di Alessandro Iacuelli

E' allarme in Giappone per un possibile caso di contaminazione radioattiva, dovuta alle perdite di sostanze contaminate da parte del sottomarino a propulsione nucleare statunitense Uss Houston. L'unità, della classe Los Angeles è un sottomarino d'attacco non armato di testate nucleari ma è spinto da un potente reattore nucleare. A partire dallo scorso mese di marzo, il sottomarino ha visitato alcuni porti nipponici, proveniente dalle isole Hawaii. Secondo quanto dichiarato dalla CNN, che cita fonti della Marina americana, la perdita sarebbe dovuta al malfunzionamento di una valvola, ed è stata rintracciata nella base di Pearl Harbor durante un'ispezione di routine. Le fonti della Us Navy sostengono che la quantità di sostanze radioattive disperse dallo Houston sono virtualmente irrilevabili. I marinai a bordo sono risultati negativi ai test di contaminazione. Si tratterebbe quindi di acqua radioattiva, questa è la sostanza che può essere fuoriuscita dal sommergibile nucleare americano per mesi mentre navigava nelle acque del Pacifico tra Guam, le Hawaii e il Giappone. La Marina americana, ha precisato la CNN, ha allertato il governo giapponese. La cosa grave è che il sottomarino ha disperso per mesi un quantitativo imprecisato e "non rilevabile" senza che nessuno se ne sia accorto, nonostante da sempre la marina militare americana si vanti di mantenere con costanza un'altissima precisione nei controlli sui suoi mezzi.

La marina militare Usa assicura, come era da aspettarsi, che il livello di radiazioni è, tuttavia, "estremamente basso" e "irrilevante". Il che può anche essere vero, trattandosi di materiale che è andato a disperdersi nell'Oceano Pacifico, ma si tratta pur sempre di materiale contaminato che va ad aggiungere un'altra goccia di contaminazione radioattiva in quell'area del pianeta che è storicamente quella più colpita da esperimenti nucleari, poligoni di tiro di armamenti radioattivi, esplosioni atomiche vere e proprie, della prima delle quali cade proprio in questi giorni il 63° anniversario.

L'acqua radiottiva persa dal sommergibile nucleare statunitense Houston conteneva circa circa 25 chili chilogrammi di materiale contaminato. A dirlo è il portavoce del Commander Submariner Force, David Benham, nel commentare la perdita registrata dal sommergibile. Benham ha anche precisato che fra la metà di marzo e i primi di aprile, lo Houston si trovava in acque giapponesi, precisamente a Sasebo, nel sud del Giappone.

In Giappone gruppi che si oppongono al previsto stazionamento della portaerei americana a propulsione nucleare George Washington hanno chiesto informazioni chiare, sostenendo che la perdita dello Houston solleva dubbi sulla sicurezza delle unità della marina Usa appunto a propulsione nucleare.

Lo scorso anno un guasto a bordo del sottomarino nucleare britannico Tireless impegnato in'esercitazione nel Mar Artico con la marina Usa, provocò la morte di due marinai. Il Tireless nel maggio 2000 rimase bloccato a Gibilterra. I controlli hanno evidenziato una perdita causata da un cedimento delle saldature dei condotti del sistema di raffreddamento del motore a propulsione nucleare. Adesso, un anno dopo, si viene a sapere, con il consueto ritardo, che un sottomarino statunitense è andato in giro per mesi nei fondali oceanici del pianeta perdendo un quantitativo imprecisato di acqua con tracce di radioattività. La marina militare Usa ha cercato di assicurare che il livello di radiazioni è, "irrilevante", ma non risulta affatto irrilevante il ritardo nel diffondere la notizia e le ammissioni su tipo e quantità della perdita di acqua radioattiva, che fanno temere altri valori.

Akihiro yoshida, funzionario della municipalità di Sasebo, ha precisato che gli accertamenti disposti dal governo nipponico fino ad ora non hanno trovato tracce di radioattività anomala nelle acque del porto. Indipendentemente dalla portata dell'incidente, tuttavia, la notizia suscita polemiche in Giappone, dove la presenza militare americana e in particolare quella dei sottomarini atomici a stelle e strisce è da decenni un argomento altamente controverso.

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