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di Elena Ferrara

Gli americani hanno la Cia, gli israeliani il Mossad, i russi l’Fsb, gli inglesi l’MI-6 : ma ora anche i Rom si dotano della loro intellicence. Si chiama “Sisrom”, che sta per “Servizio Informazione Sicurezza Rom”. Ha come punto base la Romania (il paese dove si è costituito ufficialmente) ed ha già stabilito rapporti a livello mondiale con l’ Interpol ed altre organizzazioni che si occupano della sicurezza. Supera così i giganteschi ostacoli innalzati dal potere dominante nei confronti di una popolazione da sempre umiliata. Alle spalle di questa nuova centrale investigativa c’è un movimento romeno particolarmente attivo che si chiama “Partito degli zingari” e che, nel parlamento di Bucarest, è rappresentato dal deputato Rom, Medelin Bojku. Ed è lui che fornisce alla stampa queste prime informazioni sul Sisrom. Che ha, come compito istituzionale, quello di svolgere operazioni di studio e di analisi in tutta la diaspora. Catalogare, quindi, le varie etnie segnalando alla centrale di Bucarest dove e come sono organizzati i campi zingari sparsi nel mondo. Una lavoro parallelo di indagine e di controllo che porterà il Sisrom, nel giro di pochi anni, ad essere una delle centrali di intelligence più importanti del mondo, capace di diegnare i contorni di un gruppo sociale. Il primo paese dove verrà attuato un “controllo” a tappeto sarà, ovviamente, la stessa Romania. Da qui partirà poi l’esplorazione degli altri “campi” in Europa e in Asia. Ma il Sisrom avrà anche come compito quello di far risultare sempre la verità sul mondo zingaro. Tra gli obiettivi c’è, infatti, quello di evidenziare le falsità presenti in quei media che affrontano il tema delle minoranze basandosi su stereotipi, leggende e mistificazioni. Questa nuova organizzazione di intelligence assume un valore sociale, di difesa di una comunità che sino a questo momento non ha mai avuto un suo centro direzionale, responsabile, unitario. “Ora - dice Bojku - siamo noi che passiamo all’attacco e lo facciamo per difenderci e per fornire informazioni obiettive sulla vita dei Rom”.

Ma nello stesso tempo il Sisrom - estenendo la sua attività ai paesi dove si trovano i rappresentanti della diaspora tzigana - sarà sempre più in grado di controllare (e segnalare) i movimenti che si registrano nei campi e di individuare i potenziali conflitti interetnici. In pratica questa nuova intelligence aiuterà la Romania ad operare a testa alta nella comunità europea e internazionale. Non mancano, ovviamente, i pericoli relativi ad infiltrazioni mafiose. Il Sisrom, infatti, avendo a disposizione una rete moderna e razionale di informatori potrebbe divenire, per le stesse organizzazioni criminali, una fonte di informazioni. Ma a Bucarest si fa subito notare che questo nuovo servizio non nasce dal nulla perchè ha pur sempre alle spalle l’esperienza del Sri, il “Servizio Romeno di informazione”.

Quanto al programma attuale di “lavoro” il punto centrale del Sisrom (che opera con sei dipartimenti strategici) consiste nel mettere fine alla discriminazione dei Rom in Romania e in qualsiasi altra parte del mondo. E proprio questi obiettivi sono resi in un certo senso favorevoli dal modo di vivere degli stessi zingari. Che non hanno mai una fissa dimora e che sono capaci di attraversare ogni frontiera. Passano infatti, senza problemi, dalle regioni del Danubio a quelle moldave della Prednistrja, dalla Romania ai Balcani. E mentre attraversano i posti di confine sono in grado di annotare qualsiasi tipo di spostamento e di attrezzature sistemate in zone considerate, appunto, top-secret. Inoltre, nelle loro peregrinazioni, i gruppi di zingari si trovano spesso a transitare in località dove si trovano città militari o obiettivi strategici. E anche in questi casi sono in grado di effettuare precise ricognizioni fornendo alla loro centrale operativa informazioni che, spesso, risultano preziose.

Ma le carovane di zingari possono anche facilmente attraversare le frontiere portando materiali di ogni genere. Oltre a questo, proprio per il carattere particolare della loro vita, possono riuscire facilmente a stabilire contatti con agenti di altri paesi. Possono altresì essere utili per la ricerca di elementi che sono da tempo nell’obiettivo dell’Interpol. In sintesi, il Sisrom si presenta come uno strumento particolare di intelligence a più volti. Il problema che si pongono ora i servizi di sicurezza di molti paesi consiste nel riuscire a scoprire chi si nasconda dietro al vertice di questa nuova intelligence. Si pensa che dovrebbero esserci romeni della vecchia “Securitate” dei tempi di Ceaucescu restati “disoccupati”.

Una cosa è certa ed è che questi 007 che vengono dall’Est riescono a sfuggire al controllo delle intelligence di stampo europeo. Tra di loro - agenti di questo Sisrom che scende ora in campo - non si vedono personaggi alla James Bond, auto che si trasformano in lanciamissili, elicotteri che piombano improvvisi su obiettivi strategici. Ci sono solo uomini con chitarra e splendide tzigane disposte a leggervi la mano e, all’occasione, pronte a carpirvi anche qualche segreto...

Il vertice dell’organizzazione Sisrom, a quanto sembra, ha compreso proprio questo. Sa che i confini saranno la causa dei grandi conflitti futuri e l’oggetto delle contese del millennio. Sa che si prospettano nuovi scontri di civiltà. E così i Rom della Romania - guidati da un “grande fratello” da non sottovalutare - si organizzano per rafforzare la propria identità. Storica e culturale ed ora collegata ad una intelligence planetaria.