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Domenica sera gli interisti hanno visto Babbo Natale scendere dal camino. Non somigliava all’obeso rubizzo disegnato dalla Coca Cola: era magro, spagnolo e vestito d’azzurro. Dietro le spalle aveva scritto “Luis Alberto” e disegnava calcio geniale all’Olimpico, permettendo alla Lazio di battere 3-1 in casa la Juventus. Non accadeva dal 2003. È vero, la partita è stata condizionata in modo decisivo dall’espulsione di Cuadrado sull’1-1, episodio rivisto da Irrati al Var e contestato da Sarri senza molte ragioni, visto che il replay mostra chiaramente un fallo da ultimo uomo. Ma della storica vittoria biancoceleste va ricordata soprattutto la prestazione del fantasista spagnolo, autore dell’assist per il pareggio di Luiz Felipe a fine primo tempo (dopo il gol iniziale di Cristiano Ronaldo) e del lancio ancora più spettacolare che ha propiziato il 2-1 di Milinkovic Savic, abilissimo ad agganciare di destro per poi tirare subito di sinistro. In mezzo, Luis Alberto aveva spedito in porta anche Lazzari, falciato poi da Cuadrado.    

Nell’arco di 24 ore, l’Inter passa così dalla paura di essere superata alla gioia di aver addirittura incrementato a due punti il vantaggio sulla Juve. Certo, con più precisione e meno sfortuna gli uomini di Conte potrebbero ritrovarsi oggi a +4, perché nel pareggio per 0-0 maturato sabato sera contro la Roma sono state davvero tante le occasioni sprecate. Le più clamorose sono capitate sui piedi di Brozovic nel primo tempo e su quelli di Lautaro e Vecino nella ripresa. Alla fine, però, gli errori e i cinque titolari assenti non sono costati il primato. Stupisce semmai vedere una Roma che marca a uomo tre giocatori dell'Inter e che fa del fraseggio orizzontale quanto sterile il suo modulo, senza arrivare in 90 minuti a tirare in porta se si esclude un tiretto senza pretese di Zaniolo.

Domenica il Cagliari spreca l’occasione di staccare la Roma di due lunghezze e ritrovarsi così in solitaria al quarto posto. Contro il Sassuolo, però, ai sardi poteva andare anche peggio: nel primo tempo Berardi e Djuricic portano sul 2-0 i neroverdi, agganciati nella ripresa dalle reti di Joao Pedro e di Ragatzu. Sul 2-1, Berardi sbaglia un rigore. Il Cagliari aggancia così la Roma a 29 punti.

Una lunghezza sotto c’è l’Atalanta, che in uno degli anticipi di giornata trova il gol vittoria oltre il 90esimo contro il Verona. L’eroe di giornata è Djimsiti, autore del 3-2 finale. Tanti rimpianti per l'Hellas, passato due volte in vantaggio con Di Carmine.

Perde ancora contatto con la zona Europa il Napoli, che dopo il pareggio per 1-1 contro l’Udinese (Zielinski risponde a Lasagna) si ritrova settimo con 21 punti. L'ultimo successo in Serie A degli azzurri risale allo scorso 19 ottobre.

Un punto sotto i partenopei si rivede il Torino, vittorioso per 2-1 in casa contro la Fiorentina (in gol Zaza, Ansaldi e Caceres). I viola incassano così la quarta sconfitta consecutiva, ma per il momento la società continua a dare fiducia a Montella.

La giornata vede il pareggio per 2-2 fra Lecce e Genoa (Pandev e Criscito portano Thiago Motta sullo 0-2, poi i gol di Falco e Tabanelli) e la vittoria del Brescia del redivivo Corini sul campo della Spal (decidono Balotelli e una parata del portiere finlandese Joronen sul rigore di Petagna). Il colpaccio però lo fa il Parma, che batte la Sampdoria a Marassi: il gol é di Kuchka e la blindatura del risultato è di Sepe, che para un rigore a Quagliarella e un tiro a botta sicura a Colley. Il Parma di Roberto D'Aversa si trova ora a pari punti con il Napoli del ben più celebre Ancelotti. Chi l'avrebbe mai immaginato ad Agosto?

Nel posticipo il Milan si ricorda di essere il Milan e Piontek risorge. I rossoneri tirano fuori una buona prestazione a Bologna (2 a 3) che gli vale i tre punti. Segnali lenti di ripresa. Da non sottovalutare ma per i quali non conviene esaltarsi.