Trump-GB, sudditi e complici

di Mario Lombardo

L’accoglienza con tutti gli onori riservata nel Regno Unito al presidente americano Trump contrasta fortemente con le proteste che stanno accompagnando la sua seconda visita di stato in questo paese dopo quella, altrettanto controversa, del 2019. La stampa ufficiale, nell’analizzare la trasferta di due giorni dell’inquilino della Casa Bianca, ha insistito sulla distanza presumibilmente...
> Leggi tutto...

IMAGE
IMAGE

Kirk: dall’omicidio alla repressione

di Michele Paris

L’assassinio di settimana scorsa in un campus universitario dello Utah dell’attivista trumpiano di estrema destra, Charlie Kirk, sta diventando la giustificazione per una nuova stretta repressiva dei diritti democratici in America e di un’autentica caccia alle streghe tra gli oppositori dell’amministrazione repubblicana. Senza attendere dettagli più precisi sugli (eventuali) orientamenti politici e sulle motivazioni del presunto responsabile, il 22enne Tyler Robinson, molti esponenti del partito del presidente e membri del suo stesso governo lo hanno classificato come un “radicale di sinistra”, denunciando automaticamente il dilagare della violenza negli Stati Uniti per opera di individui riconducibili a questi ambienti. È...
> Leggi tutto...

di Carlo Musilli

Ne parlano da quando hanno memoria, ma stavolta il traguardo è a portata di mano e non serviranno scudi né spade per raggiungerlo. Dopo tre secoli di convivenza forzata con i cugini inglesi, gli scozzesi sono a un passo dall'indipendenza. Secondo un sondaggio realizzato da YouGov per il Sunday Times e pubblicato a meno di due settimane dal referendum del 18 settembre, i secessionisti hanno più che rimontato il gap iniziale e sono ora in vantaggio sugli unionisti, seppur di misura (51 contro 49%).

E' la prima volta che da un'indagine emerge una percentuale a favore della scissione: la stessa fonte ricorda che i divisionisti, dati al 47% appena cinque giorni fa, hanno recuperato in un mese un distacco di circa 22 punti percentuali. E' vero, un sondaggio non fa primavera, e considerando il margine d'errore statistico oggi siamo al pareggio virtuale. Eppure il clima di assoluta incertezza è più che sufficiente a scatenare  il terrore politico a Londra.

Pur di evitare la débacle, ieri George Osborne, ministro britannico delle Finanze, ha promesso il trasferimento alla Scozia di maggiori poteri in caso di bocciatura della causa indipendentista: "Nei prossimi giorni - ha annunciato Osborne - arriverà un piano di azione che concederà maggiori poteri alla Scozia, più poteri sulle tasse, sulla spesa e sul welfare".

Un'avance subito rispedita al mittente dal primo ministro di Edimburgo, che è anche leader dello Scottish National Party (Snp): "Stanno cercando di corromperci - ha tuonato Alex Salmond - ma non funzionerà, perché non sono più credibili. Ho sempre pensato che potessimo vincere. Ora i sondaggi sono molto incoraggianti".

Stando al Sunday Times, inoltre, la regina Elisabetta II in persona è "preoccupata" per l'esito del referendum. Il timore a Buckingham Palace è che l’eventuale vittoria dei secessionisti dia il via a una crisi costituzionale, minacciando il ruolo della corona al vertice dello Stato scozzese.

Ma al di là delle cariche e delle tradizioni, quali sarebbero le principali conseguenze economiche della divisione? Un primo dubbio riguarda la valuta: la Scozia indipendente continuerebbe a usare la sterlina? Secondo Salmond sì, creando una specie di "Sterlinozona" sul modello dell'Eurozona, oppure in via informale, come si fa con l’euro in Kosovo.

Sul versante dei conti pubblici, è assai complicato ipotizzare come sarebbe spartito il debito. Da alcune simulazioni risulta che, scorporando anche il prodotto interno lordo scozzese, il rapporto debito-Pil del resto del Regno Unito rischierebbe di salire di oltre dieci punti percentuali.

Londra potrebbe ricordare come la Scozia abbia ricevuto trasferimenti dallo Stato centrale che hanno contribuito non poco ad aumentare il debito britannico. Edimburgo, da parte sua, potrebbe chiedere che dalla propria quota di debito vengano scomputate le tasse che il Regno Unito ha raccolto sull’estrazione del petrolio scozzese.

Già, a chi andrebbe il petrolio del Mare del Nord? L’Istituto nazionale della ricerca economica e sociale inglese calcola che alla Scozia indipendente spetterebbe il 91% dei ricavi legati all’oro nero.

La questione sarebbe però sicuramente al centro d'interminabili negoziati, considerando che fino a oggi la maggior parte degli investimenti su pozzi e piattaforme è arrivata dal governo britannico o dal colosso British Petroleoum.

Infine, quelli che secondo The Economist sarebbero i problemi numero uno per una Edimburgo separata da Londra: sanità e pensioni. Poiché i giovani scozzesi emigrano verso l'Inghilterra, nei prossimi anni il rapporto fra lavoratori e pensionati calerà in Scozia, mentre aumenterà in Inghilterra. D'altro canto, per quanto riguarda la salute, uno studio pubblicato dall'Ocse colloca la qualità della vita scozzese fra le ultime tre d’Europa.

Chi pagherà questi conti, se non Londra? Salmond parla di un fondo sovrano che investa sui mercati finanziari, come in Norvegia. E' probabile che su questo punto si giocherà la battaglia per l'ultimo voto.

Pin It

Altrenotizie su Facebook

altrenotizie su facebook

 

 

ter2

Il terrorismo contro Cuba
a cura di:
Fabrizio Casari
Sommario articoli

 

Derby d'Italia bianconero

di Francesco Midaglia

Nella terza giornata del Campionato di Serie A, il derby d’Italia catalizza tutte le attenzioni. La 241° edizione di una delle rivalità più accese del nostro calcio, va alla Juventus di Tudor in una partita ricca di pathos e emozioni fino all’ultimo, quando un gol del neoentrato Adzic regala il 4 3 e i 3 punti ai...
> Leggi tutto...

IMAGE

Altrenotizie.org - testata giornalistica registrata presso il Tribunale civile di Roma. Autorizzazione n.476 del 13/12/2006.
Direttore responsabile: Fabrizio Casari - f.casari@altrenotizie.org
Web Master Alessandro Iacuelli
Progetto e realizzazione testata Sergio Carravetta - chef@lagrille.net
Tutti gli articoli sono sotto licenza Creative Commons, pertanto posso essere riportati a condizione di citare l'autore e la fonte.
Privacy Policy | Cookie Policy