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di Roberta Folatti

In questa stagione le sale cinematografiche - quelle cittadine che sopravvivono alla chiusura estiva e quelle dei luoghi di villeggiatura - sono desolatamente povere di bei film. Le rade nuove uscite sono di solito fondi di magazzino, quindi conviene ripiegare sulle pellicole "bucate" durante l'anno e rimaste miracolosamente in cartellone. Ne voglio ricordare qualcuna. Cominciamo con un film del 2004 ma distribuito solo nelle ultime settimane, Bombon - el perro di Carlos Sorin, commedia agrodolce ambientata nell'Argentina post crollo economico. Juan Villegas, lasciato a casa a 52 anni, stenta a trovare un nuovo lavoro sino a quando sulla sua strada non incrocia un grosso dogo bianco, un cagnone dall'aspetto minaccioso ma dai modi gentili. Il film di Sorin è uno sguardo ironico e al tempo stesso indulgente sulla realtà quotidiana di un paese che, dopo la batosta subita, ha saputo in qualche modo creare una rete spontanea di solidarietà. Tutti hanno perso qualcosa e darsi una mano vicendevolmente aiuta a non pensare troppo ai propri guai. L'amicizia tra l'uomo e il cane può essere il simbolo di una risorsa in più, quella basata sui rapporti interpersonali e sulla fiducia.

Un'altra commedia, decisamente leggera ma ben fatta, viene dalla Francia ed ha per protagonista una delle attrici giovani più in voga oltralpe in questo periodo, Cecile De France. Spigliata, elegante, con un montaggio veloce che diventa a tratti vertiginoso, Un po' per caso, un po' per desiderio di Daniele Thompson si colloca a metà tra romanticismo e disincantata ironia.

Verso il sud, produzione franco-canadese diretta da Laurent Cantet, vira nel dramma personale con risvolti sociali. Tre turiste non più giovani cercano l'avventura sessuale (o amorosa?) ad Haiti, terra ancora segnata da una rovinosa dittatura: tra cinismo e illusioni si ritroveranno faccia a faccia prima di tutto con se stesse. Dopo le durezze del mondo del lavoro occidentale, Cantet affronta un altro tema spinoso, parlando apertamente delle esigenze sessuali di donne di una certa fascia d'età. Determinate, consapevoli, economicamente realizzate ma forse fragili a livello emotivo.

Continuiamo con uno dei film distribuiti dalla Teodora, che dovrebbe fare la sua comparsa in lingua originale almeno nelle sale delle grandi città. A soap, firmato dall'esordiente regista danese Pernille Fisher Christensen è la storia di un bizzarro rapporto di vicinato. Una donna in crisi col compagno e un po' anche con se stessa si trasferisce nell'appartamento attiguo a quello di un transessuale in attesa di operarsi. Premiato dalla Giuria del Festival di Berlino 2006, il film ha il suo punto di forza nell'interpretazione dei due attori protagonisti, oltre che nell'originalità con cui sa sviluppare la vicenda.

Concludiamo con un'opera sottovalutata al momento della sua uscita, che qualche esercente volenteroso ha recuperato in questo periodo di "magra".
Ogni cosa è illuminata è un inno al potere della memoria e alla capacità di guardare. Lo sguardo vagamente allucinato del protagonista, amplificato dalle lenti dei suoi eccentrici occhiali, sa vedere lontano, nel passato e nel futuro, catturando oggetti che diventano piccoli simboli di grandi tragedie. Esordio registico dell'attore Liev Schreiber, il film diverte e commuove nella sua penetrante ingenuità, servendosi di un contorno visivo di notevole impatto.


 

Ogni cosa è illuminata

Bombon - el perro