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Jan Jongbloed nasce il 25 novembre 1940 in una Amsterdam livida che si trova sotto la feroce occupazione dalla Germania nazista. Cresce da ragazzo di strada tra le vie della capitale, con due interessi: l'antifascismo e il football. Ama fare il portiere e inizia a giocare per la squadra del suo quartiere, Betondorp, tra i dilettanti della DWS Amsterdam.

 

Il suo è un quartiere proletario e operaio e Jan trascorre le domeniche in campo e il resto della settimana lavorando dietro al bancone di una tabaccheria a vendere sigarette.

Debutta in prima squadra nel 1959, in Serie D.

Negli stadi olandesi viene puntualmente irriso a causa di ciò, lo chiamano "il Portiere Tabaccaio" e ogni domenica i cori delle tifoserie ostili gli ricordano le sue umili origini consigliandogli di tornare a lavorare in tabaccheria.

Nonostante ciò proprio grazie alla sue parate, la sua squadra compie un vero e proprio miracolo sportivo: scalerà tre categorie in tre anni e, nel 1964, riuscirà a vincere clamorosamente il titolo nazionale olandese con grande scorno dell'Ajax, la squadra aristocratica della città.

Nel 1972 proprio per contrastare il grande potere economico e l'egemonia dell'Ajax, dall'unione delle squadre di quartiere del DWS, del Blauw-Wit e del Volewijckers nascerà il Football Club Amsterdam.

La nuova squadra diventa uno dei simboli della controcultura degli anni '70, la curva è di estrema sinistra e Jongbloed, basettoni, ciuffo ribelle, look anticonformista e fede comunista che ribadisce alla fine di ogni partita, diviene uno degli idoli degli ultras.

Emblema del Club è l'Het Lieverdje , la statua del “piccolo monello” che simboleggia i ragazzi di strada di Amsterdam.

Madrina dei tifosi è l'anticonformista Phil Bloom, prima donna ad apparire nuda nella televisione olandese, che fa parte del movimento artistico/politico di estrema sinistra Fluxus.

La rivalità con l'Ajax prende pieghe sociali oltre che sportive.

Il FC Amsterdam diventa la squadra del popolo, della classe operaia dei quartieri proletari e ribelli del nord, dove negli anni '40 iniziarono le prime rivolte contro l'occupazione nazista e da dove partono i cortei studenteschi e operai che attraversano la città negli anni '60 e '70.

Nel 1974 Jongbloed viene convocato per i Mondiali di Germania, giocherà come portiere titolare nell'Olanda del Calcio Totale di Cruijff, conservando la propria porta inviolata agli avversari fino alla finale.

Non lo chiamavano più "il portiere tabaccaio" per tutto il mondo era diventato "L'Olandese Volante"!

Per segnare a Jan ci vorrà un certo Paul Breitner detto il Maoista, ironia della sorte un comunista come lui, che all'epoca fece scandalo dichiarando in un'intervista di essere nato nella Germania sbagliata.

Jongbloed è un idealista, gli piace fumare e bere e va matto per la musica di Jimmy Hendrix, ma legge con attenzione Marx e i diari di Che Guevara e la sua coscienza politica cresce di mese in mese. Spenderà la sua visibilità per appoggiare le lotte sociali, si schiera al fianco dei movimenti comunisti del suo Paese, della Rivoluzione Cubana e del Vietnam, criticherà a più riprese l'imperialismo USA e le dittature militari in America Latina. Cosa che fino all'ultimo lo terrà in dubbio se partecipare o meno ai Mondiali del 1978 nell'Argentina di Videla.

Ci andrà e sarà uno dei pochi portieri al mondo a poter raccontare di aver giocato due finali mondiali di fila.

A 45 anni giocava ancora in porta nella Serie A olandese.

Una domenica prima di scendere in campo il Presidente entrò negli spogliatoi, lo prese sottobraccio e lo portò nel vecchio campo del DWS. Lo abbracciò e gli diede la notizia che non avrebbe mai voluto sentire: "Suo figlio Erik di 21 anni, portiere pure lui, era stato colpito da un fulmine durante la partita ed era morto folgorato".

Quel giorno anche Jan Jongbloed morì per la prima volta. La seconda è stata ieri, all'età di 82 anni.