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Categoria: Esteri
di Elena Ferrara

C’era una volta il “ping-pong” della diplomazia. Ora - quanto a rapporti tra Vaticano e Pechino - è la volta della grande musica classica. Quella di Wolfgang Amadeus Mozart con il suo Requiem, capolavoro spinoso, irto com’è di punti interrogativi e di interpretazioni controverse. Sono proprio i cinesi della grande “China Philarmonic Orchestra” a portare il loro messaggio musicale al Papa Ratzinger con un concerto nell’Aula vaticana intitolata a Paolo VI. L’avvenimento è di grande portata ed è stato ufficializzato nelle colonne dell’Osservatore Romano. Ed è appunto questa notizia che desta grande attenzione tra tutti i vaticanisti e tra quanti seguono l’evolversi del rapporto tra l’Oltretevere e l’Oltremuraglia. Gesto - questo della musica mozartiana - che diviene subito estremamente significativo proprio perchè tra Santa Sede e Pechino non ci sono rapporti diplomatici e sono ben note le difficoltà che la Chiesa cattolica incontra in Cina. Una Chiesa, tra l’altro, sconvolta da divisioni interne tra comunità ufficiali, riconosciute e spesso controllate dalle autorità civili tramite la filogovernativa Associazione patriottica. Quella che controlla il “Movimento delle tre autonomie”, cioè una chiesa indipendente da Roma, ponendo in essere una situazione molto complessa e delicata. Che tuttora, appunto, condiziona i rapporti tra Cina e Vaticano. Ci sono poi le chiese clandestine, non riconosciute e spesso perseguitate dalle stesse autorità centrali. E c’è poi l’annosa questione che si riferisce al fatto che il Vaticano non può nominare liberamente i vescovi, anche se, dopo una serie di consacrazioni episcopali illegittime promosse di fatto dall’Associazione patriottica senza il necessario mandato papale, ci sono state delle nomine, compresa quella molto importante del nuovo arcivescovo di Pechino, Giuseppe Li Shan, che sono state fatte con il consenso di Roma.

Ed ecco in questo contesto di “guerra-guerreggiata” che arriva la colonna musicale di Pechino - capitale del nuovo boom economico asiatico - che vede uniti i musicisti della China Philarmonic Orchestra e del Shanghai Opera House Chorus. Tante quindi le novità ed anche le sorprese per questo avvenimento che la radio vaticana - sempre contenuta ed attenta nelle sue valutazioni - definisce come “importante”. Ed ecco subito la prima scoperta. Si riferisce al fatto che consulente dell’Orchestra è la signora Deng Rong, figlia dello storico leader cinese Deng Xiaoping, morto nel 1997.

Dialogo musicale quindi, ed è già un passo avanti. Perché dopo cinque anni di interruzione, dal 2000 al 2005 a causa di alcune beatificazioni celebrate durante l’Anno giubilare e aspramente criticate da Pechino, è timidamente ripreso un rapporto proprio in occasione del cambio di pontificato da Giovanni Paolo II a Benedetto XVI. Ci sono stati, sempre in questi tempi, incontri informali tra alti rappresentanti della segreteria di Stato e l’ambasciatore cinese presso lo Stato italiano. Successivamente i contatti non si sono più interrotti, nonostante alcune consacrazioni episcopali illegittime nel 2006, tanto che agli inizi di novembre del 2007 il vice-ministro degli esteri vaticano, monsignor Pietro Parolin, si è recato a Pechino, mentre nelle settimane scorse una delegazione cinese è stata ricevuta nel Palazzo apostolico. Da segnalare poi i contatti avuti lo scorso febbraio dal “ministro” degli affari religiosi cinese, Ye Xiaowen, durante un viaggio negli Stati Uniti, con il nunzio apostolico di Washington e l’osservatore permanente vaticano alla sede Onu di New York. Ed ecco ora il ping-pong diplomatico con la colonna sonora di Mozart.

In questo quadro si tornano a mettere in evidenza i dati della realtà religiosa in Cina. Si dice che nella Repubblica Popolare (pur se non esistono statistiche ufficiali) vivrebbero almeno 12 milioni di cattolici di cui ben 4 appartenenti alla Chiesa ufficiale. Di certo, comunque, c’è che il governo ha il controllo sulle nomine dei vescovi, sulle ordinazioni dei sacerdoti, sulle entrate in seminario, sul corpo dei professori del seminario, sui luoghi di culto, sulle pubblicazioni, sui rapporti con l’estero e sull’amministrazione. Si sa anche che la Chiesa non ufficiale ha attualmente 49 vescovi e che entrambe le Chiese hanno circa 2200 sacerdoti (il 65% è sotto i 50 anni) e 3600 suore di congregazioni diocesane. Vi sono anche molte vocazioni: almeno 1700 seminaristi e 2500 novizie. Ora il film del dialogo Vaticano-Cina registra un nuovo passo in avanti.

Si apprende, intanto, che la Cina "é pronta" a "migliorare" le relazioni con il Vaticano e a condurre un "dialogo costruttivo" che "nel rispetto dei principi fondamentali", possa portare a "normalizzare le relazioni". Lo ha detto il portavoce del ministero degli Esteri cinese Qin Gang commentando il discorso tenuto da papa Benedetto XVI al termine dello storico concerto in Vaticano dall' Orchestra di Pechino. Il portavoce si è "congratulato" per il successo e ha sottolineato che la musica "e più in generale l'arte" sono un "ponte" che può unire popoli e culture diverse. La Cina ed il Vaticano non hanno relazioni diplomatiche dal 1951. Da allora la Santa Sede riconosce quello di Taiwan come governo della Cina, e la Nunziatura Apostolica ha la sua sede nella capitale dell'isola, Taipei. Intanto si passa dalla chiesa del silenzio a quella accompagnata dalle note del “Requiem” di Mozart.