Gli agenti CIA in forza all'antiterrorismo ormai non ne possono più della
tortura: non tanto per la sofferenza che comporta, bensì per le eventuali
denunce che possono derivare dall'aver violato le leggi internazionali sui diritti
umani. Sottoporre prigionieri ed individui sospetti a maltrattamenti e coercizioni
fisiche indegne di un paese civile, può significare dover sborsare miliardi
di risarcimento. Da quando è stato approvato il Federal Tort Claim Acts,
il Dipartimento di Giustizia USA non è più tenuto a rispondere del
comportamento dei singoli agenti. Come dipendenti statali, la legge americana
riconosce loro il diritto di usare i metodi che ritengono più opportuni
nell'esercizio delle funzioni lavorative, purché questi siano "in
sintonia con gli obiettivi del governo"; ma se un petulante di avvocato tira
fuori le solite storie delle false confessioni estorte con la tortura, devono
risponderne di persona. Per evitare di ritrovarsi seduti in un'aula di tribunale con l'accusa di aver
violato le leggi sui diritti umani, gli uomini dell'antiterrorismo hanno pensato
bene di sottoscrivere un'assicurazione presso la Wright&Co. del costo
di 300 dollari annui, che garantisce una copertura di un milione di dollari
per far fronte ad eventuali richieste di risarcimento e altri duecentomila per
le spese legali.
Intanto, Bush ha promesso che verranno presto approvate una serie di leggi che
aboliranno l'obbligo di rispettare i trattati e le convenzioni ratificati dalle
altre nazioni per l'Intelligence americano. Gli Stati Uniti diventeranno così
il primo paese ad autorizzare la violenza con una normativa che non ha precedenti
nella storia delle democrazie. Per ora, spetta però all'assicurazione
tutelare gli agenti dell'antiterrorismo dai tanti rischi del mestiere e dal
pericolo di finire sul lastrico. Brian Lewis, presidente di Wright&Co.
ha dichiarato di essere molto contento per l'alto numero di polizze sottoscritte.
L'idea di un piano assicurativo a tutela degli uomini dell'Intelligence risale al 1983, quando vennero alla luce due manuali stampati dall'Intelligence per addestrare i Contras in Nicaragua all'uso della tortura. All'epoca, i loro capi ritennero però più opportuno proteggerne l'operato con una fitta rete di menzogne, connivenze politiche e giornalisti compiacenti. Di assicurazione si tornò a parlare nel 1992, quando finì sotto processo uno degli uomini di punta della CIA, Clair George, accusato di aver mentito al Congresso sull'affare della vendita delle armi Iran-Contras. In tribunale venne alla luce un lungo elenco di denunce contro George, autore di abusi di ogni genere durante gli interrogatori da lui condotti, ma l'allora presidente George Bush, padre dell'attuale, decise di graziare il torturatore Cia "per gli alti servigi resi alla patria". L'ipotesi dell'assicurazione venne quindi di nuovo abbandonata, anche perché non piaceva a J. Cofer Black, capo dell'antiterrorismo fanatico di arti marziali che continuò ad ordinare ai suoi uomini di "non usare mai i guanti bianchi durante gli interrogatori senza preoccuparsi dei trattati internazionali".
Dopo l'11 settembre, non sono più esistiti limiti alla geografia dell'orrore voluta da Washington ma gli agenti stavolta hanno deciso di mettersi al sicuro sottoscrivendo un apposito piano proposto da Wright&Co., che da oltre 40 anni è la compagnia assicurativa ufficiale del governo. Per Bush, l'antiterrorismo è autorizzato ad usare anche la tortura, ma con la campagna elettorale di mid term ormai alle porte meglio prevenire colpi bassi. Qualche anno fa, era dovuta intervenire la Corte Suprema per tirare fuori dai guai i colleghi dell'antidroga dall'accusa di abusi stabilendo che i rappresentanti dello Stato non possono essere incolpati se non quando il loro comportamento vada "oltre la ragione", ma non si può scomodare la Corte Suprema ogni volta che l'Intelligence ricorre ai maltrattamenti fisici o seppellisce per anni degli esseri umani nelle carceri militari.
Dopo aver a lungo ragionato sul tipo di assicurazione più adatta alle loro necessità, gli agenti della CIA hanno optato per la formula che va sotto il nome di "Personal Umbrella". Nella fattispecie si tratta di un "ombrello" studiato appositamente per i dipendenti dello stato. Il contratto prevede un premio addizionale di diecimila dollari nella temibile ipotesi che la "condotta professionale" del contraente risulti "nella perdita di un arto o nello smembramento dell'attore della denuncia". Unica clausola: non è previsto alcun rimborso se la morte del danneggiato deriva da "suicidio o consunzione". Gli uomini di Guantanamo vogliano cortesemente tenerne conto......