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Categoria: Esteri
di Giuseppe Zaccagni

Il Papa protettore non c’è più. L’elettricista di Danzica si gode il suo Premio Nobel. Il post-comunista Kwasniewskij rilegge il passato in silenzio. Il generale Jaruzelskij attende il processo. Il grande Kapuscinskij è stato insultato... Ed ora i gemelli Kazynski che hanno preso il potere in Polonia - il Presidente Lech e il premier Jaroslaw - sentono tremare la terra perché i polacchi cominciano ad essere stanchi della loro invasione di campo nella scena politica ed istituzionale. E così i due, non potendo più ricorrere ad un Papa di casa, cercano appoggi di ogni sorta in vista delle presidenziali. Rilanciano l’attività del loro partito, il Pis- Diritto e giustizia, ma soprattutto chiedono soccorso a quella “Radio Maryja” che è l’icona della reazione polacca. E’ infatti una emittente di stampo cattolico che ha scelto di essere la voce della conservazione. A dirigerla, con spirito nazionalista ed antisemita, è il “padre cattolico Tadeusz Rydzyk” che ha forti agganci in Vaticano e che al tempo del Papa polacco era definito “Consigliere del Principe”. Ed è a questa “santa” radio che il presidente polacco Lech si rivolge inginocchiandosi accanto a padre Rydzyk. Lo prega di intervenire e di dire qualcosa di destra criticando la piega presa dalla trasformazione democratica del paese nel 1989 dopo la tavola rotonda fra le forze dell'opposizione di Solidarnosc e i rappresentanti del vecchio potere comunista. I Kazynski non mollano. Si agganciano alla Chiesa perché ne conoscono l’influenza in una Polonia che è ancora caratterizzata da un clericalismo integralista e dettano a “Radio Maryja” le loro litanie. Chiedono che vengano lanciati appelli - con l’imprimatur ecclesiastico - a quella parte dell'elettorato che ha digerito male le riforme del libero mercato e che teme l'apertura al nuovo vedendo nell’Occidente e nell'Unione europea una minaccia ai valori tradizionali. Ma i gemelli non si accontentano dei commenti redazionali. Impongono la diretta. E così approfittano di un pellegrinaggio al santuario della Madonna nera di Czestochowa per gridare dai microfoni della Santa-radio (oltre cinque milioni di ascoltatori militanti): "La Polonia oggi sta qui". Un modo questo che ritengono efficace per dimostrare che il Paese e la Chiesa sono la stessa cosa e che alla testa della Polonia c’è un governo che rispetta le tradizioni religiose, le uniche che contano.

In questo contesto i gemelli cercano di ignorare le accuse di antisemitismo che vengono da gran parte del Paese contro “padre Rydzyk”. Ma il prelato alza il tiro affermando che il Presidente “é un imbroglione che si piega di fronte agli ebrei". Scoppia la polemica in casa. E il capo dello Stato, ancora una volta, punta a minimizzare: “Si tratta - dice - di una questione fra lo stato e la chiesa" ed evita poi di commentare la sparata di padre Rydzyk contro sua moglie Maria, accusata di essere "una strega che dovrebbe sottoporsi a eutanasia" perche si era detta contraria a una modifica della legge sull’aborto. Polemiche e scontri non accennano a diminuire. Sul fuoco soffia l’ambasciatore israeliano a Varsavia, David Peleg, che chiede alle autorità locali di condannare le dichiarazioni antisemite di padre Rydzyk, che vengono considerate “un passo indietro nel processo di riconciliazione tra cattolici ed ebrei”.

Intanto il vento elettorale provoca anche vari sconvolgimenti nell’assetto politico. Il premier Jaroslaw, per garantire la continuita del suo governo, cerca di rafforzare la sua posizione liberandosi degli alleati scomodi come il leader populista Andrzej Lepper del partito “Samooborona-Autodifesa” (che non ha mai risparmiato critiche ai gemelli accusandoli di aver mandato un contingente in Afghanistan senza aver prima consultato i partiti alleati) e del nazionalista Roman Giertych della “Lpr-Lega delle famiglie polacche”, il movimento che si oppone all'aborto e a concedere i diritti agli omosessuali. Ma le falle che si sono aperte nel palazzo governativo sono anche altre. Perché i gemelli si sono inimicati la maggior parte dei leader europei per aver rinviato a un futuro indefinito l'adozione della moneta unica, per aver bloccato un grosso accordo economico tra Russia e Unione europea e, infine, per aver impedito il regolare svolgersi dei lavori sul Trattato europeo. E c’è poi il contenzioso con la tedesca Angela Merkel che viene accusata dai Kazynski di voler esercitare una nuova egemonia in Europa. E ancora: al recente vertice i gemelli hanno creato imbarazzo con la loro richiesta di tenere conto delle vittime polacche del nazismo nel calcolo del voto per la maggioranza qualificata in Europa...

La calma, quindi, non regna a Varsavia. Si parla già dei Kazynski come di un passato da dimenticare. Ma resta sul tappeto uno scontro che potrebbe essere fatale: quello dei contrasti che vengono avanti tra la popolazione sul tema, appunto, della invadenza delle istituzioni religiose nella vita politica. Sarà interessate vedere per chi pregherà ora la “santa” Radio Maryja.