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Il più brutto, il più sofferto, il più contestato: ma vale come gli altri otto. Dopo i tre scudetti di Conte e i cinque di allegri, Maurizio Sarri porta nella bacheca della Juventus il nono titolo nazionale consecutivo. È un record europeo: nessun’altra squadra ha mai fatto altrettanto negli altri campionati del continente.

Il 2-0 contro la Sampdoria mette il sigillo su un successo che sa di riscatto per l’allenatore toscano, per distacco il tecnico più contestato in casa bianconera dai tempi di Maifredi. Di Sarri si si è detto tutto: che non ha lo stile Juve, che non è in grado di farsi seguire dai top player, che non sa adattare il proprio modo di giocare a seconda delle necessità. Eppure, dopo aver perso quest’anno sia la finale di Supercoppa contro la Lazio sia quella di Coppa Italia contro il Napoli – la Signora non poteva proprio lasciarsi sfuggire il Campionato. Se non altro, per mancanza di concorrenza.

La superpotenza finanziaria di casa Exor permette alla Juventus di avere almeno due squadre di massimo livello, un privilegio di cui nessun altro in Italia si può vantare e che ha fatto la differenza soprattutto dopo la lunghissima interruzione per la pandemia.

La favola della Lazio non ha resistito ai mesi d’inattività, che hanno messo in luce i limiti di una rosa corta e di una preparazione atletica come sempre poco bilanciata tra le diverse fasi della stagione. Ora, con il quarto posto già sicuro, ai biancocelesti non resta che cercare di finire la stagione davanti all’Atalanta e/o all’Inter, anche se forse l’obiettivo più interessante è cercare di far vincere la Scarpa d’Oro a Immobile, che con la tripletta contro il Verona ha raggiunto Lewandoski in cima alla classifica dei cannonieri europei.

Qualcosa di più era lecito attendersi dall’Inter, che - al contrario dei biancocelesti - aveva iniziato la stagione con ambizioni di titolo, ma di fatto non è mai riuscita a impensierire la Juve. Nonostante il buon lavoro di Marotta, per profondità e qualità la rosa nerazzurra non è ancora ai livelli di quella bianconera e i rinforzi arrivati in corsa (Moses, ma soprattutto Eriksen) non sono bastati a compensare. Colpa anche di Antonio Conte, che – dopo aver iniziato la stagione dando spettacolo perfino al Camp Nou – si è clamorosamente perso per strada e per la prima volta in carriera non è riuscito a dare un’identità alla propria squadra.

Sembra invece destinata a chiudersi con un sorriso la travagliata stagione della Roma, che con la vittoria per 2-1 sulla Fiorentina si ritrova ormai a un passo da quel quinto posto che vorrebbe dire qualificazione diretta ai gironi di Europa League.

A questo punto, archiviato il discorso campionato, l’attenzione dei tifosi si sposta sulle coppe europee. A cominciare dalla Champions League, dove il 7 agosto la Juve è attesa dall’insidiosa gara di ritorno contro il Lione, vittorioso per 1-0 all’andata in Francia. Se Sarri non riuscisse a orchestrare la rimonta, è chiaro che per lui la gloria del nono scudetto consecutivo diventerebbe subito un ricordo.