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Categoria: Esteri
di Bianca Cerri

A Berkeley, storica università della California che negli anni ’60 vide la nascita dei movimenti pacifisti, gli studenti non vogliono che i marines vengano a cercare gente da arruolare nel loro campus. Ma quello che desiderano più di ogni altra cosa è che John Yoo, uno dei professori della facoltà di giurisprudenza, se ne vada il più lontano possibile. Un desiderio che per la verità è condiviso da molti dei colleghi di Yoo. Il consiglio accademico ha però già fatto sapere che i professori non possono essere espulsi a piacimento, neppure se la loro etica in qualità di consiglieri della Casa Bianca è discutibile. Solo cinque volte in tutta la sua storia l’università di Berkeley è ricorsa al licenziamento, ma si trattava di docenti che avevano allungato le mani sulle studentesse o nuociuto al prestigio dell’ateneo. Nel caso di Yoo, anche il rettore ha le mani legate. I suoi trascorsi di apologeta dell’estrema destra e l’appartenenza ad una congrega fascista composta da neo-cons che vorrebbero trasformare le leggi americane un nuovo Mein Kampf, non fanno testo. L’unica maniera per rimuovere Yoo dal suo posto è denunciarlo ad un tribunale internazionale come criminale di guerra, visto che di presupposti ce ne sono in abbondanza. Ad iniziare dai memorandum che Yoo aveva già pronti a sole cinque settimane dall’undici settembre che servirono all’amministrazione Bush per strumentalizzare l’attentato al WTC e a dare il via ad una campagna che costerà migliaia di vite. Al processo di Norimberga un documento molto simile bastò per condannare a morte i criminali nazisti che avevano agevolato gli eccidi ordinati da Hitler. Nel caso di Yoo questo non potrà mai avvenire, dal momento che nel 2006 gli Stati Uniti hanno approvato una legge che garantisce l’immunità assoluta ai collaboratori della Casa Bianca qualunque cosa combinino nell’esercizio delle loro funzioni.

Dalla penna e dal pensiero di John Yoo sono uscite alcune delle trovate più apprezzate dall’amministrazione Bush, ma il vero capolavoro restano i memorandum che legittimano l’uso della tortura da parte degli agenti della CIA. Qualche mese fa lo stesso autore ha confidato alla rivista Esquire di averli preparati in fretta e furia in vista dell’arresto di alcuni degli attentatori dell’11 settembre, ma sempre stando bene attento a non cadere in pericolose vaghezze. D’altra parte, la tortura è una specie di dogma religioso per John Yoo. L’annegamento simulato, ad esempio, forma estrema di punizione corporale nata ai tempi dell’Inquisizione e duramente criticata dagli americani quando a praticarla erano i giapponesi, nella prosa di Yoo si è ingentilito, divenendo una “tecnica potenziata di interrogatorio”.

Un successo strepitoso, tanto che il metodo è stato immediatamente esportato dal dipartimento della Difesa USA anche a Guantanamo. Pare che laggiù basti una sola seduta a far confessare qualunque cosa ai prigionieri. Che poi sia vera o no poco importa, quello che conta è che la Casa Bianca possa annunciare al mondo intero di aver stanato il nemico. Secondo il primo emendamento della Costituzione americana, gli intellettuali possono esprimere liberamente il proprio pensiero senza temere di incorrere in sanzioni. Si tratta ora di stabilire se i consigli contenuti nei memorandum di John Yoo che hanno permesso al governo di Washington di torturare ed uccidere rientrino nel contesto delle libertà accademiche ed intellettuali.

E’ una domanda che si pongono anche molti avvocati americani, specialmente per quanto riguarda il passaggio in cui Yoo afferma che “qualunque intrusione da parte del Congresso sui metodi usati dagli agenti della CIA durante gli interrogatori dei prigionieri nelle basi americane costituirebbe una grave offesa all’autorità presidenziale”. Attribuendo a George Bush il potere assoluto, Yoo lo ha di fatto elevato al rango di dittatore, minando in questo modo la credibilità di un Congresso democraticamente eletto.

A Berkeley sostengono però che tutto questo non ha nulla a che vedere con il ruolo di insegnante e che solo se un docente molesta le studentesse o mette a repentaglio il buon nome dell’ateneo può essere allontanato. Un modo come un altro per dire che attirare la vergogna sul paese agevolando l’uccisione, l’umiliazione e la tortura su un numero incalcolabile di esseri umani è molto meno grave. Sempre che tutto venga fatto in nome della libertà accademica….