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Categoria: Esteri
di mazzetta

In Guinea-Bissau la realtà si è occupata ancora una volta di realizzare le fantasie più estreme. La storia racconta di un lungo confronto tra il presidente e il capo dell'esercito che risaliva ai tempi della dittatura (peraltro recente, visto che la transizione a una specie di democrazia è avvenuta nel 2005) e che lo scorso fine settimana è trasceso fino alla morte dei due antichi rivali. All'assassinio del capo dell'esercito Batista Tagme Na Waie, saltato insieme alla sua auto in un attentato, i militari hanno reagito poche ore dopo uccidendo il presidente. I ribelli non sembrano aver interesse alla presa del potere, ora assunto ad interim dallo speaker del Parlamento in attesa di nuove elezioni presidenziali. L'azione è sembrata una vendetta, piuttosto che un golpe, la rappresaglia tra clan rivali che si rumoreggia si contendano anche il lucroso traffico della droga Raccontata così la storia non sembra per niente eccezionale, ma assolutamente in linea con quella delle altre sorelle guineane; in fin dei conti in Guinea-Conakry sono freschi di golpe militare succeduto alla fine della dittatura ultra-decennale di Lansana Contè, mentre in Guinea Equatoriale il feroce Teodoro Obiang ha respinto un attacco al palazzo presidenziale appena qualche settimana fa.

A mettere il tocco d'artista ci ha pensato Frederick Forsyth, che è arrivato domenica a Bissau, la capitale guineana, nello spazio tra l'uccisione del capo dell'esercito e quella del presidente avvenuta il lunedì mattina. Forsyth deve molto all'Africa Occidentale, molti dei suoi vendutissimi thriller sono ricalcati sugli intrighi tra potenze coloniali, multinazionali e feroci personaggi africani facilmente riconoscibili. Anche lo stesso Forsyth ha avuto una bella parte nelle disgrazie di questi paesi, lui stesso ha ammesso di aver finanziato un golpe in Guinea Equatoriale nel 1973: si spera solo che non lo abbia fatto unicamente per offrirsi nuovi spunti, visto che dall'esperienza trasse “The Dogs of War”, uno dei suoi maggiori successi.

Forsyth è un personaggio molto attivo, fin da quando nel 1968 lasciò la BBC dopo essere stato accusato di aver falsificato alcuni reportage e spesso ha attraversato con disinvoltura la linea che separa il cronista dal protagonista e mescolato il romanzo con la realtà, contaminando entrambi in modo da rendere difficile distinguere il confine tra realtà e fantasia. Nella sua vita non si è limitato a raccontare sordidi intrighi, ma vi ha preso parte con un certo entusiasmo. Tanto che nell'intervista ha ritenuto opportuno premettere che il suo nuovo romanzo non racconta di colpi di stato e che “Posso assicurare che non ho niente a che fare con il colpo di stato”.

Giunto in Guinea per alcune ricerche sul suo nuovo libro, Forsyth si è trovato vicinissimo agli eventi e li ha raccontati alla BBC. La sequenza della morte del presidente Vieira ricorda una notissima barzelletta che ha per protagonista un vecchietto che non vuole morire nonostante un'impressionante catena d'incidenti: “ Sono andati alla sua villa, hanno tirato una bomba dentro una finestra, che lo ha ferito, ma non lo ha ucciso. Il tetto è caduto, ferendolo, ma senza ucciderlo. A fatica è riuscito ad uscire in piedi dalle macerie, ma solo per essere prontamente colpito da una fucilata. Tuttavia nemmeno questo lo ha ucciso. Allora lo hanno portato nella vicina casa di sua suocera e lo hanno fatto a pezzi con i machete."

Forsyth, che risiedeva tanto vicino alla residenza presidenziale da sentire l'esplosione, ha parlato con il medico legale e con molti testimoni - e sicuramente ha fonti di prima mano - anche se resta la possibilità che abbia colorato la vicenda. Il cinismo con il quale ha definito gli eventi “la ciliegina sulla torta” del suo prossimo libro segnala uno spiccato e compiaciuto egocentrismo, non esattamente l'animo dell'incorruttibile reporter anglosassone. Resta che la fine del presidente Joao Fernando Vieira passerà alla storia in questa versione romanzesca e che la Guinea-Bissau deve trovare nuovi equilibri in fretta, la perdita dei due pessimi soggetti può essere una fortuna per il paese, ma anche spalancare la porta ad un periodo di violenze e alla destabilizzazione regionale.

La situazione nel paese sembra per ora stabile e nel paese è subito arrivato il ministro degli esteri del Portogallo, paese colonizzatore di riferimento, seguito da una rappresentanza dell'Unione Africana e dall'attenzione di altre istituzioni internazionali, che cercheranno d’ìindirizzare l'evoluzione politica Guineana sul piano del confronto politico e di evitare la possibilità di confronti armati.