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Subito dopo la Rivoluzione Cubana settori della gerarchia ecclesiastica e laica della Chiesa Cattolica a Cuba si incontrarono con i leader di diverse organizzazioni controrivoluzionarie per pianificare e realizzare scioperi nelle scuole cattoliche e private. A Cuba la Chiesa controllava 132 scuole elementari, 48 scuole superiori, 33 scuole professionali, 22 scuole di segreteria, 4 scuole superiori e 3 scuole professionali, oltre alle Università cattoliche di Villanueva e Social de La Salle.

Nel dicembre 1959 fu approvata dal governo rivoluzionario la Legge di Riforma dell'Istruzione che garantiva la natura universale, laica, democratica e libera dell'istruzione e l'accesso ad essa per tutti i cittadini senza discriminazioni di alcun tipo. Ciò portò all’avvio di una feroce campagna di disinformazione da parte dei giornali reazionari Diario de La Marina, Prensa Libre e Avance, agenzie di stampa internazionali e radio come Voice of the United States of America e Radio Swan, all’epoca finanziata e diretta dalla CIA.

 

Il 26 ottobre 1960, con una fake news degna della propaganda nazista, iniziò una delle campagne ideologiche più crudeli e oscure nel contesto della Guerra Fredda. Radio Swan (Radio Cuba Libre) lanciò una campagna sostenendo che la legge avrebbe tolto la “potestà genitoriale”, facendo leva sull’opinione pubblica anti-rivoluzionaria. Alle 20:30 di quella notte, nel programma furono trasmesse le seguenti informazioni false : “Attenzione cubani! Ricordatevi come giorni fa, vi abbiamo anticipato molte delle leggi che poi sono state effettivamente approvate dal governo, come, ad esempio, la Riforma Urbana. Vi abbiamo detto che l'avrebbero fatto e l'hanno fatto. Ora vi annunciamo la prossima legge: prenderanno i vostri figli dai 5 ai 18 anni, ve li porteranno via per indottrinarli e quando ve li restituiranno saranno trasformati in bestie materialiste e così Fidel Castro si trasformerà nella madre suprema di Cuba!  Non lasciare che tuo figlio ti venga portato via! Attenzione cubani! Andate in chiesa e seguite la guida del clero!”

Il giorno successivo, nel Notiziario per i Caraibi, da quella stessa emittente fu riferito: “Ecco la nuova legge di Fidel:mettere preti e suore a lavorare come dipendenti del governo. Armando Hart sarà il Papa, tutto ciò che sarà insegnato sulla religione dovrà essere attraverso i libri comunisti.  Lo stesso Hart ha affermato che i bambini nei loro primi anni appartengono allo Stato. Madre cubana: il governo ti porterà via tuo figlio e lo indottrinerà con le norme comuniste. Ti dirà che Che Guevara non è un avventuriero, ma un brav'uomo coraggioso che ha contribuito a liberare il Paese e che Fidel è il padre del Paese [..] A te madre cubana possono toglierti i vestiti, il cibo e perfino ucciderti, ma nessuno può toglierti il diritto di crescere tuo figlio, ricorda che non c'è animale più agguerrito di quello che difende il suo cucciolo. Offri la tua vita a una causa giusta come la nostra, prima di dare tuo figlio alle bestie.”

Come venne riconosciuto più tardi, l’agente della CIA, Angel Fernandez Varela, fu uno dei responsabili della stesura di questo documento. A maggio 2009 fu proprio Álvaro F. Fernández, figlio di Fernández Varela, a dichiarare alla rivista Progreso Semanal: “...pochi anni prima della sua morte a Miami, mio padre ci ha riunito alla presenza di mia madre, di mia sorella María, di suo marito e di me, e ci ha detto di essere stato uno dei responsabili della stesura della falsa legge che ha causato l'isteria della "eliminazione della patria potestà"”

Oltre ai messaggi radiofonici, venne redatto un volantino raffigurante una falsa “Legge della Patria Potestà”, spacciato come documento emanato dal governo cubano, che venne distribuito clandestinamente tra la popolazione. Il testo venne redatto negli Stati Uniti e introdotto nell’isola dal principale agente della CIA a Cuba, José Pujals Mederos. Si disse che questa falsa legge venne firmata da Fidel e Dorticós, e diceva: “Articolo Uno: i capitoli 1, 2, 3, 4 e 5 e il Titolo VII che regolano gli istituti della patria potestà e dell'adozione sono abrogati, lasciando il codice civile in vigore e gli articoli da 154 a 180 totalmente abrogati... Articolo 3: A partire dall'entrata in vigore della presente legge, l'autorità parentale sulle persone di età inferiore a 20 anni è esercitata dallo Stato attraverso le persone o le organizzazioni alle quali tale potere è delegato”.

Quando questi proclami furono divulgati e iniziarono a circolare per tutta Cuba, la maggioranza della popolazione non vi credette perché aveva fiducia nella Rivoluzione. Tuttavia, il panico attanagliò il settore più influenzato dal clero e dalla destra batistiana. Due mesi dopo, il 26 dicembre 1960, ebbe inizio l’Operazione Peter Pan, operazione segreta armonizzata dalla CIA che coinvolgeva la Chiesa Cattolica americana e la Chiesa Cattolica cubana.

Tutto iniziò con la partenza dei primi 5 bambini da La Havana sul volo 422 della Pan Am, che atterrò a Miami alle 16:30. I bambini vennero ricevuti dall’arcivescovo Bryan O. Walsh, direttore del Catholic Welfare Bureau a Miami che sarebbe stato, tramite il governo degli Stati Uniti, il principale coordinatore con l’aiuto, a La Havana, di Ramón (Mongo), Leopoldina Grau Alsina (Polita) e James Baker, direttore della Ruston Academy. Baker organizzò un gruppo di persone all’Avana per elaborare visti, passaporti e altre procedure legali con il supporto del Dipartimento di Stato e della CIA.

Come scrisse Ricardo Alarcón nell’introduzione al libro “Operazione Peter Pan, un caso di guerra psicologica contro Cuba”, “la cruda bufala, secondo la quale il governo rivoluzionario avrebbe portato via i figli dei loro genitori, privandoli dei loro diritti di genitori, è stata fatta circolare dalla CIA e dalla controrivoluzione dopo che le autorità rivoluzionarie avevano fatto esattamente il contrario per diversi mesi: La legge 20 maggio 1960, n. 797, aveva conferito al Ministero della Giustizia il potere di effettuare, in modo totalmente gratuito, la registrazione e la trascrizione delle nascite e di celebrare i matrimoni che non erano stati precedentemente celebrati legalmente sulla patria. In questa attività sono state coinvolte anche bande di ribelli dell'Escambray”. “Ricordo quando sono andato a salutare mio fratello all'aeroporto, era un ragazzo, aveva sette anni, ricordo il suo sguardo quando lo salutava, il viso di mia madre che faceva finta di niente. Non sapevo allora che non avrei mai più rivisto mio fratello vivo, questa è stata l’ultima immagine di mio fratello” – ha affermato Ricardo Alarcón ricordando un pezzo della sua storia personale nel documentario Never Ever Peter Pan della regista cubana Marina Ochoa.

L’Operazione Peter Pan si svolse tra il 1960 e il 1962, anni in cui la Chiesa Cattolica cubana, grazie alla presenza di missionari e suore irlandesi, deportò 14.000 bambini cubani consegnandoli a organizzazioni “caritatevoli” create per accogliere i minori negli Stati Uniti, dove vennero accolti in case di sconosciuti e istituti morali, divenendo in molti casi vittime di pedofilia. I figli, nella stragrande maggioranza dei casi, vennero strappati ai genitori, il cui consenso spesso veniva estorto, convincendoli che fosse la Rivoluzione Cubana a strappargli i propri figli, usando la retorica dei “comunisti mangia-bambini”. Furono invece proprio gli artefici di questa retorica a mangiare, metaforicamente, i loro figli con le armi della disinformazione e della propaganda anti-cubana compiute dal Dipartimento di Stato, dalla CIA e da alcune organizzazioni cattoliche. Un dispositivo retorico che viene usato ancora oggi dalle destre nelle campagne elettorali contro i candidati progressisti in America Latina.

Vennero persino preparati centinaia di falsi visti di “rinuncia”, concessi per motivi di persecuzione politica e di estrema urgenza dello Stato che li concedeva. Oltre agli Stati Uniti, nel trasferimento di documenti e passaporti dell’operazione clandestina furono coinvolti diplomatici di sei ambasciate europee e cinque ambasciate latinoamericane. Durante l’operazione diverse ambasciate straniere svolsero un ruolo fondamentale, mettendo a disposizione delle reti della CIA i propri canali diplomatici per trasmettere reciprocamente le informazioni di intelligence. Molti di questi diplomatici si sono anche rivolti a Leopoldina Grau per ottenere visti speciali per amici, familiari e dipendenti di quelle sedi.

Una volta ottenuta la documentazione per il viaggio, le compagnie aeree commerciali Pan American World Airways degli Stati Uniti e la KLM Royal Dutch Airlines dei Paesi Bassi, tra il dicembre 1960 e l’ottobre 1962, furono incaricate dell’emissione dei biglietti aerei il cui costo era coperto dal governo di Washington. Queste agenzie, infiltrate dalla CIA, prenotavano da 10 a 20 posti su ogni volo e manipolavano le liste di attesa per accelerare la partenza dei bambini. 

Ad aspettare i bambini all’aeroporto di Miami c’era il cubano-americano George Guash, incaricato di riceverli quotidianamente in una sala d’attesa. È noto che, dal 26 dicembre 1960 al 28 febbraio 1962, un totale di 7.778 bambini erano arrivati in Florida clandestinamente, non accompagnati. Dal 17 gennaio 1961 iniziò la rotta Havana-Kingston-Miami con l’invio di 7 bambini di età compresa tra i 6 e i 10 anni, non accompagnati sul volo regolare 978 della compagnia aerea olandese KLM, quello stesso pomeriggio in Giamaica.

In precedenza, monsignor Walsh si era recato a Kingston per coordinare con il console generale degli Stati Uniti e le autorità del vescovato cattolico, il transito dei bambini cubani. Secondo gli organizzatori, l’Operazione Peter Pan si concluse il 22 ottobre 1962, quando iniziò la cosiddetta “crisi dei missili” di ottobre e furono sospesi i voli tra Cuba e gli Stati Uniti. Tuttavia, qualche tempo dopo, lo stesso monsignor Walsh affermò che questa missione segreta continuò per diversi anni, attraverso una sub-operazione chiamata “Operazione Madrid”. I minori di 16 anni hanno continuato ad uscire da soli, passando per la Spagna, con regolare visto dal Paese iberico. Ogni settimana arrivavano a Madrid dai 10 ai 12 minori, accolti e assistiti dai membri della Chiesa cattolica spagnola, insieme a un gruppo di sacerdoti, religiosi e laici emigrati da Cuba.

Una volta nella penisola iberica, i bambini erano ospitati nei rifugi di Nuestra Señora del Buen Aire e in Casa de Campo, entrambi a El Escorial, nella comunità di Madrid. Rimasero lì per circa sette mesi, in attesa di essere trasferiti negli Stati Uniti. Si stima che tra i 2.000 ed i 3.000 bambini cubani abbiano lasciato Cuba da soli attraverso la rotta L’Avana-Madrid-Miami. 

Molti bambini cubani sono stati ospitati in diversi campi giovanili cattolici in Florida, tra cui Florida City, Kendall e Camp Matecumbe, prima di essere trasferiti in altri Paesi. È possibile che più della metà sia rimasta per settimane, mesi o anni in quei campi, case di accoglienza, orfanotrofi e persino centri criminali e di salute mentale per minori, dove hanno subito aggressioni sessuali, umiliazioni e gravi danni psicologici.

L'Operazione Peter Pan, con il fine di destabilizzare la Cuba rivoluzionaria, trasformò in vittime le famiglie che diceva di voler aiutare. Come scrisse il giornalista cubano Delfín Xiqués Cutiño: “L’operazione Peter Pan ha fatto vittime le famiglie che avrebbe dovuto favorire. I genitori che temevano di perdere i diritti genitoriali dei loro figli a Cuba hanno finito per perderli negli USA. Molti non sono mai riusciti a riunirsi. Altri sono ancora dispersi”[1].

Fidel Castro nel 2009 dichiarò: “Peter Pan è stata una cinica trovata pubblicitaria che sarebbe stata invidiata dallo stesso Goebbels, il ministro della propaganda nazista. Nessuno dei bambini aveva bisogno di essere salvato”. Interessante è ricordare che la stessa retorica della “perdita della patria potestà” è stata riabilitata nel 2022 a Cuba dai settori reazionari contro l’introduzione dell’innovativo Nuovo Codice delle Famiglie.

Nel 2018 uscì su Netflix il documentario Cuba: la lunga ombra del ricordo che racconta la storia di alcune vittime dell’Operazione Peter Pan. Ad oggi la CIA si rifiuta di dare informazioni e di rispondere a domande al riguardo e gli Stati Uniti negano un loro reale coinvolgimento nell’operazione, che fu il vero punto di rottura dei rapporti tra la Cuba socialista e la Chiesa Cattolica.