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Diminuiscono i credenti cattolici – di 7,7 punti percentuali – e crescono gli atei – del 3,8 per cento. A dirlo, il sondaggio Doxa Religiosità e Ateismo, realizzato per Uaar, che fotografa un’Italia esattamente divisa in tre: cattolici praticanti, cattolici non praticanti e atei e agnostici, nella percentuale del 15 per cento, maschi, del Nord, giovani, istruiti e benestanti. I credenti cattolici, invece, sono per lo più donne, aumentano al crescere dell’età e vivono soprattutto al Sud.

 

 

La ricerca, a cinque anni dalla precedente, ha l’obiettivo di approfondire alcuni temi legati alla religiosità e all’ateismo. Fra cui le fonti di finanziamento da parte dello Stato alle attività religiose, le fonti di finanziamento della Chiesa cattolica, in particolare a finanziamenti dell’otto per mille, e alcuni argomenti relativi alla sfera cattolica, quali l’obiezione di coscienza all’aborto, il concordato Stato – Chiesa, la laicità dello Stato e dei partiti politici.

 

Quanto alla quota d’imposta sui redditi che lo Stato distribuisce fra se stesso e le diverse confessioni religiose, comunemente nota come otto per mille, quasi la metà degli italiani non ne conosce l’effettivo funzionamento, il 26 per cento pensa di essere tassato solo nel caso in cui effettua la scelta nella dichiarazione dei redditi e il 20 per cento non sa proprio come funzioni, soprattutto i giovani del Nord Ovest, con un’istruzione di livello basso e una condizione socio-economica di pari livello. La metà degli italiani non è d’accordo a finanziare nuove chiese e poco più della metà esige che la chiesa versi allo Stato le imposte su tutti gli immobili di sua proprietà, a cui va aggiunto il 30 per cento che si limiterebbe agli immobili su cui incassa i redditi e solo il 9 per cento è contrario a ogni tipo di tassazione.

 

E, però, quasi il 62 per cento degli italiani intervistati ritiene che “le questioni politiche di Governo dovrebbero restare separate dalla religione, principalmente fra gli abitanti delle isole, fra coloro che hanno un alto titolo di studi e dei figli. E, soprattutto al Sud e nelle Isole, sono molto convinti che “il Governo dovrebbe operare tenendo in considerazione in egual misura i valori dei credenti e quelli dei non credenti”. Sempre per gli abitanti delle Isole, stavolta in compagnia degli abitanti del Nord Ovest del Belpaese, è molto importante il principio di laicità dello Stato e perciò “andrebbe tenuto maggiormente in considerazione”.

 

Il 45 per cento degli italiani vorrebbe che il concordato Stato – Chiesa, ossia l’accordo bilaterale fra i due che assegna alla seconda una posizione preminente in ambito legislativo e di finanziamento pubblico, fosse rivisto completamente o aggiornato in una direzione laica; il 60 per cento vorrebbe l’abolizione dell’obiezione di coscienza sull’aborto ma il 66,6 per cento vuole mantenere l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole, contro il 54 per cento registrato nella ricerca precedente.

 

“L’Italia è ancora cattolica, ma lo è sempre meno ed è destinata a esserlo ancora meno, nei prossimi anni. E gli italiani sono laici: viene da chiedersi se non lo sarebbero anche di più, se fossero maggiormente consapevoli di quanto lo Stato finanzia realmente le attività della Chiesa cattolica”, commenta la segretaria dell’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti, Adele Orioli.