di Ilvio Pannullo

Analizzando con attenzione il piano di risanamento imposto, in questi giorni, al Congresso americano, si può cogliere un’agghiacciante analogia con la celebre scena epica narrata nel romanzo di J.R.R. Tolkien: quando, cioè, Sauron, l'Oscuro Signore di Mordor, il potente spirito del Male de Il Signore degli Anelli che fa da antagonista al racconto, forgiò tra le fiamme del monte Fato l’Unico Anello: “Una banca per domarli, Una banca per ghermirli e nel buio incatenarli”. Spiace per i fans, ma il paragone è decisamente calzante; non tanto e non solo per l’oscurità del piano che in questi giorni ha ormai visto la luce in terra americana, quanto piuttosto per la cupidigia e l’avidità di potere delle menti che lo hanno partorito, in questo figure reali e drammaticamente simili al Grande Occhio di fantastica creazione.

di Ilvio Pannullo

Per pochi voti, il Congresso Usa non ha approvato il piano di salvataggio proposto da Bush. E' l'ultima grande sconfitta politica per l'amministrazione e le sue ricette economiche. Del resto, oltre ai cadaveri politici, la crisi dei mutui sub-prime continua a lasciarsi alle spalle cadaveri finanziari svuotati oramai di ogni valore. La prima a cadere fu la Nothern Rock, nel dicembre del 2007 in Inghilterra, cui seguì il salvataggio pilotato della banca d’investimenti Bearn Stearns da parte di JP Morgan. Era il marzo di quest’anno. C’é stato poi il fallimento della Lehman Brothers e della nazionalizzazione da 200 miliardi di dollari dei due colossi dei mutui, Fannie Mae e Freddie Mac, la più imponente da quando gli USA sono una nazione. La crisi ha poi travolto, dando così al mondo intero il segno lampante della sua natura strutturale, anche il settore assicurativo, come mostrato dal salvataggio del colosso AIG, costato al governo USA 85 miliardi di dollari, e dalle ingenti perdite registrate dalla Swiss Re, la prima società al mondo, per capitalizzazione, nel settore riassicurativo.

di Mario Braconi

“Dato che sono un economista, dovrei avere qualcosa di intelligente da dire sulla crisi [finanziaria], ma la verità è che non ci ho capito niente”: così Steven Levitt, autore del geniale best seller “Freakonomics”. E non si può dargli torto: quale economista, infatti, sarebbe stato in grado di prevedere che il debito complessivo degli Stati Uniti, che nel 1980 valeva già il 163% del Prodotto Interno Lordo, avrebbe raggiunto nel 2007 l’astronomico livello del 346% del PIL? Avremmo creduto qualcuno che profetizzasse un mercato finanziario basato sulla creazione e sulla negoziazione di strumenti finanziari di cui, ad un dato punto, è impossibile determinare il valore?

di Elena Ferrara

Da un lato le montagne di “rifiuti alimentari” che nelle periferie delle città sono spesso l’unica forma di nutrimento per schiere di affamati; dall’altro l’assenza tragica di cibi in grado di salvare dalla morte milioni di persone. E’ in questo contesto che la Fao sbatte in prima pagina un dato allarmante: tra il 2005 e il 2007 è aumentato di 75 milioni il numero di quanti soffrono la fame. Si arriva, pertanto, a sfiorare il miliardo di persone che “vivono” sotto il livello di sussistenza. L’aumento della “fame nel mondo” raggiunge livelli impressionanti. Perchè in un biennio appena si è compiuto il maggior aumento in questo senso mai verificato. Secondo la Fao la principale causa di questa “escalation alimentare” è da attribuire all'impennata dei prezzi delle materie prime agricole. "La fame - dice il direttore generale della Fao, Jacques Diouf - aumenta mentre il mondo diventa più ricco e produce più cibo di quanto ne abbia prodotto nell'ultimo decennio”.

di Marco Montemurro

L’ultimo investimento degli sceicchi non è passato inosservato. La squadra di calcio Manchester City è stata comprata dalla società di investimento Abu Dhabi United Group per 250 milioni di euro. La stampa britannica ha parlato molto della recente acquisizione, poiché all’arrivo dei nuovi proprietari ha fatto seguito un altro evento straordinario, l’acquisto del giocatore Robinho per la cifra di 40 milioni di euro, la somma più alta mai pagata per un trasferimento nel calcio inglese. Il gruppo di Abu Dhabi non si limiterà solo a sanare i debiti della società, è intenzionata a comprare presto i migliori giocatori per formare la squadra più forte del mondo. L’artefice dell’investimento è il giovane Sulaiman Al Fahim, amministratore delegato della società di costruzioni Hydra Property. “Nei prossimi quattro mesi rinforzeremo il City in modo tale da renderlo irriconoscibile”, così ha dichiarato il nuovo presidente. Nessun acquisto sembra ora impossibile per il club calcistico più ricco del mondo.


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