di Mariavittoria Orsolato

La cuccagna del digitale è finita: niente più frequenze gratuite per le emittenti televisive e soprattutto niente più beauty contest. Lo ha annunciato ieri a Repubblica il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, sottolineando che i multiplex per la trasmissione in digitale andranno all'asta e saranno venduti a pacchetto. Finalmente al migliore offerente e non ai soliti noti.

Una notizia che non giunge del tutto inaspettata. Lo scorso dicembre, a ridosso dell'insediamento del nuovo governo tecnico, la Femi (Federazione dei media digitali indipendenti) ed Altroconsumo avevano mandato una lettera di diffida proprio a Passera, ricordandogli che il sistema dell'asta avrebbe fruttato alle casse statali diversi miliardi di euro. La diffida - predisposta dagli avvocati Guido Scorza, Carmelo Giurdanella, Elio Guarnaccia, Dario Reccia e Francesca Bilardo - era stata notificata anche alla Commissione Europea, all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, all’Autorità Garante della concorrenza e del Mercato ed all’Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici, invitandole ad esercitare i poteri di controllo e di vigilanza di propria competenza.

Cosi, a nove giorni dalla scadenza della “pausa di riflessione” che il governo Monti si era preso per esaminare il meccanismo d'assegnazione escogitato pro domo Berlusconi, Passera si è infine deciso a decretare la morte del beauty contest, individuando il percorso per assegnare i multiplex di frequenza. ''La prossima asta - spiega - sarà fatta di pacchetti di frequenze con durate verosimilmente diverse'' e una delle ipotesi è che la banda larga 700 (2 o 3 multiplex dei 6 totali in palio) venga aggiudicata per un periodo di tre anni, da qui al 2015, quando è previsto lo spostamento di reti dalle tv all'accesso a Internet. Il resto dei multiplex dovrebbe poi essere assegnato per un periodo più lungo a imprese puramente televisive.

La nuova linea decisa dall'esecutivo Monti dovrà passare il vaglio dei partiti ma dal momento che già a dicembre Partito Democratico, Italia dei Valori e Lega Nord avevano presentato ordini del giorno alla manovra presentati che chiedevano esplicitamente di annullare il beauty contest indetto dal precedente esecutivo (e avallato dall'Agcom), l'unico vero ostacolo alle Camere potrebbe essere  rappresentato dal Pdl di Berlusconi.

Con la svolta decisa da Passera, il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri pensa già a contrattare la diminuzione del canone per le frequenze che, sulla base del fatturato, costa all’azienda 32 milioni l’anno. Mediaset chiede infatti un cambiamento dei relativi criteri di calcolo e non è escluso che possa partecipare all’asta della banda larga, arrivando così a un risparmio di 96 milioni di euro in 3 anni. Se questa sarà l'ennesimo esempio di do ut des all'italiana, ce lo diranno il tempo e le votazioni alle Camere.

A dare il via libera definitivo al nuovo corso saranno comunque le autorità europee: dall'annosa querelle tra Rete4 e Europa7, Bruxelles tiene d'occhio il mercato televisivo nostrano e ribadisce a suon di multe la necessità di intervenire in direzione di una maggiore concorrenza. Già oggi il commissario per l'Agenda Digitale Neelie Kroes sarà a Roma per discutere delle nuove strategie coi ministri Profumo e Passera, e avrà sicuramente modo per dire la sua sulla nuova procedura di assegnazione. Anche in materia di telecomunicazioni, dunque, il suggello dell'Unione Europea è condizione necessaria per procedere.

Per quanto riguarda i tempi, si parla di prima dell'estate, per ciò che concerne la definizione delle caratteristiche dell'asta da parte dell'Autorità competente. Secondo Mediobanca, nelle casse dello Stato potrebbero entrare 1-1,2 miliardi di euro, mentre le stime precedenti si aggiravano intorno ai 2,4 miliardi.

A fare la differenza sarà sicuramente la base d'asta. Altra variabile interessante è la partecipazione di Sky: la pay tv si era chiamata fuori dal beauty contest, lamentando una gestione poco chiara della faccenda, ma giunti a questo punto il network di Murdoch potrebbe rientrare in gioco.

L'odissea delle frequenze tv pare dunque essere giunta al suo tanto sospirato epilogo. La vecchia procedura del beauty contest - un regalo da quasi due miliardi di euro che l'arbitro Berlusconi ha deciso di elargire a se stesso poco prima dell'allontanamento coatto dal palazzo e in barba al disperato bisogno di liquidità delle casse statali - può definirsi definitivamente archiviata.

Pin It

Altrenotizie.org - testata giornalistica registrata presso il Tribunale civile di Roma. Autorizzazione n.476 del 13/12/2006.
Direttore responsabile: Fabrizio Casari - f.casari@altrenotizie.org
Web Master Alessandro Iacuelli
Progetto e realizzazione testata Sergio Carravetta - chef@lagrille.net
Tutti gli articoli sono sotto licenza Creative Commons, pertanto posso essere riportati a condizione di citare l'autore e la fonte.
Privacy Policy | Cookie Policy