Una scelta coraggiosa quella della Teodora Film, che rema controcorrente rispetto
al mercato della distribuzione italiana. La illustrano i responsabili stessi,
nelle pagine del sito della società, partendo dall'irritante sensazione
di trovarsi in un panorama cinematografico asfittico e totalmente subalterno
a quello americano.
"Quest'anno, prevedendo la solita triste estate cinematografica, ci siamo
detti: basta, cerchiamo di trovare un'apertura, una piccola fessura fra le leggi
del mercato, mettiamo insieme qualcuno dei più bei film che abbiamo visto
negli ultimi festival, sottotitoliamolo, rinunciamo quasi del tutto all'esosa
pubblicità e diamo al pubblico qualcosa di veramente fuori dal comune,
da ricordare. Nell'unico modo che il mercato ci consente".
E il primo dei film fatti circuitare è senza dubbio una pellicola che
non si dimentica. 13 Tzameti, del ventiseienne georgiano Gela Babluani,
ha ottenuto diversi riconoscimenti in giro per il mondo, tra cui il premio come
miglior film straniero al Sundance Film Festival che presenta il meglio
della produzione indipendente. Il fatto che sia un'opera prima e di un regista così giovane, lascia
stupiti, per la maestria con cui la storia narrata si avvinghia intorno allo
spettatore, stringendolo nella morsa dell'attesa e di una crescente inquietudine.
Girato in bianco e nero, ambientato per la prima parte nei sobborghi di Parigi
e per la seconda in una sordida casa nascosta nei boschi in cui avviene l'inimmaginabile,
13 Tzameti è un film di facce e di atmosfere. La faccia incredula
del giovane Sebastien che, credendo di aver trovato l'occasione della vita,
piomba letteralmente in un incubo, e quelle di tutti i comprimari, che sembrano
usciti da un film di Jean-Pierre Melville o dai romanzi di Jean-Claude Izzo.
Facce ambigue, scavate dal cinismo e dalla rapacità, che hanno divorziato
per sempre dal più elementare senso di umanità. Il film di Babluani
ci proietta di colpo in un mondo in cui la vita vale un pugno di euro e viene
freddamente tolta e restituita. Gli istinti più bestiali si dipingono
sui volti dei giocatori e delle "pedine" in gioco, in un crescendo
di angoscia che invade lo schermo rendendo 13 Tzameti ipnotico e terribile
in egual misura. Ma tutto questo Babluani riesce ad ottenerlo senza scene di
violenza o effettacci di quel tipo, solo grazie alla bravura degli attori e
alla sua abilità registica. A sottolineare l'assurdità della vicenda,
ma anche la tangibilie possibilità che essa si verifichi, una colonna
sonora inquietante e melliflua come gli animi corrotti dei personaggi in cui
incappa il povero Sebastien.
13 Tzameti fa parte di un gruppo di cinque pellicole che, durante l'estate, la Teodora Film proietterà a rotazione nelle sale italiane. Gli altri titoli sono "Soap" di Pernille Fischer Christensen, "The yes man" di Dan Ollman, Sarah Price e Chris Smith (apprezzatissimo al Festival di Berlino), "Le temps qui reste" di Francois Ozon e "Tough Enough" di Detlev Buck. Viste le premesse, è lecito aspettarsi che anche le altre proposte rappresentino un guizzo di novità nella stantia programmazione nazionale, e in particolare in quella estiva.
Per maggiori informazioni sulle date e le sale www.teodorafilm.com
![]() |
13 TZAMETI (Francia, Georgia
2005) Regia: Gela Babluani Sceneggiatura: Gela Babluani Cast: George Babluani, Philippe Passon, Pascal Bongard, Aurelien Recoing Produzione: Les Film de la Strada Distribuzione: Teodora Film |