di Carlo Musilli

Alla fine ha ceduto. Dopo quattro mesi d’agonia, ormai la “liberale Olanda” è andata. I cristiano-democratici riuniti in congresso hanno votato a favore di un’alleanza di governo con il Pvv di Geert Wilders, il nuovo alfiere della xenofobia, del populismo, dell’anti-islamismo europeo. Per i cittadini olandesi davvero democratici e liberali, quello che si è realizzato è il peggiore degli scenari possibili. Il governo, infatti, sarà composto dai liberal-conservatori del Vvd e dai cristiano-democratici del Cda, a cui il Pvv (che sta per “Partito per la libertà”, non è uno scherzo) si limiterà a dare il suo appoggio esterno. Questo significa che Wilders eserciterà un potere enorme senza alcuna responsabilità. Si troverà nella posizione più comoda a cui un uomo politico possa aspirare.

E di concessioni il Pvv ne ha già ottenute parecchie. In cambio del sostegno, il governo si è travestito da babbo natale e ha esaudito tutti i desideri che Geert aveva scritto nella letterina. Tra i provvedimenti razzisti figurano il divieto di indossare il burqa e le limitazioni per l’utilizzo del velo da parte di alcune categorie d’impiegati pubblici che abbiano la disgrazia di essere musulmani. Gli immigrati dovranno poi sostenere un “esame d’integrazione” per ottenere il passaporto, che comunque sarà ritirato a chi commetterà un crimine entro cinque anni dal rilascio del documento. Gli imam più radicali, invece, saranno espulsi senza tanti sofismi.

Non basta. Il governo si è impegnato anche a tagliare 18 miliardi di spesa pubblica, innalzare l’età pensionabile da 65 a 66 anni, aumentare i fondi agli anziani diminuendoli agli immigrati. Già che c’era, Geert, che evidentemente ha il gusto del grottesco, ha chiesto anche la nascita di un corpo di polizia per il benessere degli animali, l’elevazione della velocità massima in autostrada a 130 chilometri orari, l’abolizione del divieto di fumare nei piccoli caffè e la trasformazione dei coffee shop in club privati con restrizioni all’ingresso. Bei tempi, quando ci si limitava alla vecchia valigetta piena di banconote non segnate e non consecutive.

Come siamo arrivati a questo? Il disastro è iniziato con le elezioni politiche del 9 giugno scorso, quando il partito cristiano-democratico, dominatore degli ultimi 70 anni di politica olandese, ha perso la metà dei deputati (da 41 a 21) ed è passato da prima a quarta forza del Paese. Al contempo, il Pvv ha triplicato i suoi voti, arrivando a quota 1,5 milioni. Che in Olanda vuol dire essere il terzo partito.

L’exploit dell’estrema destra nazionalista, dalle tendenze anti-europeiste o euroscettiche, secondo l’eufemismo che si preferisce, è in gran parte spiegabile con la situazione da incubo delle casse olandesi. Per evitare l’implosione del sistema finanziario, nel 2008 lo Stato ha investito 80 miliardi di Euro, il 14% del Pil. Da allora il rapporto debito/Pil è cresciuto di 19 punti percentuali. Ce n’era abbastanza da giustificare l’ultima finanziaria “pane e cipolla” che gli olandesi hanno dovuto subire.

Risultato: il prossimo sarà il primo governo di minoranza dal dopoguerra, il più sbilanciato a destra degli ultimi decenni. E una bella fetta di potere sarà in mano a un personaggio come Wilders. Conosciamolo meglio. Geert da lunedì sarà processato per aver realizzato nel 2008 “Fitna”, un film che vorrebbe essere contro il fondamentalismo islamico e in realtà è contro l’Islam, un po’ come il suo regista. Una pellicola per intenditori: teste mozzate, linciaggi, attentati terroristici, imam esaltati che esortano a punire gli infedeli. Un testo sacro e spirituale come il Corano viene deliberatamente manipolato e paragonato al Mein Kampf di Hitler.

In questi giorni Geert è stato in visita in Germania, dove ha partecipato al convegno del movimento Die Freiheit (“La Libertà”, ancora!), che aspira a creare un partito nazionale simile al Pvv. Dal suo profetico pulpito, il messia olandese ha deliziato la folla di razzisti con teorie di rara profondità. Ad esempio: “Uno spettro s’aggira per l’Europa, lo spettro dell’islamizzazione”. Ad essere precisi era assai diversa, ma andiamo avanti: “La Germania ha bisogno di un partito che difenda la sua identità nazionale, la sua prosperità, la sua democrazia, il suo successo economico, e si opponga deciso all’islamizzazione”. La sua è un’ossessione: “L’Islam è una minaccia alla libertà!”. Alla fine, però, il messia si tradisce: “L’ideologia politica dell’Islam non è moderata, non lo sarà mai!”. E la tua, Geert?      
   

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