di Fabrizio Casari

Prima lezione della seconda giornata: per effetto di due vittorie in due giornate, il Chievo dei miracoli è primo in classifica. La medaglia é dovuta, visto che è andato a Genova a battere una delle squadre che giocano il miglior calcio e l’ha fatto rimontando il gol di Destro che aveva portato in vantaggio i rossoblù. La squadra con il budget stipendi più basso della serie A, proprio nei giorni dell’annunciato sciopero dei calciatori, non può non rappresentare anche un fatto simbolico.

E passando ai miliardari, non a caso, arriva la seconda lezione: un conto è sbruffoneggiare davanti ai microfoni, un altro è vincere sul campo. Non ha decisamente risposto alle attese, infatti, la partita del Milan. Doveva essere il Milan galattico, con il quartetto delle meraviglie, quello che vincerà tutto, la più forte del mondo e la maglia più bella del mondo. Due settimane di giaculatorie a reti unificate.

Poi però ci si sveglia dal sogno mediatico, si viaggia qualche oretta in pullman e si vanno a prendere due pappine secche dal Cesena. Mica il Real Madrid, il Barcellona o il Bayern Monaco: il Cesena. Che corre, gioca un ottimo calcio ed ha giocatori capaci di mettere in difficoltà chiunque. Ficcadenti sarà anche scarsamente titolato, ma capisce di calcio e sa mettere in campo una squadra senza prime donne ma con qualità sufficiente. E, per la prima volta nella sua storia e, certo, momentaneamente, si trova seconda in classifica insieme a squadre ben più titolate.

Diversamente da quanto pensavano i cavallini microfonati del cavaliere, né Ibrahimovic, ne Robinho, né Pato, né Ronaldinho sono decisivi per trasformare il Milan in una squadra vincente. Al Milan manca qualità in difesa ed equilibrio e centrocampo; se manca Nesta, infatti, la difesa fa acqua da tutte le parti e se Pirlo viene ammansito i rifornimenti avanti non arrivano. Poi, se anche Ibrahimovic si mangia un rigore, diventa chiaro che dev’essere arrivato stanco al tiro: tanti proclami lo devono aver stremato. Provate voi, ogni anno con una maglia diversa a dire sempre la stessa cosa: uno strazio, poveraccio...

E’ ovviamente presto per dare un giudizio definitivo, ma difficilmente i rossoneri potranno schierare i loro gioielli contemporaneamente, perché quando il Milan ha il pallone tutto sembra possibile, ma quando lo hanno gli altri la sinfonia diventa un suono sinistro. La somma di campioni (veri o presunti) non fa una squadra e gli acquisti elettorali di fine mercato non restituiscono il sorriso a Berlusconi.

Non meno pesante il tonfo della Roma, altra compagine da tutti indicata come protagonista del mercato estivo, visto l’arrivo di Borriello, la riconferma di Burdisso e Adriano e Simplicio. In attesa degli ultimi due, fermi ai box, la vera assenza della Roma è sembrato il carattere. Se poi si aggiunge la follia agonistica di Burdisso che squarcia la gamba di Conti entrando a piedi uniti e l’uscita dal campo di Totti, uno tra i 22 che calcavano l’erba di Cagliari in grado di cambiare il match, allora tutto diventa più complicato.

Ma il fatto che Burdisso perda la testa (e non è la prima volta: do you remember Valencia?) e che la Roma vada in svantaggio e resti in dieci per più di un’ora, non dovrebbe però necessariamente significare vedere il Cagliari maramaldeggiare. Sembra che la Roma, che pure resta indubbiamente una squadra di assoluto valore, non riesca - quest’anno come quelli passati - a capitalizzare; non riesca cioè a ribaltare svantaggi momentanei, come se prendere un gol confermasse il timore di non essere imperforabile e rendesse la squadra molle. Ranieri dovrà lavorare molto, ma il materiale ce l’ha. Se l’ambiente lo lascia in pace, i risultati arriveranno.

L’Inter, da tutti considerata (giustamente) in ritardo di condizione, riesce invece a portare a casa i tre punti, pur faticando non poco contro un’Udinese veloce e aggressiva, semmai sciupona in attacco. Ma Benitez dovrà capire in fretta che le sue proposte di gioco fatto di maggior possesso palla, difesa più alta non sono nel DNA della squadra plasmata da Mourinho. Cambiasso è sembrato fuori forma e fuori posizione e Milito é scandalosamente fuori forma; un reset della loro posizione in campo e quelli evidenziati risulteranno certamente problemi momentanei. Il rientro prima di Maicon e Santon, poi di Thiago Motta, consegnerà un'altra squadra al campionato. Ma tra pochi giorni riparte la Champions: meglio darsi da fare. I lamenti per i mancati acquisti li abbiamo registrati, ora è il momento di far svanire con le vittorie i fantasmi dello Special One.

E straordinaria sembra anche la vittoria del Brescia sul Palermo, come pure il successo del Lecce sulla Fiorentina, che senza Jovetic sembra davvero poca cosa. Mihaijlovic deve ancora trovare la formula per trasferire il suo carattere alla sua squadra. Che dev’essere rimasto un po’ a Catania, visto che è andata a vincere a Parma, per quanto soffrendo. E nel big-match della giornata, quello di Torino, la Juventus operaia ha chiuso il match con la Sampdoria sul 3 a 3, dopo aver rischiato di vincerlo per una buona porzione di gioco. Due gol bianconeri in sospetto fuorigioco indicano che la Juve è tornata, ma uno straordinario Cassano insegna che il periodo d’oro del ragazzo di Bari vecchia continua. La Lazio offre finalmente una vittoria ai suoi tifosi: rotonda e meritata, pur se maturata solo nel finale. Il Bologna visto con l’Inter rischia di essere un caso isolato, mentre la lotta per non retrocedere rischia di diventare una pericolosa abitudine.

 

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