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di Alessandro Iacuelli

La Gazzetta Ufficiale della Repubblica Francese ha pubblicato quel che già da settimane si attendeva: il decreto che autorizza il colosso elettrico d'oltralpe EDF a costruire il suo reattore nucleare di terza generazione "EPR" a Flamanville, in Normandia, progetto nel quale è coinvolta anche ENEL. Dopo il via libera dell'Autorità di sicurezza del nucleare e del ministero della sanità, "nulla si opponeva più alla firma del decreto", ha dichiarato il ministro dell'Economia e delle Finanze, Thiery Breton, al quotidiano Les Echos. I dubbi sul progetto riguardano però la sua ubicazione: occuperà infatti 120 ettari di terreno, a ridosso delle scogliere del Cotentin: una zona direttamente affacciata sull'Atlantico, soggetta spesso a bufere e mareggiate.
Altri dubbi vengono dal fatto che la pubblicazione del decreto avviene all'indomani dell'incidente nucleare di Dampierre, avvenuto lo scorso 9 aprile nel Loiret, dipartimento francese della regione Centro. Il comunicato dell’Autorità di sicurezza nucleare (ASN), sostiene essersi verificato un incidente sul reattore numero 3 della centrale nucleare gestita dalla stessa EDF e sottolinea che è stato provocato "da un abbassamento dell'energia elettrica". Il reattore è stato fermato e sono subito scattate le procedure di sicurezza, afferma la ASN. "Il piano di emergenza interno è stato messo in moto da EDF alle 22.10" e la ASN "ha messo in piedi il servizio nazionale di crisi". Si tratta di un allarme di livello 1 su 7 sulla scala internazionale degli incidenti nucleari. La EDF assicura che incidenti simili non potranno avvenire nel nuovo reattore ad acqua sotto pressione che verrà impiantato in Normandia.

La scelta di Flamanville, preferita alle altre città candidate - Penly, nel nord-ovest del Paese e Tricastin, nel sud-ovest - è stata motivata dalla società con ragioni tecniche, quali la capacità di trasporto di elettricità per distribuire l'energia prodotta e i vincoli ambientali. Soddisfatti gli amministratori del dipartimento della Manica, a cui appartiene Flamanville. Il cantiere di costruzione, che sarà aperto nel corso di questo anno ed avrà come durata prevista 5 anni, creerà circa 1.500-2.000 posti di lavoro, mentre saranno appena 350 gli impieghi stabili una volta in funzione il reattore, verso il 2020.

Con questo impianto la Francia dà il via al progetto volto a rimpiazzare, entro una ventina d'anni, le sue diciannove centrali nucleari. Nel momento in cui il prezzo del petrolio è alle stelle, il carbone è guardato con diffidenza per il suo devastante impatto ambientale e le forme di energia alternativa ancora non decollano, il lancio di EPR "contribuisce a garantire", come dichiara Pierre Gadonneix, presidente di Edf, "l'indipendenza energetica dell'Europa nei prossimi decenni". Opinione confermata dal Primo Ministro Jean-Pierre Raffarin, per il quale il progetto rappresenta una "prospettiva principale per la stessa EDF e una scelta strategica per la Francia". Scelta strategica perchè la stessa azienda d'oltralpe non nasconde affatto che spera di usare il nuovo impianto come "vetrina" per vendere la propria tecnologia all'estero. Secondo EDF, i reattori EPR dovranno sostituire, in prospettiva, i 58 reattori delle 19 centrali esistenti.

Molto critici invece gli ecologisti. Greenpeace parla di "oggetto tecnologico vicino all'obsolescenza", mentre la rete civica "Uscire dal nucleare" che riunisce circa 700 associazioni sostiene che EPR "presenta le stesse tare dei reattori attuali".
Che si tratti di un progetto spacciato per nuovo, ma vicino all'obsolescenza, è certamente vero, almeno da un punto di vista puramente tecnologico. I reattori EPR (European Pressurised water Reactor) nascono infatti da un progetto franco-tedesco sviluppato dal 1992 da Siemens e Areva; si tratta quindi di una tecnologia di 15 anni fa, in un settore dove proprio negli ultimi anni le tecniche si sono affinate e perfezionate notevolmente, al prezzo di un innalzamento dei costi di costruzione e di gestione. All'inizio degli anni '90, la tecnologia EPR presentava di sicuro delle innovazioni: un doppio contenimento attorno al cuore del reattore in grado di resistere all'impatto di un aereo scagliato ad alta velocità ed una sorta di "portacenere" in cui raccogliere i resti del cuore radioattivo in caso di incidente.

Al progetto dovrebbe partecipare anche Enel con una quota del 12 per cento, secondo un accordo raggiunto un paio di anni fa con EDF, che però non è stato ancora firmato.
Sul piano economico e finanziario, il ministro dell'economia Breton mette anche in guardia contro i rischi di una bolla speculativa nelle energie rinnovabili dopo che il gruppo indiano Suzlon ha rialzato la sua offerta su Repower, il produttore tedesco di impianti eolici al quale è interessata anche l'azienda statale francese Areva. "Lo Stato azionista vigilerà", afferma il ministro, sottolineando come Parigi "svolgerà pienamente il proprio ruolo".