Nell’indifferenza della politica che conta, un’europarlamentare francese di 31 anni inchioda la Commissione europea alle sue responsabilità sulla gestione dei vaccini. Si chiama Manon Aubry e in patria milita nel partito La France Insoumise, mentre a Bruxelles è copresidente del gruppo parlamentare della Sinistra Unitaria Europea. Qualche giorno fa, durante la seduta plenaria del Parlamento Europeo, ha impiegato quattro minuti a demolire Ursula von der Leyen.

 

“Non ci andrò leggera, signora Presidente - l’avvertimento d’apertura - ho una domanda importante per lei oggi: come ha potuto la Commissione europea inchinarsi così davanti alle aziende farmaceutiche? Nel gestire la strategia sui vaccini, ho la sensazione, onorevole von der Leyen, che i leader di Big Pharma abbiano fatto la legge per lei”.

In particolare, Aubry punta il dito contro l’opacità sulle trattative e sui contratti: “Nonostante le richieste del Parlamento, non è stata fornita alcuna informazione sui negoziati. Solo tre contratti sono stati resi pubblici grazie alla pressione dei nostri cittadini. E si presentano così, per chi non li avesse visti”, continua l’eurodeputata, sventolando un documento quasi interamente ricoperto da omissis. “Tutte le informazioni più importanti, come il prezzo, il programma delle consegne e le clausole di responsabilità sono nascoste. Per gli altri contratti bisognerà attendere che i laboratori si degnino di pubblicarli. Perché sì, sono loro che decidono”.

Quanto alle consegne, in tutta Europa i ritardi delle case farmaceutiche hanno creato il caos e praticamente nessun calendario è stato rispettato. “Ma ovviamente non c’è stata alcuna sanzione – sottolinea Aubry – Perché sì, sono i laboratori che decidono”. E ancora, sui brevetti, “stesso scandalo. I vaccini sono stati sviluppati con miliardi di euro di denaro pubblico, ma i brevetti rimangono di proprietà esclusiva delle grandi case farmaceutiche. Risultato: gli Stati non possono produrre su vasta scala le dosi di cui il mondo ha così tanto bisogno”.

L’obiettivo, naturalmente, è accumulare utili: Pfizer, ricorda la parlamentare europea, ha realizzato un fatturato di 15 miliardi con margini del 20-25%, mentre “Sanofi non è riuscita a trovare un vaccino, ma ha trovato il modo di tagliare 400 posti di lavoro nella ricerca, salvo poi distribuire dividendi per 4 miliardi di euro. I laboratori tirano fuori lo champagne. Perché sì, sono loro che decidono”.

Fin qui, la cronaca. “Un’ammissione d’impotenza, signora von der Leyen – commenta poi Aubry, rivolgendosi direttamente alla numero uno dell’Esecutivo comunitario – Non spetta a noi, qui, in quest’Aula, stabilire la legge? Siamo capaci d’imporre restrizioni senza precedenti alle libertà dei nostri cittadini, ma non siamo in grado di fissare le regole per i colossi farmaceutici? La Commissione deve renderne conto”.

Per questa ragione il gruppo della Sinistra del Parlamento europeo chiede di creare una commissione d’inchiesta: “Abbiamo il diritto di sapere – conclude l’eurodeputata – Dopotutto, questi vaccini sono stati pagati con i nostri soldi e l'equazione deve essere lineare: denaro pubblico, contratti pubblici, brevetti di pubblico dominio. È semplice. Riprendiamo il controllo dei laboratori, togliamo la salute dal mercato e consideriamo finalmente i vaccini come un bene comune dell'umanità. Non come un bancomat per gli azionisti”.

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