Il sogno di avere una lotta scudetto è durato poco. La differenza fra la Juventus e le altre squadre del Campionato italiano è ancora troppo ampia per poter parlare di vera concorrenza. La profondità e la qualità della panchina bianconera, la cui importanza è amplificate dalle 5 sostituzioni ora a disposizione, hanno già scavato il solco. E così, a 4 partite dall’inizio di questo piccolo torneo estivo, la Signora ha già riguadagnato 6 punti sulla Lazio, la prima delle inseguitrici, che ora si trova a -7.

L’ultimo scatto in avanti è arrivato sabato. La signora passeggia con facilità su un Torino mai in partita, passando in vantaggio dopo appena 3 minuti con un sinistro deviato di Dybala, abile nella solita serpentina in area. Prima della fine del primo tempo arriva anche il 2-0 di Cuadrado, che scaraventa in rete un diagonale di destro da distanza ravvicinata. Nella ripresa Belotti accorcia le distanza su rigore, ma poi Cristiano Ronaldo chiude i conti con la sua prima rete bianconera su punizione. Nel finale l’autogol di Djidji.

“Siamo andati in vantaggio velocemente e abbiamo raddoppiato subito – ha commentato Sarri – Forse ci siamo un po’ illusi, poi il rigore ci ha innervosito ma alla fine è venuta fuori la nostra qualità. Sono contento per Ronaldo, un po’ soffriva per non aver ancora segnato su punizione, e anche per Dybala, che piano piano sto convincendo a giocare dove dico io…”.

In serata, la Lazio è chiamata a rispondere contro il Milan, ma incappa in una partita a dir poco sfortunata. Già falcidiata dagli infortuni, la squadra di Inzaghi deve giocare senza prime punte di ruolo (Caicedo e Immobile squalificati) e non riesce a risolvere il problema. All’Olimpico, i rossoneri giocano bene e passano 3-0: nel primo tempo vanno a segno Calhanoglu con un destro da fuori deviato da Parolo e Ibra su rigore (gomito attaccato al corpo di Radu, ma per le nuove regole è fallo); nella ripresa timbra il cartellino il solito Rebic.

“Questa sconfitta pesa in classifica, ma avevamo difficoltà oggettive e non siamo stati fortunati negli episodi chiave – l’analisi di Inzaghi – Abbiamo preso gol su deviazione e rigore, poi quando abbiamo provato a riaprirla è arrivato il terzo. È un ko pesante, ma non molleremo niente e proveremo a recuperare gli infortunati: giocare quattro partite così in due settimane è difficile”.

A completare il capolavoro per la Juventus ci pensa l’Inter, che domenica a San Siro passa in vantaggio con Lukaku, ma nell’ultimo quarto d’ora si fa prima raggiungere e poi addirittura superare dal Bologna con Juwara e Barrow. Pesano gli errori di Lautaro sotto porta e quelli di Gagliardini, che con un liscio clamoroso spalanca la porta al vantaggio felsineo. Il tema dell'Inter resta quello di una squadra con 60 minuti di corsa e 30 sulle gambe, cui si aggiungono giocatori che tecnicamente non sarebbero titolari nelle prime 8 squadre del campionato ed un allenatore incapace di modificare il suo modulo in assenza delle condizioni tecnico-atletiche che dovrebbero supportarlo. Certo, c'é l'eccessiva generosità di Lukaku che pesa, ma quando un gigante come Godin è messo fisso in panchina e giocatori come Gagliardini, Biraghi e Candreva sono in campo, tra l'allenatore e gli 11 milioni di stipendio nasce una contraddizione insanabile.

A questo punto Lazio e Inter (separate ancora da 4 punti) devono guardarsi dalla rimonta dell’Atalanta, che vince di misura contro il Cagliari e si porta a -1 dai nerazzurri.

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