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Categoria: Esteri
di Bianca Cerri

Le centinaia di signorine che lavorano nei bordelli nell’hinterland di Las Vegas, Reno e Carson City possono tirare un sospiro di sollievo. Il baraccone elettorale è ripartito e finalmente si torna al peccato, vera forza motrice dell’economia del Nevada. La vittoria del repubblicano Mitt Romney era in fondo prevedibile, visto che le lobbies del gioco sono tra i principali finanziatori della sua campagna elettorale. Meno prevedibile quella di Hillary Clinton, che tirando gli ispanici e le donne dalla sua parte ha comunque sbaragliato gli avversari. L’ex- first lady ha nuovamente giocato sulla fragilità delle donne in politica, perennemente ostacolate dai colleghi maschi. Con milioni di dollari e un impressionante apparato propagandistico a disposizione, Clinton continua ogni tanto a tirare fuori i panni della donzella indifesa, vittima della prepotenza maschile. Pare che la tattica funzioni, ma forse non sarebbe stata sufficiente per vincere a Las Vegas se il destino non avesse offerto alla candidata democratica la possibilità di giocarsi un’altra carta sfruttando la coincidenza del voto con il decimo anniversario dell’affare Lewisnky. Hillary Clinton, che non aveva mai accettato di parlare delle frustrazioni vissute a causa degli innumerevoli tradimenti del marito, ha deciso di farlo a poche ore dall’inizio dei caucus di Las Vegas in un’intervista concessa alla Fox, durante la quale ha persino difeso il marito che avrebbe continuato ad amarla nonostante tutto. Per non penalizzare troppo la propria immagine di candidata alla presidenza, Clinton ha cercato insomma di sfruttare l’affare Lewinsky quel tanto che le bastava per ramazzare su un numero di voti sufficienti per scongiurare una vittoria degli avversari commuovendo il pubblico. Barack Obama, che in Nevada veniva dato per favorito, ha dovuto accontentarsi del secondo posto.

Per John Edwards, le speranze di andare alla Casa Bianca sembrerebbero invece addirittura svanite del tutto. Con il 4% dei voti, l’ex-senatore della Carolina del Nord non potrà, obiettivamente, guardare molto lontano. Del resto, ci si erano messi in tanti a far fuori John Edwards, ad iniziare da Tom Donahue, presidente della Camera di Commercio, che l’otto gennaio scorso aveva avvertito dalla prima pagina del Los Angeles Times che non voleva più sentirlo parlare a favore dei derelitti o lo avrebbe schiacciato. Donahue è un uomo potente, al quale non piace essere sfidato e già quattro anni fa, quando Edwars fu scelto come probabile vice-presidente da John Kerry, aveva tentato di minargli il terreno.

Nel febbraio del 2007, John Edwards era finito nel mirino della Lega Cattolica per aver affidato il proprio blog elettorale a due collaboratrici sgradite alla Lega per le loro posizioni. L’otto febbraio 2007, il candidato democratico aveva risposto personalmente al presidente della Lega Cattolica che chiedeva l’allontanamento immediato delle due donne che non avrebbe permesso altre ingerenze nell’ambito della sua campagna né tollerato forme di linguaggio discriminatorie nei confronti dei suoi collaboratori.

Dopo la presa di posizione di Edwards, la Lega Cattolica non aveva più smesso di perseguitarlo. E’ probabile che dietro al tentativo di estromettere Edwards dalla corsa con una serie di articoli su una sua presunta relazione extra-coniugale apparsi sul National Enquirer in autunno ci sia la stessa mano. Edwards fu fotografato con un bambino tra le braccia che, secondo gli autori dell’inchiesta, sarebbe stato un figlio segreto nato dall’unione con la regista Rielle Hunter, già collaboratrice del senatore in passato. Sarà una coincidenza, ma tra gli azionisti del National Enquirer figura il nome di Roger Altman, amico fraterno dei Clinton oltre che consulente finanziaro della Casa Bianca negli anni in cui Bill era presidente.

Inutile dire che le compagnie assicurative, altra lobby potentissima negli Stati Uniti, si sono unite volentieri al boicottaggio nei confronti di Edwards, che da avvocato riuscì a far ottenere risarcimenti miliardari a molte vittime della negligenza dei medici. Infine, quando Edwards ha giurato che non ci sarebbero state più Guantanamo nel futuro degli americani sotto la sua presidenza e promesso che avrebbe picchettato le fabbriche assieme ai lavoratori per impedire che venissero licenziati, si è automaticamente tirato addosso un vero e proprio diluvio di fango. La notte prima del voto in Nevada, gli oppositori di Edwards sono andati di casa in casa per scoraggiare i suoi simpatizzanti dal votare per lui.

Krystal Hernandez, una signora che si apprestava a parlare agli elettori ancora indecisi, è stata praticamente estromessa dal caucus. “Quando ho cercato di parlare in favore di Edwards, i sostenitori di Obama hanno iniziato ad urlare per coprire il suono delle mie parole. La sera prima, avevo ricevuto la visita di quelli di Clinton che avevano tentato di farmi credere che Edwards stesse per ritirarsi e che avrei dovuto sostenere Hillary….infine, io e mio marito siamo stati costretti ad abbondare i nostri posti per spostarci nel settore di Obama. Una vergogna….Vorrei che il mondo sapesse che comunque vadano le cose Edwards ha tentato di alzare il velo sulla povertà in America, sulla giustizia sociale e sulle condizioni carcerarie. Ha preso le parti dei lavoratori e giurato battaglie contro chi li sfrutta…. A pensarci bene, come poteva fare il presidente degli Stati Uniti? ”, ha detto Hernandez. Già, come?