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Categoria: Esteri
di Michele Paris

A pochi giorni di distanza dalle celebrazioni per i duecento anni dalla nascita di Charles Darwin, negli Stati Uniti è tornata d’attualità la polemica intorno all’insegnamento del creazionismo nelle scuole pubbliche. Ancora una volta al centro dell’attenzione è lo stato della Louisiana, il cui governatore – l’astro nascente del Partito Repubblicano Bobby Jindal – la scorsa estate aveva firmato un provvedimento volto a consentire nelle classi l’uso di “libri di testo che stimolino negli studenti un approccio critico verso le teorie scientifiche”. Il regalo fatto dal governatore agli integralisti cristiani, che compongono una fetta importante della sua base elettorale, è però stato attaccato duramente da un’associazione di scienziati americani che ha cancellato per protesta un proprio convegno in programma a New Orleans. La controversia in America risale agli inizi degli anni Ottanta, quando una legge approvata dallo stato dell’Arkansas stabilì che la “scienza della creazione” doveva trovare lo stesso spazio dell’evoluzionismo nei programmi d’insegnamento. Già nel gennaio del 1982 una corte distrettuale dello stesso stato aveva dichiarato incostituzionale il provvedimento, in quanto il creazionismo non poteva essere considerato un metodo scientifico, poiché si rifaceva al dettato letterale del Libro della Genesi. Nello stesso anno tuttavia, la Louisiana introdusse una legislazione simile a quella bocciata in Arkansas. Dopo una serie di sentenze ed appelli, nel 1987 la Corte Suprema degli Stati Uniti aveva finito con lo stabilire che l’insegnamento del creazionismo violava la cosiddetta “Establishment Clause” del Primo Emendamento della Costituzione, il paragrafo cioè che vieta di fissare una religione nazionale, nonché la preferenza di una religione nei confronti di un’altra.

Tale pronunciamento della Corte Suprema – “Edwards contro Aguillard” – stabiliva però anche che “poteva essere adottato l’insegnamento di una varietà di teorie scientifiche circa l’origine della specie umana”, con l’intento “secolare di arricchire la conoscenza delle scienze”. Verosimilmente su questa premessa, negli anni successivi dagli ambienti della destra religiosa americana è spuntata la “teoria” dell’“Intelligence Design”, nient’altro che una riformulazione del creazionismo travestita da teoria pseudo-scientifica per aggirare il divieto dell’insegnamento di quest’ultimo nelle scuole pubbliche. Nonostante un tribunale della Pennsylvania avesse qualche anno fa proibito l’insegnamento dell’“Intelligence Design” – “religione mascherata da scienza” sosteneva il giudice incaricato del caso – nei programmi di biologia delle scuole superiori di quello stato, il parlamento della Louisiana nel giugno del 2008 ha approvato la legge in questione con una maggioranza schiacciante.

Il cosiddetto Science Education Act è stato così entusiasticamente firmato dal governatore Jindal, in modo che gli insegnanti di scienze si sono ritrovati con la possibilità concreta di adottare materiale didattico “alternativo” nella discussione su temi non solo come la biologia dell’evoluzione, ma anche sul riscaldamento globale e la clonazione. La legge della Louisiana era stata proposta dal senatore democratico dello stato Ben Nevers e fortemente sostenuta dall’associazione cristiana conservatrice Louisiana Family Forum (LFF) – un gruppo di stanza nella capitale Baton Rouge, che si propone di “promuovere la fede, la famiglia e la libertà” e i cui membri si dedicano a combattere la “distruzione dei valori della famiglia” per ridare a questi stessi valori la loro “giusta collocazione” nella società.

Consapevoli delle precedenti sentenze e sottoposti alle critiche della comunità scientifica e scolastica della Louisiana e dell’intero paese, i promotori del provvedimento si sono visti costretti ad inserire nel testo di legge la condizione che esso non intendeva “promuovere nessuna dottrina religiosa”. Le loro pressioni nondimeno sono riuscite a convincere la commissione statale vigilante sull’educazione elementare e secondaria a rimuovere dalle proprie linee guida redatte per l’implementazione della legge la proibizione esplicita dell’insegnamento del creazionismo e del “disegno intelligente”, in quanto “ostile” alla religione.

Fin dall’entrata in vigore della legge nello stato della Louisiana, sono state numerose le associazioni scientifiche che hanno manifestato il proprio dissenso ed hanno denunciato il tentativo, nemmeno troppo velato, di introdurre nuovamente il creazionismo nelle aule scolastiche. La protesta più recente e clamorosa ha riguardato la ex Società Americana di Zoologia (oggi “Society for Integrative and Comparative Biology”), la quale ha indirizzato una lettera aperta al governatore Jindal annunciando l’intenzione di sostituire New Orleans con Salt Lake City come prossima sede del proprio raduno annuale del 2011. “È ferma opinione della nostra società che questa legge minacci l’integrità della scienza e dell’educazione scientifica in Louisiana”, ha scritto Richard A. Satterlie, presidente del comitato esecutivo dell’associazione che riunisce più di duemila accademici americani. “Come scienziati, è nostra responsabilità combattere ogni iniziativa anti-scientifica e in particolare ogni attacco all’evoluzionismo come programma di studio”.

Il pericolo maggiore della legge e dal quale il boicottaggio della S.I.C.B. intende mettere in guardia concerne proprio l’utilizzo di un linguaggio che non fa alcun riferimento esplicito a creazionismo o disegno intelligente ma che – nelle stesse parole del senatore Nevers, sponsor del provvedimento nel parlamento statale della Louisiana – si propone piuttosto di “stimolare l’intensa discussione nella comunità scientifica riguardo ad alcuni contenuti della legge” stessa. “Contenuti” tra cui figura proprio l’evoluzionismo, teoria attorno alla quale tuttavia nella comunità scientifica non esiste più alcuna discussione ormai da tempo.