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di Roberta Folatti

Alle radici del male

Ci avevano già provato registi del calibro di Costa-Gravas e Semprum a ricavare un film dal libro “Gerusalemme! Gerusalemme!” di Dominique Lapierre. Ma l’argomento è risultato troppo delicato e il timore di non essere equidistanti li ha indotti a rinunciare.
Un film sugli esordi del conflitto israelo-palestinese, all’indomani della decisione dell’Onu del 1947 che stabilì la divisione della Palestina in due stati, è indubbiamente una bella sfida. Il francese Elie Chouraqui l’ha affrontata con già un bel pezzo di carriera alle spalle, come regista, autore teatrale e scrittore. “Io, come tutti del resto - racconta - soffro profondamente per questo decennale conflitto tra israeliani e palestinesi che oppone due popoli fatti e creati per vivere insieme. Ero consapevole che si trattava di una grossa sfida visto che l’argomento è serio, grave e pericoloso. Ma mi sembrava anche, e oggi ne sono ancora più convinto, che portando sullo schermo le radici del male, il perchè e il come di questo conflitto, avremmo offerto uno strumento a tutti coloro che lottano per la pace”.
Il film ruota attorno alle vicende di due personaggi, Bobby, ebreo americano e Said, palestinese. I due giovani, inizialmente amici fraterni, poi costretti a combattersi, diventano il simbolo di due popoli arrivati ad odiarsi non per motivi innati e incancellabili ma per circostanze storiche avverse. E anche per le decisioni sbagliate, affrettate, poco meditate degli organismi internazionali.
E’ lo stesso Lapierre a spiegare dove sta il “peccato originale”: “Le prime scene del film, che mostrano la divisione del paese, permettono agli spettatori di capire perchè, dividendo la Palestina in due, è stata accesa la miccia di un conflitto che dura ormai da cinquant’anni. Le formidabili immagini di questo film spiegano perchè tante persone che fino a quel momento vivevano felici le une accanto alle altre a Gerusalemme, da un giorno all’altro sono state costrette a scontrarsi”.

Se O’ Jerusalem ha un merito è quello di mostrare come molto spesso decisioni che saranno pagate a caro prezzo dalle popolazioni vengano prese con molta approssimazione, scarsa consapevolezza, sulla base di interessi e accordi strategici più che su un reale approfondimento dei problemi.
“La situazione sarebbe stata completamente diversa - spiega Chouraqui - se ci si fosse preoccupati un po’ di più dei popoli che vivevano in quelle zone. Ma le nazioni del mondo alla fine della seconda guerra mondiale avevano altre gatte da pelare e hanno lasciato questi due popoli a fronteggiarsi da soli, senza mediatori, e questa loro impreparazione è la stessa di Bobby e Said”.

I due giovani protagonisti si conoscono a New York, dove entrambi studiano, la loro amicizia cresce solida sino a quando, con il precipitare degli avvenimenti e l’accendersi repentino del conflitto, decidono di recarsi in Palestina. In breve tempo si ritroveranno su fronti contrapposti, a lottare per la stessa terra. Ciascuno dei due perderà nella guerra gli affetti più cari, Said il fratello e l’amatissimo zio, Bobby la donna di cui si è innamorato, a testimonianza che con le armi non si risolvono le questioni, le si rendono solo più intricate, esacerbando gli odi, innescando vendette a catena.
“O’ Jerusalem” può risultare interessante come ricostruzione storica, ma non convince dal punto di vista puramente narrativo. I personaggi finiscono per rimanere dei simboli senza incarnarsi davvero in individualità, in caratteri.
Il racconto si interrompe sulla prima tregua imposta dalle Nazioni Unite: ebrei e arabi di Gerusalemme, dopo giorni di conflitto duro e di gravi perdite da entrambe le parti, ricominciano a parlarsi. Si abbracciano persino.
E’ una scena impressionante se si pensa a come è degenerato in seguito il problema e allo stato attuale dei rapporti tra israeliani e palestinesi. Allora si sperava ancora nella pace, oggi il dialogo appare ormai quasi impossibile.

O’ Jerusalem (2006, Usa, Francia, Grecia, Italia, Gran Bretagna, Israele)
tratto dal romanzo di Dominique Lapierre e Larry Collins
Regia: Elie Chouraqui
Sceneggiatura: Elie Chouraqui, Didier Lepecheur
Cast: J.J. Feild, Saïd Taghmaoui, Daniel Lundh, Mel Raido, Patrick Bruel, Maria Papas,
Distribuzione: Medusa