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All'epoca in cui fu sindaco di New York Rudolph Giuliani, detto Rudy, era considerato un eroe da tutti o quasi. Lo fermavano per strada per stringergli la mano esortandolo a rimanere sindaco per sempre e lui si beava di tanta ammirazione, come un pavone al tempo degli amori. Poi l'adorazione andò gradatamente scemando fino a diventare una caduta libera. Negli ultimi quattro anni Giuliani ha fatto da tirapiedi a Donald Trump e i meriti che gli venivano attribuiti un tempo si sono dissolti nel nulla. Il Time gli aveva concesso  il titolo di uomo dell'anno ma la tenacia dimostrata nel diffondere strampalati messaggi sui presunti brogli elettorali orditi da Biden hanno indignato l'intera nazione.

 

L'uomo che aveva “salvato” New York con politiche virili si era trasformato in un venditore di pentole per ostacolare Biden, ammesso che la cosa fosse importante. Nonostante l'allure di sindaco d'America, le tensioni razziali alimentate in passato e la storia del padre condannato per rapina a mano armata e detenuto a lungfo a Sing Sing avevano fermato sul nascere ogni ambizione presidenziale di Giuliani nel 2008.

Nel 2016, quando ormai tutti pensavano che stesse avviandosi verso una serena vecchiaia, si propose spudoratamente come membro-chiave dell'amministrazione Trump. Amico di vecchia data del miliardario, lo aveva invitato al sontuoso ricevimento offerto per le terze nozze nel 2003. Gentilezza ricambiata da Trump quando sposò la bella Melania con un ricevimento da mille e una notte nel 2005. Trecento invitati tra cui il longevo Harry Kissinger e la famiglia Clinton al completo. Facendo un calcolo di massima, se le due cerimonie si svolgessero oggi almeno tre quarti degli ospiti darebbero forfait. E' proprio vero che i tempi cambiano: come si dice in America, gli unici amici fedeli dei politici sono i cani.

L'11 settembre era stata una vera manna dal cielo per Rudy Giuliani, che nei sei anni successivi riuscì a mettere insieme trenta milioni di dollari tra conferenze, apparizioni televisive e libri. Faceva ancora l'avvocato “on demand” per colossi farmaceutici come Purdue Phatma, che aveva brevettato oppiacei. Giuliani era molto abile nel promuovere se stesso e nello scegliere clienti da cui otteneva parcelle astronomiche. L’abilità non gli mancava: fece assolvere Purdue Pharma nonostante avesse messo sul mercato prodotti che avevano causato diciassettemila morti. Nel frattempo era diventato membro di quasi tutti i country-club del paese e proprietario di sei case lussuose.

Il suo terzo matrimonio lo aveva catapultato nel bel mondo appannando un po' l'allure virile di “duro e puro”, ma nel 2016 la campagna elettorale di Trump gli  permise di reinventarsi. Purtroppo, anche durante le serate di gala, le sue frequenti cadute di stile facevano rabbridividire i presenti. Durantte una cena in cui era presente anche Tom Van Essen, capo dell'Associazione Nazionale Vigili del Fuoco, Giuliani, piuttosto alticcio, prese a raccontare berzellette salaci nonostante fosse noto a tutti che nell'attacco al WTC erano morti 343 pompieri. Nelle serate di beneficenza, di tanto in tanto, si presentava vestito da donna, cosa che Trump apprezzava moltissimo.

Durante la campagna elettorale del 2016 Giuliani rimase incollato all'aspirante presidente, pronto a tirare il pacchetto di noccioline per rallegrarlo, dando per scontato che dopo la vittoria ogni sua richiesta sarebbe stata soddisfatta. Invece Trunp finse di voltarsi dall'altra parte quando Giuliani si auto-candido alla Segreteria di Stato. Per il ruolo di segretario di Stato fu scelto Rex Tillerson, raccomandato da Condoleeza Rice, poi sostituito da Mike Pompeo, uno squalo che vorrebbe cancellare Cuba, Iran e Venezuela. Tutto quello che Giuliani riuscì ad ottenere fu la carica di consigliere per la Sicurezza Informatica. Trump  riempì la Casa Bianca di parenti ed amici nominandoli “consiglieri” nonostante fossero digiuni di faccende politiche.

A metà mandato, a tutti gli effetti Giuliani era ancora l'avvocato del presidente ma stava passando un periodo infernale. In banca aveva circa 45 milioni di dollari ma rischiava di ritrovarsi con meno di un quarto per le esose richieste  della terza moglie dalla quale stava divorziando. E benché avesse lavorato gratis come un mulo per salvarlo dall'impeachment, il presidente fingeva di non sapere assolutamente sull'affare Ucraina e i complotti a danno di Biden.

Il divorzio dalla terza moglie era però la cosa che preoccupava di più l'ex-sindaco e, per salvare il salvabile, faceva fatturare anche le spese personali sul conto della Casa Bianca. Nessuno credeva più alle fandonie di Giuliani sulle relazioni con Jennifer Le Blanc, una sua collaboratrice, e su quella assai più plateale e visibile, con Rosa Maria Ryan,  amministratrice di un ospedale nel New Hampshire.

Supercop continuò a sfarfallare e falsificare l'imponibile ma non riuscì ad impedire che la moglie uscente gli svuotasse il conto in banca oltre ad appropriarsi di cinque delle sei case. Il divorzio per colpa è una brutta bestia e 18 anni prima un amico aveva avvertito Giuliani che impalmare Judith Nathan era un rischio e “non gli sarebbero rimaste neppure le palle”, frase poco elegante forse ma realistica. La  giornalista del Washington Post che aveva cercato di raggiungere il marito di Ryan per un'intervista si accontentò di un  “vaffanculo” espresso con voce tranquilla. L'uomo, un nerboruto ex-marine, condivide con Giuliani la passione per i sigari costosi ma non sembrava disposto a condividere anche la moglie.

Molti simpatizzanti dei democratici credono di avere il primato dell’adulterio ma, contrariamente a quello che si dice, un buon 70% dei repubblicani risulta aver tradito la propria moglie e figurerebbe bene nell'albo d'oro degli adulteri. La lista è decisamente lunga e più anziano è l'adultero, più gravi sono le perdite. C'è chi ha molestato tutte le donne del suo staff; chi, come Bob Peckerwood, ha rinunciato alle donne per via dell'alcol, o Bill Colen, che dopo aver bruscamente mollato la prima moglie si era accorto che la seconda lo tradiva con chiunque gli capitasse a disposizione.

Il caso di Guy Milner era tra i più eclatanti; durante tutta la sua carriera politica aveva sposato quattro donne e frequentato le escorts più belle facendole pagare ai contribuenti. Mike Deaver aveva una lunga lista di tradimenti coniugali alle spalle ma alla fine non riusciva più avvicinare nessuna perchè spesso troppo ubriaco. A  88 anni il senatore Thurmond non smetteva di vantarsi di aver reso felici sei mogli che a loro volta gli avevano spolpato tutto quello che  possedeva.

Mollare la moglie per i politici americani è una noia costosa che comporta anche dover dire un sacco di balle. Giuliani non aveva problemi quanto a panzane ma, ovviamente, iniziò a preoccuparsi quando non ricordava più a chi avesse staccato un assegno da duemila dollari. Dopo la sconfitta elettorale di Trump tutti quelli che una volta lo consideravano un eroe si sono finalmente accorti che Giuliani non è altro che una specie di zio d'America mezzo pazzo che ha recato guai infiniti al paese.

Lo hanno visto lanciare anatemi con il viso macchiati da un rigagnolo di tinta per capelli da pochi dollari mentre lanciava strali durante l'ennesimo intervento sui brogli elettorali. Poi la notizia relativa al contagio da Covid.19. Fu la Casa Bianca a diffonderla attraverso un comunicato-stampa dettato da Trump in persona. Il presidente uscente informava gli americani che “il più grande sindaco che abbia mai gestito la città di New York, dopo aver lavorato  incessantemente per denunciare la più grande frode elettorale della storia americana, è stato contagiato dal virus cinese”. Aggiungendo un “ti auguriamo di guarire presto Rudy e di andare avanti”.

Giuliani è solo l'ultimo di 53 consiglieri ell'amministrazione risultati positivi al covid-19. Vale la pena di sottolineare l'enfasi sui suoi meriti ma non sulla noncuranza nei giorni scorsi riguardo l'eventualità di contagiare migliaia di connazionali per mancanze totale di norme  preventive. Attraversando l'America senza mai mettere una banale mascherina Giuliani potrebbe aver contagiato migliaia di persone. Prima di diventare sintomatico si era recato in tre stati diversi nel tentativo infruttuoso di ribaltare il risultato elettorale. La verità è che Giuliani è un uomo fuori misura con un ego fuori misura. Ha già fatto sapere che sta bene e presto tornerà in campo. Ma a 76 anni, fumatore accanito, già operato per un tumore, i tempi del ricovero potrebbero allungarsi. Per essere un uomo che ha aspirato tutta la vita al potere senza mai raggiungerlo Giuliani potrebbe avviarsi verso una fine molto amara. Passato da sindaco d'America a funzionario in disgrazia. In altre parole un perdente

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