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Categoria: Esteri
di mazzetta

Cosa si può pensare di un potente sindacato che accetta in colpo solo di ridurre da 78 a 27 dollari orari il costo del lavoro, di vedere tagliato di oltre un terzo il monte-pensioni versato dagli stessi lavoratori e di accordarsi con la parte imprenditoriale per mandare a casa il 78% di quelli pagati 78 dollari? Che cosa direste se allo stesso tempo a quel sindacato fossero affidati i restanti due terzi del monte-pensioni, al fine di costituire una Fondazione per dare la pensione e l’assicurazione sanitaria a centinaia di migliaia di lavoratori? Negli Stati Uniti molti dicono che si tratta di un sindacato corrotto, che in cambio della gestione di una massa enorme di denaro, che ne farà un gigante della previdenza privata, ha venduto le vite passate, presenti e future delle persone che doveva proteggere. Succede negli Stati Uniti, dove GM e Chrysler hanno concluso un accordo anche peggiore, nei dettagli, di quanto riassunto sopra. La creazione della fondazione, gestita dal sindacato UAW (United Auto Workers) ha liberato le due grandi corporation dal peso della previdenza e dell’assistenza sanitaria che avevano garantito ai propri dipendenti (che se le erano comunque pagate con una parte della retribuzione). Una liberazione ottenuta conferendo alla fondazione (Trust) solo i due terzi di una montagna di soldi che apparteneva ai lavoratori. Nell’accordo c’è anche finito il licenziamento di quasi tutti i dipendenti con retribuzioni ancora decenti e il consenso a che siano sostituiti con altri che saranno pagati un terzo dell’attuale retribuzione. Il destino del Trust sindacale è già segnato, gli esempi passati raccontano che le VEBA (Voluntary Employee Beneficiary Association) affidate ai sindacati costano molto care ai dipendenti. Quelli di Detroit Diesel hanno visto fallire la propria nel 1993 e con questa svanire pensione e copertura sanitaria. Quelli di Caterpillar hanno dovuto triplicare i loro contributi per salvare l’avventura dei sindacalisti dal fallimento. Per effetto dell’accordo il costo dei dipendenti passati, presenti e futuri per GM diminuirà di colpo, in un solo anno, del 20%; i dollari fin qui accantonati dai lavoratori GM, invece, sono diminuiti dalla sera alla mattina del 33% e gli stipendi dei nuovi assunti sono diminuiti del 66% rispetto a quelli di quanti saranno cacciati. Chi ci abbia guadagnato è evidente.

Un accordo incredibile, assolutamente dannoso per i lavoratori rappresentati, che cancella in un colpo solo i diritti, ma anche i crediti dei dipendenti verso le corporation. A santificare il furto hanno pure fatto un mezzo sciopero, il primo da decenni, dopo di che si sono seduti con la controparte e hanno firmato la spartizione delle spoglie dei lavoratori. Negli Stati Uniti lo sciopero ha destato sensazione, la truffa ai danni dei dipendenti nemmeno un po’, se ne è accorto solo chi ha visto Wall Street festeggiare. Purtroppo non sono solo cose da americani.

In Europa non va molto meglio: nella severa Germania ha destato scalpore sapere, qualche tempo fa, che i vertici dei sindacati dei metalmeccanici erano sollazzati dalla parte industriale con prostitute e regali; meno sensazione ha destato la loro collaborazione alla lenta erosione dei diritti dei lavoratori nella Germania riunificata. Pochi giorni fa è scoppiato uno scandalo anche in Francia, dove un’indagine ha scoperto che il MEDEF (la Confindustria francese) dispone di ingenti fondi neri che gli servono (tra l’altro) a corrompere i sindacalisti.

Il signor Gautier-Sauvagnac, presidente degli industriali metallurgici, si è dimesso dall’incarico dicendo di aver ereditato una serie di consuetudini radicate nel tempo, ha parlato chiaramente ai magistrati dell’impiego di quei fondi e si è chiamato fuori invocando il fatto che il malcostume fosse radicato e preesistente la sua gestione. I soldi servivano a “fluidificare” i rapporti con il sindacato, a dare posti di lavoro e cariche immeritate, pubblicità su bollettini sindacali e di seguito con la fantasia, sostenere associati in difficoltà, forse anche a “fluidificare” i politici.

Maryse Dumas (CGT) non ha commentato le dimissioni e nemmeno lo scandalo, dicendo che tradizionalmente il sindacato non commenta le vicende interne alle organizzazioni padronali. In Francia si discute della colpevolezza di Gautier-Sauvagnac e si sorvola su un quadro che vede sindacati e politici pesantemente sovvenzionati dalla parte industriale. Sovvenzioni che nel caso del MEDEF sono addirittura imponenti, se è vero che la giustizia francese ha scoperto fondi neri per seicento milioni di euro, milleduecento miliardi delle vecchie lire, non esattamente spiccioli.

Il bello è che Gautier-Sauvagnac ha continuato a frequentare i colloqui tra le parti sociali per conseguire la “modernizzazione” del mercato del lavoro tanto cara a Sarkozy ( a quel tavolo era presente come negoziatore per la Confindustria francese) anche dopo l’imbarazzante rivelazione; ora farà altro. Probabilmente a quel tavolo, a decidere del destino dei lavoratori francesi, resteranno invece diverse persone “fluidificate” da Gautier-Sauvagnac e amici, ma questo in Francia non sembra preoccupare molti.

Ha del miracoloso che in Italia, paese con tassi di corruzione ben più elevati dei tre paesi citati in esempio, non si siano registrati casi di corruzione sindacale. Ancora più miracoloso se si osserva come i grandi sindacati italiani abbiano svenduto i diritti dei loro assistiti in misura anche maggiore dei colleghi tedeschi e francesi. Negli ultimi venti anni i sindacati hanno firmato solo documenti che hanno peggiorato la condizione di lavoratori e pensionati, o che hanno legalizzato forme di sfruttamento una volta guardate con orrore. Ma almeno sindacati e i sindacalisti italiani non sono corrotti. Chi si accontenta gode.