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Il bianco abbagliante della neve copre città e villaggi dell'Alaska per buona parte dell'anno. Uno scenario meraviglioso che tuttavia stride con la realtà della vita quotidiana. Nonostante fiumi che abbondano di pesci, tundre incontaminate e montagne innevate che rendono idilliaco il paesaggio la vita della gente in Alaska non è facile. Soprattutto nelle zone rurali gli abitanti lamentano la mancanza di sicurezza. L'Istituto di Statistica a volte ha esagerato ritoccando i numeri, ma non mentito completamente sul tasso di mortalità relativo a incidenti imprevedibili e omicidi.

 

Il clima inclemente e i salari ridotti sconsigliano i giovani dall'intraprendere una carriera nelle forze di polizia. Per quanto la natura sia incantevole socializzare e spostarsi è difficile. Molti ragazzi non vogliono seppellirsi in zone dove esistono pochissimi bar e altri luoghi di svago, gli adulti insistono invece che bisogna aumentare il numero di agenti perché non si può vivere dove non c’é alcuna sicurezza.

Ormai  l'Alaska è di fatto abbandonata a se stessa. Per quanto possa sembrare incredibile gli attacchi degli orsi e l'ipotermia uccidono centinaia di persone. A questi dati bisogna aggiungere i circa 400 incidenti mortali dovuti all'avvelenamento da monossido di carbonio causati da  impianti di riscaldamento difettosi o camini intasati. Le navi da crociera del turismo mordi-e-fuggi stanno inquinando i fiumi nonostante le rigide normative ambientali e le comunità native rifiutano drasticamente di pagare una tassa a parte per essere protette. Di conseguenza la polizia è scomparsa, mentre nelle aeree metropolitane la popolazione con reddito medio-alto può dirsi moderatamente al sicuro. Nei villaggi più poveri i crimini - di natura soprattutto sessuale - sono almeno il doppio rispetto ai tassi di Anchorage o Faibanks dove abita la gente-bene.

L'Alaska è di gran lunga lo stato con l'espansione terrestre più grande d'America, tuttavia la qualità della vita non è affatto omogenea per quanto riguarda le opzioni legate ai costi. Gli affitti delle case, il continuo rincaro dei  generi alimentari e il costo del riscaldamento costringono molte famiglie a vivere ai margini. I prezzi di latte e carne sono arrivati alle stelle nelle zone rurali per via dei trasporti ma non è quello l'unico problema.

Anche nelle aree urbane il razzismo dilagante e le aggressioni in pieno giorno lungo le piste ciclabili impediscono alla gente di circolare libera. Il COVID-19 ha aggiunto una nuova barriera alla qualità di vita degli abitanti, soprattutto per chi è privo di copertura sanitaria. Ad Anchorage non c'è stata la strage che si è verificata da altre parti, ma nessuno sa quanti siano stati i contagi nel numero infinito di piccoli borghi e paesini che costellano il paese. D'altra parte, se mancano i posti di polizia è difficile raccogliere dati. Lungo il fiume Kobuk c'è la cittadina di Kiana dove la legge non è presente da anni. Sembra impossibile che negli Stati Uniti esistano posti in balia di chiunque ma è proprio così.

In Alaska transitano ogni giorno quasi due milioni di barili di petrolio e si fatica a credere che l'amministrazione penale non riesca a trovare un  numero sufficiente di agenti per completare l'organico delle forze di polizia. Eppure lo stipendio-base di un poliziotto locale non è da disprezzare e supera di circa tremila dollari annui quello dei colleghi di altri stati. Oltretutto ci sarebbe un disperato bisogno di fare luce su episodi drammatici non denunciati perché le vittime non sapevano a chi rivolgersi.

La televisione americana manda in onda reportages e documentari sull'Alaska a non finire, tutti lavori che vantano le bellezze naturali del posto, ma le candidature in polizia continuano ad essere rare. Un ruscello cristallino può essere una benedizione per gli amanti degli spazi incontaminati ma nessuno aspira a lavorare tutto il giorno al gelo e rintanarsi a casa la sera perché non ci sono posti dove andare.

Per convincere i ragazzi a venire in Alaska l'amministrazione penale ha ridotto la formazione professionale e si è detta disposta a chiudere un occhio sui carichi pendenti. Il grande terreno sconosciuto è un deterrente per i giovani che vorrebbero arruolarsi in polizia anche per via dell'incredibile numero di persone svanite nel nulla.

Dolly Bennet aveva già perso un fratello di 13 anni tra i ghiacciai e anni dopo anche suo figlio Richard è scomparso senza lasciare  traccia. Poi la polizia ha creduto erroneamente di aver trovato le ossa di Richard. Si cercava anche Rick Hills, era anche lui perso nel nulla. In entrambi i casi le ricerche nelle zone insidiose non avevano dato i frutti sperati: le ossa ritrovate non appartenevano a nessuno dei due.

Ghiacciaie, frane, valanghe e fiumi traboccanti d'acqua rendono imprevedibile l'esito delle perlustrazioni. La polizia come al solito aveva fatto un lavoro inaccurato, mettendo nell'angoscia due famiglie. I morti non possono parlare ma anche tante vittime di soprusi rinunciano a farlo sapendo che difficilmente avranno giustizia. Molti non hanno mai presentato denuncia. In tanti casi, soprattutto nelle zone povere, la presenza della polizia genere terrore invece che sollievo. Ormai gli abitanti non si fidano più dei funzionari di pubblica sicurezza che battono i villaggi abitati dai nativi. Sono stati raggirati troppe volte.

Tanti bambini in Alaska hanno subito abusi sessuali proprio per mano dei rappresentanti della legge. Che per venti dollari l'ora non vogliono spostarsi nelle zone dove tutto costa il triplo. Per lo più non conviene comportarsi troppo da nativi se si è bianchi. E i nativi non vogliono rinunciare alla loro cultura e trasformare i loro villaggi in fortezze armate. Tuttavia, negli anni '70 e '80 molti bambini hanno subito  abusi sessuali dai rappresentanti della legge che avrebbero dovuto proteggerli a nome del governo. Negli ultimi due anni due bambine di dieci anni in due villaggi diversi sono state stuprate e uccise e le comunità native sono rimaste sconvolte.

La vita dei nativi non vale quanto quella di un  bianco lungo il fiume Kena o a Kotzebue. Ashley Johnson-Barr aveva dieci anni quando è stata stuprata e uccisa nel settembre del 2018. I Johnson-Barr non hanno più lacrime.

L'autore dell'omicidio, Peter Wilson, era un loro conoscente ma anche un informatore della polizia. Ashley era stata ritrovata nei pressi del Rainbow Park, un comprensorio di case mobili abitato da nativi. L'impressione generale è che gli investigatori si siano accontentati del primo sospetto a portata di mano. Lo stesso  è accaduto con tutte le vittime di omicidi a sfondo sessuale di origine nativa. In media cinque l'anno, il doppio rispetto alle cittadine dove vivono i bianchi.

Il governatore dell'Alaska aveva stabilito che il nome del comprensorio dove era avvenuto il delitto  sarebbe stato trasformato in  Ashley Johnson-Barr Park ma tutti continuano a chiamarlo Rainbow Park. Il COVID-19 ha portato alla chiusura del parco per motivi “di sicurezza” il 28 aprile scorso, in un momento in cui per la prima volta il mondo intero si trovava davanti ad una pandemia senza precedenti. La gente scrutava i boschi e il cielo cercando di farsene una ragione.

La paura collettiva aveva era fatto passare quasi inosservata l'uccisione di un'altra bambina di dieci anni, Ida Aghuchack che in famiglia chiamavano Girlie. Il corpo della bambina era stato trovato in una discarica  circa sei giorni dopo la morte. Nel gergo della polizia si è parlato di “inferenze plausibili” in base alle quali è stato arrestato un diciottenne con dei precedenti per molestie sessuali come del resto la maggior parte degli agenti di polizia che prestano servizio in Alaska.

La morte di Ida Aghuchack rappresenta a suo modo uno spartiacque tra il mondo com'era prima della pandemia e quello attuale. La gente aveva sperato che lo spaventoso incubo collettivo avrebbe in qualche modo messo tutti di fronte al problema del dolore e della sofferenza. Non quella portata dai disastri naturali e dalle malattie. Ma quella portata dagli atti di odio, violenza, abusi e omicidi. Persino quelli che chiamano end-off-roaders, che fuggono da tutto e da tutti sono in grado di capire che c'è già abbastanza male nel mondo per aggiungerne altro.

Solo 47 comunità di nativi su più di 200 in Alaska sono state riconosciute ufficialmente. Le restanti 153 è come non esistessero. Tutti gli avvoltoi in divisa che approfittano del loro status per abusare sessualmente, uccidere o coprire assassini sono un male più letale di qualunque virus. Forse un giorno le famiglie delle vittime del COVID-19  e delle donne stuprate e uccise avranno una risposta corretta e certificata. Volendo riusciranno a liberare il dolore e riprendere la loro vita. Magari ritrovando i colori.