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Categoria: Esteri
di Carlo Benedetti

MOSCA. La Russia conquista il primo posto nel mondo per la produzione di armamenti. Può contare su 1500 industrie che sfornano aerei da guerra, carri armati, missili e sistemi elettronici. E ci sono poi cantieri navali in grado di evadere commesse in breve tempo quanto a sottomarini e navi da combattimento. Sono questi, in sintesi, i dati diffusi dallo Stato Maggiore della Russia. L’accento, in particolare, viene posto sul fatto che l’export raggiunge paesi come Cina, India (che sono già dotati, per il 70%, di armamenti di produzione russa), Argentina, Venezuela (qui sarà ora prodotto, su licenza, il mitragliatore “Akm Kalashnikov”) e Algeria con un contratto da 1,5 miliardi di dollari per la fornitura di trentasei cacciabombardieri “Mig-29 SMT”. E nuovi contratti sono stati firmati con Brasile, Nicaragua e Bolivia, mentre in lista d’attesa c’è l’Indonesia con un contratto da 1 miliardo di dollari che prevede, entro il 2010, sei caccia “SU”, due sottomarini e 9 elicotteri pesanti. Questa impressionante escalation viene così riassunta dalle fonti del Cremlino: nel 2003 il paese ha esportato quarantaquattro aerei da guerra, due fregate, ottanta carri armati “T-90S”. In questo stesso anno le forze armate russe sono state modernizzate con cinque aerei “Su-27”, cinque sottomarini e quattordici carri armati “T-90S”; nel 2004 sono stati esportati trecentodieci carri amati, cinquantacinque aerei da guerra (per 5 miliardi di dollari) mentre l’armata russa ha ricevuto trentuno carri armati e quattro aerei; nel 2005 le commesse dall’estero hanno raggiunto i 7 miliardi di dollari.
Un grande balzo in avanti in questa incredibile corsa al riarmo si è poi verificata nel corso di quest’anno. Le forze armate della Russia si sono dotate di sei complessi missilistici intercontinentali, di sei apparati cosmici e dodici stazioni di lancio, trentuno carri armati “T-90”, centoventicinque mezzi pesanti da trasporto, nove aerei da guerra del tipo “TU-160”. L’export di attrezzature militari ha poi superato di dieci volte il livello degli anni precedenti. E mentre arriva questa “pioggia” di dati relativi all’industria bellica si registra, nello schermo di Al-Jazeera l’intervista di Serghej Ivanov, ministro della Difesa della Federazione Russa, il quale parla delle nuove armi nucleari realizzate dalla Russia e dei suoi nuovi sistemi missilistici.

Per il Cremlino la scelta dell’emittente - che si rivolge in particolare al mondo arabo - non è casuale visti gli interessi del complesso militare-industriale nelle regioni dell’Oriente. Tanto più che le dichiarazioni di Ivanov coincidono con l’annuncio della messa in funzione del nuovo sistema mobile di missili balistici intercontinentali "Topol-M", dell'ultima generazione. La loro base di lancio è già stata approntata e si trova a Tejkovo (nella regione di Ivanovo nei pressi di Mosca). Ed è la prima postazione in assoluto a venir dotata del sistema "Topol-M" prodotto dall'industria missilistica russa sin dal 1988. Ma Ivanov - dopo aver diffuso la notizia - punta anche a gettare acqua sul fuoco per coprire il Paese da eventuali polemiche dell’occidente e del mondo arabo. “La Russia - dice - non è intenzionata nè a minacciare nè tantomeno a spaventare nessuno”.

Maggiori dettagli sull’operazione avviata con la base di Tejkovo sono così illustrati dal colonnello Aleksandr Vovk, capo dei servizi d'informazione e delle relazioni sociali delle truppe missilistiche dell'esercito russo. Il sistema missilistico mobile "Topol-M" - precisa l’esponente dello Stato maggiore - è controllato dal quinto reggimento missilistico e non ha attualmente analoghi al mondo: infatti il razzo balistico intercontinentale RS-12 m2, (diametro 1,95 metri, lunghezza 22,7 metri, peso complessivo 47 tonnellate e un carico utile pari a 1.200 chilogrammi) è in grado di colpire bersagli ad una distanza massima di 10.000 chilometri grazie soprattutto alla sua altissima velocità di espulsione, di gran lunga superiore a quella dei modelli precedenti e alla capacità di manovra in fase di traiettoria, la quale a sua volta diventa incalcolabile per l'avversario.

La base di Tejkovo, comunque, non resterà l’unica della Russia, C’è un preciso programma di riorganizzazione di tutte le basi missilistiche del Paese nel quadro di un rinnovamnto generale dei sistemi operativi di pronto intervento. E’ il generale Nikolaj Solovzov, comandante in capo delle forze missilistiche, a renderlo noto precisando che nei prossimi anni molte altre unità missilistiche verranno dotate dei complessi mobili "Topol-M" e che, nell'arco del 2007, verranno effettuati dieci test di lancio. Solovzov ha inoltre affermato che i sistemi missilistici mobili "Topol-M" saranno in grado di restare in servizio effettivo come minimo sino al 2040.

Chiaro, quindi, il piano di sviluppo dell’esercito russo mentre si registra una presenza sempre maggiore del complesso militare-industriale. Sembra proprio di assistere ad un ritorno ai vecchi tempi dell’Urss. Allora erano le aziende che producevano carri armati a dettare le loro leggi. Oggi tocca alle fabbriche dei missili e dei sistemi di lancio. Intanto da New Delhi giunge la notizia che India e Russia hanno programmato un velivolo derivato dal missile supersonico da crociera BrahMos (la sigla è la combinazione delle prime lettere dei nomi dei fiumi indiano e russo, Brahmaputra e Moskva). Per questo programma i due paesi hanno già investito 50 milioni di dollari. E secondo l’ Economic Times entro il 2007 il missile sarа integrato nell’aeronautica militare indiana con i moderni caccia Sukhoi-30 di produzione russa.

Sempre in riferimento alla ulteriore riorganizzazione degli armamenti russi il ministro Ivanov nell’intervista ad Al-Jazeera punta a sottolineare che l'attività della Russia nel campo dell'elaborazione di nuovi sistemi di armamenti è dovuta anche alla preoccupazione per il proprio futuro: "Noi - dice - dobbiamo essere in possesso di un quantitativo tale di moderne armi sia strategiche che nucleari in grado di garantire la nostra sicurezza sia ora che tra 20 e 40 anni". “Se la Russia non presterà la dovuta attenzione all'elaborazione di nuovi sistemi di armamenti - dice ancora Ivanov - potrebbero emergere quei rischi che noi vorremmo semplicemente evitare anche nel futuro". Infine il ministro sostiene che le Forze armate russe si distinguono in modo cardinale da quelle che erano le Forze armate sovietiche. E così conclude: “Noi non vogliamo rappresentare lo spaventapasseri del mondo intero, tantomeno siamo intenzionati, per una questione di principio, a contare di quante testate nucleari disponiamo per paragonarne il quantitativo con quello del resto del mondo. Si tratta di una via senza alcuna prospettiva alla quale abbiamo già rinunciato da tempo".

Sin qui le dichiarazioni ufficiali. Resta il fatto che si sta attuando il riarmo generale dell’armata russa e che la Russia - quanto ad export delle armi - ha superato gli Usa. Si avvera quella previsione di Kruscev che rivolgendosi agli americani - a nome dell’Urss - diceva: “Vi supereremo e vi seppelliremo” ? L’esponente sovietico si riferiva, ovviamente, al livello di vita. Una previsione fallita. Ma ora si avvera la parte inedita con una Russia post-sovietica che diviene una potenza nell’export degli armamenti.