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di mazzetta

Il nuovo presidente di Francia troverà sulla scrivania un dossier africano. Sarkozy ha appena ricevuto una supplica proveniente dal Ciad nella quale l’opposizione chiede che la Francia cessi di appoggiare il dittatore Deby. Nella lettera si riporta anche l’articolo quattro dell’accordo di partenariato in materia di assistenza militare tra i due paesi, nel quale c’è scritto a chiare lettere che i militari francesi “non possono in alcun caso partecipare direttamente ad operazioni di guerra o di mantenimento o di restaurazione dell’ordine e della legalità” in Ciad. Nella realtà invece i francesi hanno partecipato eccome. Non solo hanno usato l’aviazione per bombardare l’opposizione a Deby ormai prossima a cacciare il tiranno, ma sono intervenuti con uomini e mezzi anche in Repubblica Centrafricana a sostegno di un altro dittatore, Bozizè, che da qualche anno ha conquistato il potere proprio con il sostegno di Deby la benevolenza dell’armèe e che ormai era assediato nella capitale Bangui, avendo l’opposizione centrafricana preso il controllo del resto del paese senza troppa fatica. Deby e Bozizè sono due dittatori sanguinari rimasti ormai senza alcun seguito popolare, tanto che in Ciad a guidare le operazioni militari dell’opposizione c’è l’ex ministro della difesa di Deby e buona parte dell’esercito regolare. Deby è anche stato accusato da un’inchiesta dell’ONU di aver fomentato la ribellione in Darfur che poi ha provocato la risposta sudanese e il conseguente disastro umanitario. Deby è molto anziano e malato e passa molto del suo tempo in Francia per curarsi; Francia che, fino a che sono stati al potere i socialisti, gli era vietata in quanto dittatore impresentabile. Con la presidenza Chirac e il governo Sarkozy è cambiato tutto.

Per ovviare alla plateale illegalità dell’intervento militare nei due paesi, in sede di Consiglio di Sicurezza ONU, la Francia si è detta pronta all’invio di un contingente militare ai confini tra Sudan e Ciad, nominalmente per aiutare a risolvere la crisi in Darfur, in pratica per ottenere una parvenza di patente per i militari del dispositivo Eparvier (sparviero)già presenti e già operativi da mesi, molto lontano dal Darfur. L’ONU non ha abboccato.

Dopo che le truppe francesi si sono occupate di sbaragliare la resistenza militare ai due dittatori, sono cominciate le stragi di civili su larga scala. Ibrahima D. Fall, del fondo Unicef per l’infanzia, ha puntato il dito senza dubbio alcuno contro la Guardia Repubblicana di Bozizè, accusandola di aver praticato la pulizia etnica nel Nord-Est del paese, costringendo centinaia di migliaia di persone ad abbandonare i villaggi distrutti per rifugiarsi nella boscaglia o cercare asilo in Ciad.

In Ciad la situazione è simile, scampato il pericolo Deby ha armato dei “cooperant etranger”, vale a dire dei mercenari, che stanno portando a termine la razzia delle regioni considerate vicine all’opposizione (che comprende anche lo stesso gruppo etnico di Deby). Il dittatore, tradito anche dalla sua stessa Guardia Presidenziale, si è finanziato grazie ai soldi del fondo “etico” nel quale le Banca Mondiale conservava una parte dei proventi petroliferi versati dalla EXXON al Ciad per i poveri del paese. A Deby è bastato minacciare l’arresto delle esportazioni petrolifere e Wolfowitz ha sbloccato il conto; i soldi per i poveri sono finiti in armi, l’accordo “etico” si è dimostrato carta straccia.

Ora il Ciad orientale è un inferno; villaggi in fiamme, stragi, fosse comuni, un caos nel quale i Toros Boras (l’equivalente dei janjaweed) affittati da Deby commettono stragi ostacolati dalla ribellione in collaborazione con le guarnigioni regolari di frontiera, che a volte la combattono e a volte fanno fronte comune per difendere i villaggi dai mercenari di Deby. Anche dal Ciad orientale è giunta la denuncia di stragi da parte di un funzionario ONU, Matthew Conway a mettere il dittatore sul banco degli imputati; notizia peraltro evaporata nel nulla come tutte le altre sgradite al governo francese e all’ONU.

A conferma del carattere tirannico e criminale di Deby, giunge anche la notizia che ci dice che il Ciad ha finalmente concordato con l’ONU la dimissione di migliaia di bambini arruolati nell’esercito, a corto di uomini perché passati alla ribellione. Una pratica criminale, ma non per il ministro degli esteri del Ciad, Djidda Moussa Outman, il quale non ha trovato di meglio che dichiarare che l’esercito ciadiano non li ha arruolati di proposito e che non ci può far niente se questi falsificano i documenti e mentono per arruolarsi, visto che non esiste un’anagrafe affidabile per i controlli. Secondo le ispezioni dell’ONU gran parte dei bambini arruolati hanno tra gli otto e gli undici anni, quindi sembra piuttosto difficile scambiarli per maggiorenni .

In Ciad e Repubblica Centrafricana è in corso un altro genocidio simile a quello del Darfur. Come per il Darfur la comunità internazionale sta facendo spallucce di fronte all’escalation, ai massacri e alle ondate di profughi che sono lasciati senza alcuna assistenza. Come per il Darfur la questione sarà strumentalizzata in futuro a seconda delle contingenze politiche, lasciando nell’ombra i veri responsabili. Anche in Darfur durante la tragedia rimase ignorata durante il suo svolgimento, per essere poi strumentalizzata quando ormai le popolazioni languivano nei campi per profughi da politici, attori e media occidentali, ognuno secondo la propria agenda e le proprie priorità.

Il governo francese è il principale responsabile dei massacri in corso, come delle migliaia di profughi che scappano a cavallo di tre confini senza che nessun aiuto li riesca a raggiungere (anche perché la comunità internazionale brilla per avarizia) e molto probabilmente la supplica dell’opposizione ciadiana non riceverà risposta. Anche Altrenotizie ha chiesto quale copertura legale abbiano gli interventi militati in Ciad e Repubblica Centrafricana, ma la risposta dell’ambasciata francese e del Ministro della Difesa Aillot-Marie non è mai pervenuta. L’unica dichiarazione ufficiale francese risale a qualche mese fa e parla di un “intervento per difendere due presidenti regolarmente eletti”, sorvolando sia sulla regolarità delle elezioni (ridicolizzate da tutti gli osservatori) che sull’esistenza di documenti firmati dalla Francia li proibiscono. Il parlamento francese non ha neppure discusso la questione, i media francesi tacciono. Il silenzio dell’orrore.