L’ultima elezione locale in Germania prima del voto federale previsto per l’autunno ha regalato nel fine settimana una relativa soddisfazione ai cristiano-democratici (CDU) della cancelliera Angela Merkel. Le dimensioni del successo nello stato orientale della Sassonia-Anhalt sono state sorprendenti, visto che i sondaggi della vigilia indicavano un testa a testa con l’estrema destra dell’Alternativa per la Germania (AfD). L’appuntamento con le urne ha anche segnato una nuova pesante batosta sia per i socialdemocratici (SPD) sia per il Partito della Sinistra (Die Linke), le cui prospettive in vista del voto di settembre appaiono sempre meno rosee.

 

In Sassonia-Anhalt, la CDU ha superato quota 37%, con un incremento di oltre 7 punti percentuali rispetto alle elezioni del 2016 in questo stato. A differenza di quanto avevano previsto quasi tutte le indagini sulle intenzioni di voto, i cristiano-democratici hanno messo un divario di oltre 16 punti tra loro e la AfD, scesa dal 24,3% a poco meno del 21% negli ultimi cinque anni. Il partito dell’ultra-destra tedesca, pur restando a livelli preoccupanti, ha quindi visto svanire le speranze di ottenere per la prima volta il maggior numero di consensi in una competizione a livello statale.

I risultati di domenica sono stati accolti con euforia dalla leadership della CDU, a conferma della natura inaspettata dell’affermazione. Il numero uno dei parlamentari cristiano-democratici, Ralph Brinkhaus, non ha avuto dubbi sull’effetto benefico che il successo di queste dimensioni in Sassonia-Anhalt potrebbe avere sulle elezioni federali. I media tedeschi hanno poi equiparato l’esito della consultazione in questo stato dell’ex Germania Est con quello nel Saarland di quattro anni fa, quando la CDU vinse ugualmente a sorpresa a pochi mesi dal voto nazionale, nel quale si sarebbe confermata come prima forza politica.

L’entusiasmo del partito della Merkel non è in ogni caso del tutto giustificato, anche se al momento l’ipotesi che la CDU rimanga il primo partito a livello federale dopo il voto di settembre sembra essere quella più probabile. Nelle precedenti elezioni statali, la CDU aveva infatti ottenuto risultati tutt’altro che convincenti, come nel Baden-Württemberg e nella Renania-Palatinato. Per quanto riguarda il voto in Sassonia-Anhalt, ci sono poi alcuni fattori da considerare nel giudicare la prestazione dei cristiano-democratici.

La discrepanza nella quantità di consensi andati alla AfD tra i sondaggi e i risultati ufficiali indica per cominciare uno spostamento dei voti a favore della CDU per impedire lo sfondamento dell’estrema destra proprio davanti alla minaccia prospettata dalle rilevazioni di opinione. Il partito che governa a Berlino e a Magdeburgo, la capitale della Sassonia-Anhalt, è diventato in altre parole il punto di riferimento per quegli elettori che, sia pure orientati a esprimersi in maniera diversa, hanno avuto come priorità quella di escludere la Afd dal governo dello stato o, quanto meno, di impedire che diventasse il primo partito.

Questa dinamica ripropone la questione dei limiti fisiologici di un partito xenofobo e ultra-nazionalista in un paese che ha vissuto la tragedia del nazismo. Ciò è innegabile anche negli stati dell’ex Germania Est, dove l’impatto delle politiche neo-liberiste è stato particolarmente duro e ha prodotto un clima sociale che ha beneficiato l’estrema destra, vista da un numero consistente di elettori disorientati della “working-class” come possibile alternativa al sistema tradizionale di potere. La AfD resta comunque forte nella Sassonia-Anhalt, ma è improbabile che questi numeri potranno essere ripetuti a livello federale. Secondo i sondaggi, in questo momento il partito di estrema destra sarebbe attestato attorno al 12% su base nazionale.

Va inoltre ricordato come il premier dello stato con i livelli di povertà più alti di tutta la Germania, il cristiano-democratico Reiner Haseloff, abbia conservato una discreta popolarità soprattutto per la capacità di capitalizzare una certa opposizione alla gestione della pandemia del governo federale. Ancora di più, al suo successo può avere contribuito una campagna elettorale impostata in buona parte sulla battaglia contro la AfD e sui ripetuti avvertimenti agli elettori che un voto per qualsiasi partito diverso dalla CDU sarebbe stato in pratica un voto a favore dell’estrema destra.

I riflessi nazionali delle elezioni in Sassonia-Anhalt sono dunque tutti da verificare. È comprensibile tuttavia che la CDU abbia colto la palla al balzo per provare a trasformare il successo di domenica in un trampolino di lancio in vista di settembre. Il partito della Merkel sta attraversando un periodo di profonda crisi a causa dell’annunciata uscita di scena della cancelliera e delle divisioni interne tra moderati e fautori di una svolta verso destra. La recente scelta del candidato alla guida del governo, Armin Laschet, ha lasciato strascichi all’interno dello schieramento conservatore, dopo che in molti chiedevano una scelta più coraggiosa con la nomina del leader della CSU, nonché premier della Baviera, Markus Söder, ritenuto uno dei politici più popolari in Germania e accostabile per molti versi alla galassia del populismo di destra.

Laschet, al contrario, continua a essere accusato di non avere il necessario carisma per far recuperare alla CDU i consensi persi negli ultimi anni e di volere proseguire sulla linea centrista della Merkel. Che lo stesso candidato cancelliere possa essere il problema per il centro-destra tedesco a settembre è confermato anche dal fatto che il suo gradimento in Sassonia-Anhalt, dove la CDU ha appena incassato il 37% dei consensi, è dato attorno al 18%. Davanti a Laschet, c’è la candidata dei Verdi e, addirittura, quello della SPD.

Proprio il risultato fatto segnare nel fine settimana dai Verdi è l’altro elemento che fa ben sperare la CDU. Anche se nei “Länder” orientali i Verdi non hanno mai raggiunto i livelli dell’occidente, la crescita in Sassonia-Anhalt è stata decisamente inferiore alle aspettative (dal 5% al 6%). I numeri dei Verdi sembrano comunque riflettere in qualche modo il rallentamento a livello nazionale. Dopo la nomina della candidata alla cancelleria, Annalena Baerbock, i sondaggi avevano dato per un certo periodo i Verdi al di sopra anche della CDU. Resta il fatto che in Sassonia-Anhalt l’appeal verde era destinato a restare limitato, soprattutto per il modesto tasso di urbanizzazione dello stato e a causa della perdita di posti di lavoro nell’industria del carbone, che qui gioca un ruolo di rilievo.

Le notizie peggiori sono arrivate domenica per la SPD e Die Linke. I socialdemocratici continuano il trend negativo generale dovuto al discredito tra il loro elettorato di riferimento sostanzialmente per l’abbandono ormai anche formale di qualsiasi velleità progressista, suggellato dalla partecipazione agli ultimi due governi di “grande coalizione” con la CDU e la CSU. La speranza della SPD per settembre sembra essere quella di limitare l’emorragia di consensi in modo da conservare un peso tale da essere considerata come partner minoritario di governo anche per i prossimi quattro anni.

Per quanto riguarda il Partito della Sinistra, i risultati in Sassonia-Anhalt hanno decretato una perdita di quasi un terzo dei consensi rispetto al 2016, arretrando fino all’11%. Per Die Linke si tratta del peggior risultato di sempre in questo stato e preannuncia un calo anche nella ex Germania dell’Est, dove finora era stata spesso in grado di intercettare una fetta importante del voto di protesta. Anche per questo partito le aspettative per settembre non lasciano spazio all’ottimismo, con l’ipotesi dell’ingresso in un futuro governo con Verdi e SPD ormai quasi irrealizzabile.

Un’ultima indicazione utile per il voto federale potrebbe infine arrivare dalla composizione del nuovo esecutivo statale della Sassonia-Anhalt. Le trattative tra i vari partiti entreranno nel vivo a breve e la coalizione che ne uscirà potrebbe essere un precoce esperimento di quanto accadrà in autunno a Berlino. Secondo la maggior parte dei commentatori, la CDU potrebbe valutare come prima opzione un governo con i Verdi e la SPD oppure sempre con i Verdi e il Partito Liberal Democratico (FDP).

Quest’ultimo, dopo il crollo seguito all’esperienza di governo a livello federale con la CDU (2009-2013), sta dando segnali di ripresa ed è tornato nel parlamento statale della Sassonia-Anhalt per la prima volta dopo dieci anni. Anche il FDP potrebbe entrare così in gioco nei negoziati post-voto nel mese di settembre, in particolare se la prossima coalizione di governo a Berlino finirà per guardare prevalentemente verso destra.

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