmond, fu giustiziata il 15 giugno 1943. La fama di satiro affamato di sesso continuò però a perseguitare Thurmond anche dopo la sua elezione a senatore. Chiamato alla Casa Bianca come consigliere di Johnson, non seppe mai che il presidente aveva ordinato alle figlie di stargli alla larga nonostante avesse passato la sessantina da un pezzo.

Nel 1953, epoca di caccia alle streghe e con l'isteria anti-comunista alle stelle, i coniugi Rosenberg vennero accusati di aver passato la formula delle armi nucleari ai russi e condannati a morire sulla sedia elettrica, il minimo che potesse accadere a qualsiasi americano sospettato di complotti con il Cremlino. Le due esecuzioni fecero guadagnare a Joseph Francel, che nel 1953 aveva il compito di uccidere i condannati, l'equivalente di 2000 dollari, ma due settimane dopo Francel decise improvvisamente di lasciare l'incarico.

Oggi solo il Nebraska mantiene la sedia elettrica come metodo unico di esecuzione, ma altri nove stati la prevedono per i crimini avvenuti prima dell'approvazione del protocollo dell'iniezione letale ( a seconda dello Stato varia dal 1989 al 1995). Brandon Hedrick, 27 anni, è stato giustiziato lo scorso 20 luglio sulla sedia elettrica della Virginia per sua espressa richiesta. Nel 1982, l'esecuzione di Frank Coppola, sempre in Virginia, aveva lasciato inorriditi coloro che vi avevano assistito per la crudeltà del procedimento. Lo stesso avvenne nel 1983 in Alabama quando ci volle oltre mezz'ora di inaudita sofferenza prima che il cuore di John Evans si fermasse per sempre.

Quando viene portata a termine un esecuzione, non è raro che l'attenzione sia tutta concentrata sui gruppi che vorrebbero abolire la pena capitale e quelli che vorrebbero mantenerla. Quasi mai si parla della persona più direttamente coinvolta nel processo: il boia. La legge riconosce infatti il diritto all'anonimato per coloro che sono chiamati ad infliggere la morte al condannato.

All'anonimato teneva molto anche Dow Hover , ex aiutante sceriffo, assunto nel 1952 come supervisore delle esecuzioni nello Stato di New York. Benché non avesse una vera e propria vocazione come coloro che l'avevano preceduto, Hover assolse il suo compito al meglio per 44 volte. La moglie, che inizialmente era contraria, col tempo si rassegnò.

Hover amava vivere in campagna e si recava a New York solo per portare a termine le esecuzioni. Con la famiglia non parlava mai del suo lavoro e pretendeva che i figli fossero a tavola all'ora prevista. Nelle ore libere coltivava i fiori del suo giardino. La stampa di Germantown, la cittadina dove viveva, non rivelò mai la sua identità. Hover riceveva per posta i compensi del suo lavoro: 112$ per la morte del condannato e 12.80$ per le spese di viaggio. Nel 1956, quando in una notte venne chiamato ad uccidere per tre volte, intascò tre volte la somma e anche le spese furono triplicate. Hover conservava gelosamente le lettere che riceveva dall'amministrazione. Ma prima di partire da casa per andare a giustiziare qualcuno, cambiava la targa della macchina, in modo da non essere riconosciuto. La domenica si recava regolarmente in chiesa con la moglie Nellie.

Il 15 agosto del 1963, Hover giustiziò Eddie Mays senza sapere che la sua opera non sarebbe più stata necessaria. Ogni tanto l'amministrazione gli scriveva per sapere se eventualmente fosse stato disponibile, ma le esecuzioni venivano tutte rimandate. Quasi settantenne scrisse al direttore di Sing Sing per informarsi se avessero ancora qualche condannato in attesa di esecuzione. La risposta arrivò poco dopo e fu negativa. Il primo giugno del 1990, il nipote di Hover si recò a trovare il nonno ma trovò la porta di casa sbarrata. Dal garage veniva però ogni tanto un rumore simile a quello di un motore ingolfato. Con una spallata, il ragazzo riuscì a buttare giù la porta ma ormai era troppo tardi. Dow Hover aveva voluto prendersi una altra vita: la sua.