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Categoria: Esteri
di Carlo Benedetti

Il re è sempre più nudo. Eppure, minato in patria da Obama e dalle ondate di proteste contro la guerra in Iraq, si rifà in Europa. Una sorta di vacanza politica - alla ricerca di un margine d’iniziativa - accompagnato dalla sua Condoleezza Rice. Eccolo quindi al vertice da lui voluto e convocato a Lubiana, capitale della Slovenia divenuta una nuova stella dell’impero americano. L’occasione - tra gli inciampi della distensione e le incertezze della leadership Usa - è quella del summit semestrale tra l'Unione Europea e gli Stati Uniti. Nella cittadina europea il presidente Usa (al secondo impatto in terra slovena dopo l’incontro con Putin del 2001) incontrerà subito - per dare il via agli ordini di scuderia - il capo della Commissione Ue Josè Manuel Barroso e il primo ministro sloveno Janez Jansa, nella quiete della residenza di Brdo pri Kranju, vicino a Lubiana. Qui (con il Presidente della Slovenia Danilo Turk e il premier Janez Jansa) saranno ribadite le linee generali del vertice: la questione della sicurezza, le sfide mondiali, la politica regionale e la cooperazione bilaterale. Tutto, ovviamente, si svolgerà come previsto dal copione, con una serie ben individuata e ben ponderata di priorità. In primo luogo, sul tavolo ovale di Lubiana saranno sistemati i dossier relativi alla “questione iraniana”. Bush andrà subito al sodo: ricorderà ai suoi fedeli che la Casa Bianca accusa Teheran di usare tattiche dilatorie per portare avanti il programma di armamento nucleare. Gli Usa, di conseguenza, intendono esercitare nuove pressioni, diplomatiche ed economiche sull'Iran con l'aiuto dei partner europei presenti al vertice, rafforzando inoltre le sanzioni già decretate dalle Nazioni Unite. Ma Bush, ovviamente, cercherà di far accettare questa terapia d’urto fornendo agli europei alcuni motivi di orgoglio. Dirà a tutti che l’Europa ha un ruolo decisivo nelle sorti del mondo. E per accreditare questa tesi “distensiva” ha già mandato in avanscoperta il suo consigliere per la sicurezza nazionale, Stephen Hadley, il quale ha dichiarato che l’agenda in esame a Lubiana sarà molto ampia. Soprattutto per il fatto che l’Unione Europea va sempre più assumendo, nel mondo, un ruolo decisivo. Un omaggio, quindi, alle leadership del vecchio continente. E sempre Hadley ha aggiunto: “Bush cercherà di rafforzare una partnership transatlantica che promuova la democrazia, combatta il terrorismo, prevenga la proliferazione, affronti i mutamenti globali e il commercio globale con efficacia". Un modo diretto per far notare che Bush è pur sempre attento alle nuove idee e tendenze.

Gli americani passeranno poi a sottolineare il loro ruolo in Libano. Imporranno la loro strategia relativa al come rafforzare la democrazia in quel paese, al come aiutare i negoziati di pace tra israeliani e palestinesi. E poi a come stabilizzare la situazione in Iraq e Afghanistan. Ma nell’agenda dovrebbero figurare anche le questioni del Kosovo e della delicata situazione tra Russia e Georgia. Bush, inoltre, approfitterà dei colloqui sloveni per preparare il terreno per l'imminente G8, in programma in luglio in Giappone (dove intende rilanciare una serie di iniziative umanitarie per combattere le epidemie in Africa). Il summit attuale consentirà inoltre di verificare l'efficacia del nuovo forum creato l'anno scorso al vertice Usa-Ue, il Transatlantic Economic Council (TEC), che mira ad affrontare un'ampia gamma di problemi normativi che ostacolano una maggiore integrazione tra l'Europa e gli Stati Uniti.

Poi l’americano presidente, salutati i soci del club europeo, passerà alla seconda fase del grand tour. “Saluterà” sul posto gli alleati della Casa Bianca presenti sul territorio reale. Perché dopo la prima tappa di Lubiana proseguirà per una settimana con soste successive a Berlino, Roma, Parigi, Londra e Belfast prima del ritorno a Washington la sera del 16 giugno. Sarà questo viaggio il vero e proprio tour d’addio prima di liberare la Casa Bianca. Martedì sera, chiuse le porte del vertice, Bush volerà in Germania, dove andrà a cena con il cancelliere Angela Merkel a Meseberg. Mercoledì sarà poi a colazione e a pranzo sempre con la Merkel e nel pomeriggio si trasferirà a Roma. Il 12 giugno sarà a colloquio con il presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano con il quale poi pranzerà. A cena invece si ritroverà con il grande amico Silvio Berlusconi. Il 13 giugno varcherà la soglia vaticana per un colloquio con il Papa.

Nel primo pomeriggio sarà a Parigi, dove è previsto un discorso all'Osce e una cena con il presidente francese Nicolas Sarkozy. I colloqui con l’esponente francese proseguiranno nella mattinata del 14 giugno. Quindi un salto a Suresnes per una visita al cimitero militare Usa, poi a Mont Valerien, al memorial della seconda guerra mondiale. Il 15 giugno, di buon mattino, volo verso l’Inghilterra dove a Londra è in programma l'incontro con la Regina Elisabetta II al Castello di Windsor. Quindi colloquio e cena con il premier britannico Gordon Brown. Il 16 mattina poi altro colloquio con Brown. Sarà poi a Belfast per una breve visita e nel pomeriggio sarà pronto a superare l’Atlantico per arrivare a Washington.

E mentre il raid americano ha coinvolto l’intera Europa dall’altra parte del continente la diplomazia del Cremlino non è restata passiva. Si è fatto sentire, in prima persona, il nuovo presidente Medvedev. Il quale, nella sua prima uscita europea, ha mostrato interesse al dialogo con tutte le realtà del continente. E così nella sua visita a Berlino (due ore di colloquio con il cancelliere Angela Merkel) ha confermato che la Germania è il principale partner europeo di Mosca e che ora si apre o una nuova fase nei rapporti Ue-Russia, in vista di quell’importante Summit di fine giugno in Siberia occidentale (sarà ospitato nella regione siberiana di Kanty Mansiskij) nel corso del quale si dovranno definire i termini del nuovo trattato di cooperazione e amicizia tra le due parti. Qui, in particolare, alla Germania sarà affidato il compito di mediare. Perché, ad esempio, alcuni paesi dell’Ue continuano ad opporsi alla prosecuzione dei lavori per il grande progetto del gasdotto sottomarino baltico (North Stream) che dovrebbe unire le rive russe e tedesche, tagliando fuori Lituania, Polonia oltre all’Ucraina che della Ue non fa parte. Berlino invece, che già importa da Mosca il 40 per cento del proprio fabbisogno di gas, non vede l’ora che il consorzio, formato dal colosso russo Gazprom e dalle due principali società energetiche tedesche (Basf ed E.On), termini il suo colossale compito entro il 2011.

Sull’intera questione interviene il presidente russo che annuncia: “Abbiamo discusso di progetti di grande importanza e la Russia è pronta ad interagire con la Germania non solo nell’estrazione e nel trasporto di gas e petrolio, ma anche nella produzione di energia”. Dal canto suo la Merkel, - considerando di “straordinaria importanza” la visita a Berlino del nuovo leader del Cremlino, considera “fondamentale la cooperazione energetica con la Russia”. E non è un caso se si va sempre più confermando l’esistenza di un asse Mosca-Berlino. Con Medvedev - che in accordo con la Merkel - lancia la proposta di organizzare a Mosca una Conferenza internazionale per affrontare i problemi insorti sui mercati finanziari e delle materie prime. Bush, per ora, è avvertito. E comunque sia sarà obbligato - prima di lasciare il suo incarico - a riannodare i fili della complicata vicenda europea