di redazione

Chi finge che la lotta scudetto riservi ancora qualche emozione o è uno juventino scaramantico o ha troppa fantasia. Le parate di Buffon e la magia di Pirlo hanno archiviato anche la praica Marassi, con il Genoa battuto e la classifica ulteriormente migliorata, sia in assoluto che relativamente alla distanza con le inseguitrici. E così, per l'ennesimo anno, il nostro Campionato offre qualche ragione d'interesse solo per quanto riguarda la corsa all'Europa League, a meno di non volersi appassionare alla gara fra Roma e Napoli per chi si sorbirà i preliminari di Champions. Poca cosa, ma bisognerà accontentarsi, visto che la decadenza finanziaria, atletica e tecnica della Serie A pare ormai inarrestabile.

Ad oggi, il più bel duello della nostra massima serie è quello fra Inter, Parma e Fiorentina: tre squadre per soli due posti nell'ex Coppa Uefa. I nerazzurri aprono le danze nel weekend e si portano a 47 punti grazie a una vittoria convincente sul temibilissimo campo del Verona. Gli uomini di Mazzarri passano 2-0 trascinati da una prestazione stupefacente dell'ex bidone Jonathan, autore di un bell'assist per Palacio e di un gol brutto ma divertente (la difesa non riesce a liberare, Johnny tira tre volte e alla fine insacca di mancina). Ma la vittoria della Fiorentina sul Chievo tiene comunque il biscione a 11 punti.

Ancora più sorprendente il Parma di Donadoni, che non sbaglia più un colpo: il 4-2 rifilato al Milan in quel di San Siro non è solo un'altra umiliazione cocente per Seedorf & Company, ma anche il 16esimo risultato utile consecutivo dei gialloblu, una striscia che ha fruttato 34 punti sui 46 finora messi in cascina dagli emiliani.

Gli ultimi sono tra i più belli: a Milano la partita si apre con una doppietta di Cassano (primo gol su rigore, con espulsione di Abbiati), prosegue con il pareggio dei rossoneri (testa di Rami, penalty di Balotelli) e finisce con il gol di tacco di Amauri e il colpo di grazia di Biabiany. Un trionfo per il Parma, una debacle per il Milan (fermo a 35 punti), che in estate dovrà rifondare la squadra, magari chiedendosi se non sia il caso di avere come guida tecnica un allenatore invece di un centrocampista.

In settima posizione si rivede la Lazio, che vincendo 2-0 sul Cagliari si porta a 41 punti e supera il Verona. I biancazzurri reagiscono alla sconfitta subita per mano dell'Atalanta all'Olimpico e archiviano al Sant'Elia la quarta vittoria esterna della stagione. Lulic e Keita bucano per due volte al centro la difesa dei sardi, che rimangono così a quota 29. Sempre a metà classifica, poco sotto i capitolini, continua a risalire la china l'Atalanta, capace di seppellire 3-0 in casa la Sampdoria (reti di Carmona, Bonaventua e Denis) e di staccarla così in classifica: 37 punti per i bergamaschi, 34 per i blucerchiati.

In coda alla classifica fa rumore il 3-1 del Sassuolo contro il Catania (in gol Berghessio, Zaza, Missiroli e Sansone), che consente ai neroverdi di arrivare a 21 punti, lasciando l'ultima posizione proprio ai siciliani (20 punti). Altro risultato fondamentale in chiave salvezza è il 2-1 del Livorno sul Bologna. Nonostante chiudano la partita in 9 contro 11, i toscani riescono a incamerare tre punti vitali: salgono a quota 24 e, scavalcando di un punto proprio i rossoblù, si portano momentaneamente fuori dalla zona retrocessione.

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