"La Grazia è un film d’amore. Questo motore inesauribile che determina il dubbio, la gelosia, la tenerezza, la commozione, la comprensione delle cose della vita, la responsabilità". Così Paolo Sorrentino presenta il suo nuovo film, La Grazia, presentato all'ultimo festival del cinema di Venezia.

Mariano De Santis (Toni Servillo, Coppa Volpi 2025 per la migliore interpretazione maschile) è il presidente della Repubblica. Nessun riferimento a presidenti esistenti, frutto completamente della fantasia dell’autore. Vedovo, cattolico, ha una figlia, Dorotea (Anna Ferzetti), giurista come lui. Alla fine del suo mandato, tra giornate noiose, spuntano gli ultimi compiti: decidere su due delicate richieste di grazia. Veri e propri dilemmi morali. Che si intersecano, in maniera apparentemente inestricabile, con la sua vita privata. Mosso dal dubbio, dovrà decidere. E, con grande senso di responsabilità, è quel che farà questo grande Presidente della Repubblica Italiana.

L’amore e le sue articolate diramazioni sono viste e vissute attraverso gli occhi di questo protagonista.

Mariano De Santis ama la moglie che non c’è più, la figlia e il figlio e le loro distanze generazionali, ama il diritto penale che ha studiato per tutta la vita. Mariano De Santis, dietro il suo aspetto serio e rigoroso, è un uomo d’amore.

"La Grazia - afferma il regista - è un film sul dubbio. E sulla necessità di praticarlo, soprattutto in politica, soprattutto oggi, in un mondo dove i politici si presentano troppo spesso col loro ottuso pacchetto di certezze che provocano solo danni, attriti e risentimenti, minando il benessere collettivo, il dialogo e la tranquillità generale. Mariano De Santis è un uomo mosso dal dubbio".

La Grazia è un film su un dilemma morale. "Concedere o meno la grazia a due persone che hanno commesso degli omicidi in circostanze, però, forse, perdonabili. Firmare o non firmare, da cattolico, una legge difficile sull’eutanasia.

Da ragazzo rimasi folgorato dal Decalogo di Kieślowski. Un capolavoro tutto incentrato sui dilemmi morali. La trama delle trame. L’unico intreccio davvero appassionante. Più di un thriller. Non penso di essermi neanche minimamente avvicinato all’altezza del genio di Kieślowski, alla profondità con cui affrontava i temi morali, ma ho sentito la necessità di farlo comunque, in un momento storico in cui l’etica, alle volte, sembra essere opzionale, evanescente, opaca o comunque tirata troppo spesso in ballo solo per ragioni strumentali.

L’etica è una cosa seria. Tiene in piedi il mondo. E Mariano De Santis è un uomo serio".

Un film che pone diversi quesiti e che interroga direttamente le coscienze, aprendo lo sguardo su grandi temi.

La Grazia (Italia 2025)

Regia: Paolo Sorrentino

Cast: Toni Servillo, Anna Ferzetti, Orlando Cinque, Massimo Venturiello, Milvia Marigliano, Giuseppe Gaiani, Linda Messerklinger, Vasco Mirandola

Sceneggiatura: Paolo Sorrentino

Fotografia: Daria D’Antonio

Montaggio: Cristiano Travaglioli

Scenografia: Ludovica Ferrario

Nell’aria calma e legnosa di un istituto penitenziario isolato tra montagne e boschi, si muove Elisa, trentacinquenne, da dieci anni rinchiusa per un crimine tanto efferato quanto inspiegabile: l’omicidio della sorella maggiore, seguita dall’eliminazione del corpo tra le fiamme. Anni di silenzio, memoria dichiarata assente, nessun movente chiaro emerso dalle indagini. Dopo aver raccontato in Ariaferma il fragile equilibrio tra detenuti e guardie, Leonardo Di Costanzo ora sceglie di indagare la ferita al centro della detenzione, spostando lo sguardo dal contorno al cuore della colpa.

Una storia profondamente umana, sulle seconde occasioni, quella raccontata da Paolo Virzì nel suo nuovo film, Cinque secondi. Uno sguardo ironico e toccante quello che il regista toscano utilizza per narrare la vita dei suo protagonisti.

Andrew Blake è un ricco uomo d’affari britannico, segnato dalla perdita della moglie. Contro il parere dell’amico Richard, torna in Francia al castello dove si erano innamorati. Un ricordo in flashback, girato con eleganza al Château de Bois-Cornillé, restituisce la magia di quel primo incontro.

Qui nasce il malinteso che muove la trama: Blake crede di aver prenotato una stanza come ospite, ma l’annuncio della padrona di casa, Nathalie Beauvillier, cercava in realtà un maggiordomo. Il castello è in difficoltà economiche e lei, con l’aiuto della governante Odile, vuole trasformarlo in una dimora con camere in affitto.

Con Breve storia di una famiglia, il regista cinese Lin Jianjie firma un esordio sorprendente, presentato in anteprima mondiale al Sundance Film Festival 2024. Il film, a metà tra dramma familiare e thriller psicologico, esplora con sguardo lucido le fragilità emotive e i contrasti sociali della Cina post-politica del figlio unico, tracciando un ritratto intimo di una famiglia della media borghesia il cui equilibrio apparente viene incrinato dall’arrivo di un outsider.


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