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Categoria: Esteri
di Carlo Benedetti

MOSCAQuesta è storia d’oggi, ma sembra uscita da una di quelle vecchie avventure narrate dal Disney di “Paperon dei Paperoni”. Gli ingredienti ci sono tutti. Lui, avido di denari, che accumula ricchezze: conta e riconta le sue monete d’oro. Gli altri in attesa di fargli fuori qualche spicciolo... Ed ora è la Russia dei “nuovi russi” che si ritrova in questo binario classico. Ma questa volta i ricconi e gli “altri” (i loro figli, per un totale di 70) sono tutti dalla stessa parte. Si scopre così, grazie ad una superdocumentata ed esplosiva inchiesta giornalistica locale, una nuova faccia della vita dei Vip, degli oligarchi, degli arricchiti e dei mafiosi di ogni genere che occupano la Russia post-sovietica. La rivelazione - che esce nei media di Mosca - fa scandalo ed apre gli occhi a una popolazione addormentata dall’avanzata del capitalismo selvaggio. Il documento su questa casta oligarchica - che comprende 38 nomi - viene presentato con uno schema di stampo burocratico. Simile ad una dichiarazione dei redditi: nome e cognome, ruoli, proprietà, capitale privato. Poi arrivano i figli (nome e data di nascita) con la somma che spetta ad ognuno di loro, come eredità attuale. E qui si entra nel campo “giuridico” che prevede i discendenti diretti con il primogenito destinato ad essere l’erede al trono. E che, al momento attuale, vuol dire, per i figli dei “nuovi russi” un bastimento carico di 231 miliardi di dollari. Per ragioni di spazio limitiamo la cronaca ai nomi eccellenti. In testa c’è Josuf Alekperov, nato nel 1990: è il figlio di Vagit, presidente della compagnia petrolifera Lukoil ed ha già un suo capitale di 12,3 miliardi di dollari. Ed ecco i due figli dell’oligarca Oleg Deripaska: Marina nata nel 2003 e Piotr nel 2001. Hanno un capitale di 10,6 miliardi di dollari a testa. Fortunate anche Ekaterina e Lora Fridman - figlie di Michail, l’oligarca di punta della Alfa Group - che arrivano già a 6,9 miliardi di dollari ognuna. E grandi doti anche in casa Vekselberg, il boss delle società Renova e Suala,che offre ai suoi due figli - Aleksandr ed Irina - un pacchetto di 5,6 miliardi di dollari a testa. Ed ecco uno dei Paperoni più importanti della Russia: Vladimir Potanin, presidente della Interros che mette a disposizione dei figli Ivan, Vasilij e Anastasia un capitale di 14,20 miliardi di dollari in parti eguali.

Spunta, ovviamente, quel Roman Abramovic (classe 1966) che è Governatore della Ciukotka, padrone del Chelsea e considerato uno degli oligarchi più ricchi della Russia. Noto anche per aver divorziato offrendo alla moglie una buonuscita di 300 milioni di dollari. Ai suoi cinque figli - Ilja, Arina, Sofia, Arkadi ed Anna - ha già messo a disposizione (ad ognuno, ovviamente) 4,2 miliardi di dollari. E in pista c’è quell’Evtusenkov che domina la società Sistema (una sorta di congregazione collegata ad alcuni ambienti della vecchia diplomazia dell’Urss) che regala ai suoi due pargoli Feliks e Tatjana 8 miliardi di dollari da dividere in parti eguali...

Andiamo avanti. Arriva la moglie del sindaco di Mosca Luskov. E qui siamo al top. Si chiama Elena Baturina ed è considerata una delle donne più ricche del mondo. Palazzinara per vocazione, ma ora riciclata nei settori delle holding della Inteko, della società Gazprom e della Rosneft. Gas e petrolio, quindi. Alle due figlie Olga ed Elena offre 3 miliardi di dollari a testa. Ecco un deputato della Duma: Aleksandr Lebedev che al figlio Evghenij offre una bustarella con 2,5 miliardi di dollari. Poi c’è il presidente della compagnia metallurgica della città di Magnitogorsk (Urali) che alle due figlie regala 2,17 miliardi di dollari. E’ quindi la volta di Aleksandr Abramov, uno degli oligarchi che manovra la nomenklatura del Cremlino e che è, allo stesso tempo, padrone della holding Evrasia Grup. Ai suoi tre figli - Egor, Aleksandr e Natalja - regala due miliardi di dollari a testa.

L’elenco è ancora lungo, ma il cronista non regge a questa escalation di Paperoni. Trae però alcune conclusioni di carattere statistico. Risulta, quindi, che dietro al giovane 17enne Josuf Alekperov c’è anche l’”anziana” 36enne Cristina figlia di quel Gheorghij Krasnjanskij re del cemento che riceve solo 1 miliardo di dollari. Il record, quanto ad età, spetta alla figlia del boss Rustam Tariko, padrone della banca Standard e produttore di vodka. Alla sua piccola, nata nel 2004, regala oltre due miliardi di dollari. All’elenco seguono i commenti.

Parla lo scrittore Michail Veller: “Che dire? Io ritengo che ai figli bisogna insegnare a prendere i pesci da soli”. Il campione olimpico Buvaisar Sajtiv aggiunge: “Io lascio ai miei figli l’educazione”. E il cantante Jurij Ochocinskij sottolinea che ai figli bisogna trasmettere il vero capitale, che è quello dell’esperienza familiare. Ma il colpo decisivo tra queste prime dichiarazioni raccolte dalla stampa di Mosca arriva dallo scrittore Aleksandr Prochanov: “Ai figli -dice - bisogna trasmettere tutto l’odio di classe possibile ed immaginabile. Per combattere, appunto, contro questa orda di ladri che mangiano la Russia.”

Intanto dall’alto delle torri del Cremlino il potere attuale tace. Con i servizi federali della polizia giudiziaria e degli organi della tributaria che mostrano una penosa incapacità di controllo sull’attività delle grandi holding di quegli oligarchi che hanno messo le mani sulle grandi proprietà statali: dalle miniere alle foreste, dalle industrie ai settori trainanti della metallurgia. Alla gente semplice di questo immenso paese non resta altro che ricordare quella risposta che nell’800 diede lo storico Nikolaj Michajlovic Karamzin a chi gli chiedeva cosa accadesse in Russia. “Non accade niente - disse - rubano”.