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di Alessandro Iacuelli

Che il sisma abruzzese del 6 aprile 2009 sia stato devastante, non solo per i danni e i morti ma anche per la mancata e disordinata ricostruzione, ancora oggi parziale e trasformata dalla politica in una sequenza di spot elettorali, è cosa oramai risaputa. C'è però qualcosa di ancora più devastante in arrivo: una pericolosa colata di cemento, e non per abitazioni civili, che sta per abbattersi sui Parchi Nazionali abruzzesi, in nome di una "ricostruzione" che con il sisma non c'entra nulla.

Non sarà l'Aquila a tornare come era prima: il capoluogo è condannato ad essere, come l'ha definito lo storico Raffaele Colapietra, "la Pompei del Terzo Millennio". Sarà invece l'edilizia selvaggia, autorizzata da tutte le leggi del caso, che sta arrivando sul verde, sui boschi: mascherata da opera benefica, spacciata come soluzione magica di tutti i problemi economici, sociali e urbanistici che affliggono il territorio, viene infatti individuata senza esitazione ancora lei, l'edilizia, ancora considerata come unico sviluppo possibile. Edilizia che presto colerà sulle montagne circostanti, dal Gran Sasso al Velino-Sirente.

Non è l'edilizia per ricostruire l'Aquila. Si tratta di creare i tanto decantati bacini sciistici: impianti, costruzioni e consumi di territorio nel cuore degli ultimi ambienti naturali finora scampati alla distruzione. Poco importa che si tratti di Parchi Nazionali di grande valore, sottoposti a tutti i vincoli di tutela. Analogamente non importa molto che l'innevamento della penisola, di cui è simbolo la progressiva scomparsa dell'unico ghiacciaio appenninico, il Ghiacciaio del Calderone, non risulta davvero in grado di sostenere attività invernali per prolungati periodi.

Nonostante questo, nonostante i bilanci delle scorse stagioni abbiano assodato che gli impianti sciistici nell'Appennino costituiscono imprese disastrose sul piano economico, e destinate a restare comunque fortemente passive, capaci di produrre molti danni paesaggistici, ecologici e ambientali e in grado di offrire solo pochissimi posti di lavoro, la politica sceglie di proseguire.

Ci sono diversi segni nell'ultimo decennio: i ricorrenti fallimenti delle stazioni di Scanno e Pescasseroli, che continuano a divorare fiumi di denaro senza risolvere mai alcun problema e senza creare né occupazione, né sviluppo, né tantomeno ricchezza. Nessuno deve fingere di non sapere e non vedere, che in realtà questi impianti rappresentano veri e propri “specchietti per le allodole” per richiamare un turismo benestante, convincendolo ad acquistare la casa o la villa in montagna.

Il tutto si trasforma così in una nuova guerra tra abruzzesi. Da un lato ci sono gli amministratori regionali, alcuni sindaci del cratere, sostenuti dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri Gianni Letta, che nelle scorse settimane hanno annunciano nuovi progetti che si svilupperanno nei pressi delle ricchezze ecologiche delle aree di maggior pregio ambientale della Regione.

Dall'altro lato, a Pescara, una cordata di forze politiche ed associazioni ambientaliste ha lanciato in questo giorni l'allarme per la salvaguardia dell'Abruzzo contro il progetto di ripianificazione di una parte del territorio aquilano. Alla cordata appartengono Wwf, Lipu, ProNatura, Mountain Abruzzo, Rifondazione, Italia Nostra, Altura Abruzzo, Cgil Abruzzo, Circolo Valorizzazione Terre Pubbliche, Comitato acqua pubblica, Comitatus Aquilanus, Fare Verde onlus, Forum Ambiente e Territorio Sinistra Ecologia e Libert, Gruppo Naturalisti Rosciolo. A loro si è unita la voce autorevole del direttore storico del Parco Nazionale d’Abruzzo, Franco Tassi, attraverso il Comitato Parchi. Lanciano una serie di azioni coordinate per contrastare i progetti programmati e delineare uno scenario alternativo di sviluppo duraturo e valorizzazione delle risorse naturali.

Il Ministero dell'Ambiente, in una recente ed esaustiva nota di risposta alle richieste di alcune associazioni ambientaliste, ha ammonito la Regione Abruzzo e Enti Parco interessati, allertando nel contempo la Commissione Europea: secondo il Ministero, nessuna nuova opera può essere autorizzata in deroga alle norme in vigore su Valutazione di Impatto Ambientale, VAS e Valutazione d'Incidenza, giacchè i territori coinvolti sono tutti compresi nella Rete UE Natura 2000.

Eppure i progetti esistono lo stesso, definiti "devastanti e anacronistici". "Si tratta - denuncia il WWF - di progetti già visti, tirati fuori da vecchi cassetti, a scapito della biodiversità e del paesaggio di zone di particolare pregio del territorio aquilano. Devastanti perché prevedono prioritariamente la modifica permanente del territorio con infrastrutture sciistiche, funiviarie, campi da golf, lottizzazioni nel cuore del sistema delle aree protette dell’Appennino, in aree ricchissime di biodiversità e risorse ecologiche. Anacronistici perché in tali progetti non vi è alcuna novità o analisi delle reali condizioni ed esigenze del territorio, ma solo vecchi progetti più volte bloccati e che oggi si vuole far approvare con procedure di urgenza".

Urgenza nel nome di uno sviluppo reso urgente dal post terremoto, con soldi pubblici da investire in una ricostruzione parziale e che sbaglia mira. Molti sono gli interventi dati già per "cantierabili" in un Protocollo firmato a Palazzo Chigi lo scorso 17 febbraio. Interventi che secondo gli oppositori non sono stati sottoposti a nessuna verifica tecnico-ambientale specifica, come ad esempio il collegamento sciistico tra le stazioni invernali di Ovindoli e Campo Felice, nel Parco Regionele Sirente Velino o la "Cittadella della Montagna" che si vuole far nascere in pieno Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. A rischio sarebbero ambienti di importanza prioritaria, specie di fauna e di flora protette a livello comunitario, nonchè i corridoi ecologici di grande importanza per alcune specie di animali particolarmente protetti, tra cui, prima di tutto, l’orso bruno marsicano.

Proprio in barba al Piano di Azione per la Tutela dell’Orso Marsicano, sono previsti alcuni interventi palesemente assurdi, come i campi da golf in quota, incompatibili con la vocazione ambientale dei luoghi e distruttivi delle unicità floristiche e faunistiche presenti sugli altopiani. E poi, siamo sicuri che serva davvero un campo da golf in quota, in montagna? O ancora una volta resterà, se realizzato, vuoto?

Si continua tuttavia (Gianni Letta in testa) a considerare i bacini sciistici un toccasana magico per il futuro delle zone terremotate. La realtà, ben diversa, é che si prepara invece un diluvio di edilizia residenziale di media e alta quota, con alberghi, condomini e ville da vendere. In questo periodo di crisi finanziaria, da dove mai proverranno questi fiumi di danaro pronti a cementificare l'Aquilano in nome di una causa santa, definita "un vero atto d'amore" per le comunità locali?

C'è anche il precedente storico costituito dalle degli anni Settanta condotte con successo contro la speculazione selvaggia al Parco Nazionale d'Abruzzo. All'epoca, le analisi socioeconomiche condotte da Franco Tassi, le prime del genere a livello internazionale, dimostrarono in modo inoppugnabile che a trarre guadagno dallo sfacelo del territorio erano pochi affaristi, che i paesi e le comunità locali ne ricavavano soltanto svantaggi e che assai meglio sarebbe stato invece puntare sulla risorsa Parco. Una strategia innovativa, che poi avrebbe avuto pieno successo con l’ecosviluppo e l’ecoturismo dei villaggi nel cuore del Parco Nazionale d'Abruzzo, privi d’impianti sciistici ma ricchi di natura protetta.

La domanda che sorge spontanea è quindi una sola, semplice e chiara: perché l'Abruzzo, polmone verde dell'Italia centrale, non può continuare ad essere la Regione dei Parchi? Magari rilanciandoli davvero e cercando nell’ambiente, nella sua conservazione, la risorsa migliore per il proprio futuro.

La battaglia d'Abruzzo, è appena al principio e certamente continuerà nei prossimi mesi. Intanto, il Comitato Parchi ha prodotto un logo che rilancia l'orgoglio dell'Abruzzo per i parchi. Tutte le associazioni ambientaliste sono schierate a difesa. Lo scontro è pronto per cominciare.