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La manovra che la destra sta per approvare è infarcita di favori agli evasori fiscali e alle attività di riciclaggio. Al di là dei condoni, difendibili solo da chi è in malafede, merita un approfondimento il tema dei contanti. La legge di bilancio dedica a questo argomento due misure: l’innalzamento del tetto entro il quale è consentito pagare in moneta sonante, che nel 2023 sarebbe dovuto scendere a mille euro e invece schizzerà a 5mila; e l’introduzione di un limite entro il quale gli esercenti potranno rifiutarsi di accettare pagamenti elettronici senza il rischio di sanzioni (nella prima versione si parlava di 60 euro, ma su pressione dell’Europa l’asticella dovrebbe scendere a 30 o a 40 euro).

Contro queste misure si sono scagliate tutte le istituzioni e gli organismi intervenuti in audizione parlamentare sulla manovra. Le batoste più pesanti sono arrivate da Fabrizio Balassone, capo del Servizio struttura economica di Bankitalia: “I limiti all'uso del contante rappresentano un ostacolo per diverse forme di criminalità ed evasione - ha detto il dirigente di Via Nazionale davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato - Soglie più alte favoriscono l'economia sommersa, mentre l'uso dei pagamenti elettronici ridurrebbe l'evasione”. Le misure del governo, invece, “rischiano di entrare in contrasto con la spinta alla modernizzazione del Paese” e con il Pnrr, che prevede obiettivi di riduzione dell'evasione legati anche alle transazioni digitali.

Con buona pace della destra, che un maggiore utilizzo del contante favorisca l’evasione fiscale e il riciclaggio di denaro è acclarato. Non ci sarebbe neanche da discuterne: è un fatto intuitivo, basta un minimo di buonsenso. Siccome però i partiti di maggioranza vogliono convincerci che gli asini volino, allora tiriamo fuori le prove per dimostrare che no, gli asini non volano. Perlomeno in Italia.

Uno studio dell’ottobre 2021 a cura della stessa Banca d’Italia - dal significativo titolo “Pecunia olet” - dimostra che “un aumento della quota di transazioni in contanti determinerebbe, a parità di condizioni, un incremento dell'incidenza dell'economia sommersa; quest'ultima sarebbe cresciuta anche a seguito dell'innalzamento della soglia di uso del contante da 1.000 a 3.000 euro, in vigore dal 2016 con l'obiettivo di sostenere la domanda”. Le restrizioni all'uso del contante, invece, “possono essere efficaci nel contrasto all'evasione fiscale”, conclude Via Nazionale.

Sulla stessa linea l’Upb, che nella recente audizione sulla manovra cita “diverse analisi che dimostrano analiticamente l’esistenza in Italia di una relazione tra utilizzo del contante, evasione e/o riciclaggio”. Uno studio del 2022 di Michele Giammatteo e altri autori conferma che l’incremento a 3.000 euro della soglia di utilizzo del contante approvato con la legge di bilancio per il 2016 ha avuto l’effetto collaterale di allargare il perimetro dell’economia sommersa. Da un’analisi di Immordino e Russo (2018) emerge invece che l’evasione dell’Iva aumenta nelle regioni in cui l’utilizzo del contante è maggiore. Infine, un lavoro di Russo (2022) analizza l’efficacia di diverse soglie di utilizzo del contante nel contrastare l’evasione fiscale e conclude che l’abbassamento della soglia da 5mila a mille euro avvenuto alla fine del 2011 ha svolto un ruolo efficace nel ridurre l’evasione fiscale, soprattutto nei settori in cui la propensione a evadere è più elevata.

Spesso la destra, per contraddire evidenze scientifiche, usa l’arma del confronto con l’estero. Limiti all’utilizzo del contante sono presenti nella maggioranza dei Paesi dell’Unione europea (con soglie che variano da un minimo di 500 euro in Grecia a un massimo di 15.000 euro in Slovacchia), ma non in tutti. Alcuni non prevedono soglie: si tratta di Austria, Germania, Lussemburgo, Olanda, Ungheria, Irlanda, Estonia, Finlandia e Cipro. Com’è facile notare, la lista contiene quattro paradisi fiscali, una dittatura di destra e altri quattro Paesi nordici con abitudini ben più rigorose di quelle che abbiamo in Italia. Ma anche questa situazione è destinata a cambiare: il Consiglio Ue ha infatti recepito l’indicazione della Commissione dello scorso luglio, fissando a 10mila euro il limite massimo per i pagamenti in contanti in tutti i paesi dell’Unione.

È vero che il tetto è due volte più alto di quello previsto dalla manovra italiana, ma si tratta di un limite generale: i singoli stati conservano la facoltà di introdurre soglie inferiori, a seconda dei contesti. E, guarda un po’ che sorpresa, il contesto italiano è decisamente il più fosco di tutti. Secondo dati recenti della Commissione europea, nel 2020 il nostro Paese è stato di gran lunga il peggiore per quanto riguarda l’evasione dell’Iva, con un ammanco di 26 miliardi di euro (il valore di una manovra finanziaria intera). Seguono a enorme distanza la Francia (14 miliardi) e la Germania (11 miliardi). Come al solito, quindi, le argomentazioni della destra si possono fondare solo su malafede o ignoranza.