Ogni guerra porta con sé un certo grado di degenerazione cognitiva, che a sua volta produce, tra tanta immondizia, alcune aberrazioni in stile orwelliano. La fine che ha fatto il Copasir è un esempio perfetto di questo fenomeno. Nato nel 2007 dalle ceneri del Copaco, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica avrebbe il compito di controllare, a nome delle camere elette dal popolo, l’operato dei servizi segreti. A quanto pare, invece, ora il Copasir si è messo a fare tutt’altro, e cioè a indagare sui privati cittadini che osano dissentire dal governo in tema di guerra e relazioni internazionali.

 

È un chiaro abuso - che snatura il ruolo stesso del Comitato - e se la stampa italiana fosse davvero libera, autorevole e indipendente non potrebbe che stigmatizzare un comportamento del genere. Purtroppo, però, ci tocca leggere il Corriere della Sera, che non solo sposa in pieno la linea del Copasir, ma la rilancia e la amplifica in pompa magna, accendendo il rogo per gli eretici.

La scorrettezza dell’operazione è evidente. Al di là del ruolo ricoperto dai singoli dissidenti (accademici, giornalisti, influencer e via elencando), la tattica prevede di gettare nello stesso calderone gli ignoranti improvvisati e le persone preparate, i pupazzi egoriferiti in cerca di notorietà e gli analisti seri. L’obiettivo è screditare i secondi attraverso i primi, in modo da picconare la credibilità di qualsiasi opinione divergente dalla vulgata.

Non solo. Una volta compattato artificialmente il campo avverso (che in realtà comprende opinioni e persone agli antipodi, accomunate solo dal fatto di non condividere le posizioni più diffuse), per scatenargli contro l’opinione pubblica con la massima violenza possibile occorre attribuirgli il ruolo di cattivo. E non parliamo di generica ostilità, ma proprio del villain cinematografico, che trama nell’ombra per far trionfare le forze del male. Un po’ come la Spectre, l’organizzazione criminale combattuta da James Bond.

Ed è così che sul Corriere arriviamo a leggere frasi del genere: “La rete filo-Putin è ormai una realtà ben radicata in Italia, che allarma gli apparati di sicurezza perché tenta di orientare, o peggio boicottare, le scelte del governo. E lo fa potendo contare su parlamentari e manager, lobbisti e giornalisti”.

Ora, è chiaro che la Russia abbia una rete di propaganda: ce l’hanno anche l’Ucraina, la Nato e gli Usa (e spesso si sovrappongono). È però ridicolo, per non dire grottesco, ricondurre a questa rete qualsiasi opinione sia in disaccordo con il governo Draghi o l’amministrazione Biden. Ed è esattamente questo il giochetto del Corriere della Sera.

Ad esempio: “Quello degli ucraini bollati come «neonazisti» è un filone molto battuto dai sostenitori di Putin”. Con questa frase, il quotidiano milanese lascia intendere che, trattandosi di un argomento usato dalla propaganda russa, allora debba essere necessariamente falso. Il che significa negare la realtà, perché l’influenza dei gruppi militari neonazisti in Ucraina (il Battaglione Azov, ma non solo) è evidente a chiunque osservi i fatti senza pregiudizi.

O ancora: la tesi secondo cui le sanzioni europee contro la Russia si ritorceranno pesantemente contro l’Ue non è certo da putiniani – la sostengono diversi economisti e centri d’analisi occidentali – ma il Corriere si limita a sottolineare che “viene periodicamente rilanciata dal «noto giornalista e diffusore di disinformazione» Cesare Sacchetti, che sul suo canale Telegram conta oltre 60mila iscritti”. Cioè, invece di analizzare un problema complesso, lo si smonta attribuendolo a un singolo, con tanto di nome, cognome e pagella del Copasir. Una sorta di parodia del maccartismo.

Infine, l’invio delle armi all’esercito ucraino. È forse questo il vero capolavoro del Corriere, che si lancia in difesa di Mario Draghi: “Non in mio nome è il motto rilanciato su decine di profili filorussi dell’estrema destra, che spesso si incrociano con negazionisti del Covid e no vax, per contestare a Palazzo Chigi di aver spedito le armi senza il consenso del popolo italiano”. Come dire che, se osi contestare questa posizione di sua maestà Draghi, non puoi che essere allo stesso livello dell’estrema destra, dei negazionisti del Covid o dei no-vax. Perché le persone serie, preparate e perbene non si sognerebbero mai di pensarla diversamente. Giusto?

Pin It

Altrenotizie.org - testata giornalistica registrata presso il Tribunale civile di Roma. Autorizzazione n.476 del 13/12/2006.
Direttore responsabile: Fabrizio Casari - f.casari@altrenotizie.org
Web Master Alessandro Iacuelli
Progetto e realizzazione testata Sergio Carravetta - chef@lagrille.net
Tutti gli articoli sono sotto licenza Creative Commons, pertanto posso essere riportati a condizione di citare l'autore e la fonte.
Privacy Policy | Cookie Policy