Che ne sarà del calcio ai tempi del Covid? A primavera pensavamo che non avremmo più visto partite per molto tempo. In estate, contro ogni aspettativa, il Campionato si è concluso senza problemi. Ci eravamo illusi che anche la Serie A 2020-2021 sarebbe andata avanti malgrado tutto, ma ora non c’è più aluna certezza. I contagi si moltiplicano e il protocollo stilato a maggio da Figc, ministero della Salute e Cts sembra frutto di valutazioni frettolose, poco ragionevoli e ancor meno lungimiranti.

Sono solo pochi giorni, ma sembra passata una vita da quando i governatori delle Regioni (Lazio escluso) proponevano di tornare a riempire gli stadi al 25% della capienza. Idea balzana quant’altre mai, come dimostrano gli ultimi dati sanitari e il nuovo Dpcm in rampa di lancio.

Nel frattempo c’è stato il pasticcio di Juventus-Napoli, che poteva essere evitato con un minimo di buon senso: non a caso, il giudice sportivo Mastrandrea, in evidente difficoltà nel pronunciare la sentenza, continua a prendere tempo.

A monte di tutto c’è il caso Genoa, a dir poco emblematico: se una squadra si sottopone ai controlli il giorno prima di una partita e poi, subito dopo, scopre di avere 22 positivi, vuol dire che il sistema in vigore non è dei più geniali. Anche perché la settimana prossima i liguri dovranno presentarsi a Verona con la Primavera: i contagiati non sono guariti e gli altri non possono allenarsi, ma il protocollo (colpevolizzando assurdamente chi viene colpito dal Covid) permette il rinvio di una sola partita. Una volta giocato il jollly, scattano gli 0-3 a tavolino. Ma che senso ha?

È molto probabile che - con queste regole - il Campionato non si concluderà mai in modo regolare. Sarebbe il caso quindi di trovare soluzioni alternative.

Il problema è che non ce ne sono molte: l’unica idea davvero efficace è quella della “bolla”, applicata con successo negli Stati Uniti (dove la situazione sanitaria è ben più grave) per disputare i playoff e le finali della Nba. In sostanza, tutte le squadre e gli staff coinvolti sono stati isolati a Orlando, in Florida, nei lussuosi spazi di Disney World. Solo che in quel caso rimanevano tre mesi di partite, non un anno di campionato. Senza contare che, in Italia, una struttura simile nemmeno esiste. Se bolla sarà, quindi, dovrà essere di una forma diversa. Una bolla all’italiana.

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