di Roberta Folatti

Un cinema fatto di colori e sapori

Dopo “Caramel”, un altro film di un regista arabo, arabo-francese per la precisione, che descrive dall’interno uno spaccato familiare di grande autenticità. Siamo a Marsiglia, nella zona del porto, dove la gente vive di pesca e di lavori legati ai cantieri navali. Ma la precarietà aumenta, e anche chi credeva di avere un posto sicuro finisce per dover sottostare alle nuove regole di flessibilià. In poche parole o accetta di essere sfruttato o se ne deve andare. Slimane è in questa situazione, ha lavorato duramente tutta una vita e a sessant’anni si ritrova a decidere se accettare turni e stipendio decurtato o, come gli consigliano i figli, tornare al paese d’origine a fare il “pensionato”. Un specie di esilio al contrario, che lo obbligherebbe di nuovo a lasciare gli affetti e una terra in cui ha messo radici.
Cous Cous è la storia di Slimane: quest’uomo un po’ spento, col volto segnato dalle fatiche, si reinventa la vita, rischiando tutto per investire in un sogno. Lo fa con l’aiuto e l’appoggio di Rym, la figlia della sua compagna, una ragazza caparbia ma estremamente sensibile. Ma il vero fascino del film di Abdellatif Kechiche sta nella vivida descrizione di un ambiente, di un’atmosfera, nel ritratto di una grande famiglia di immigrati arabi, in cui convivono caratteri, approcci, sentimenti diversissimi, in cui ci si scontra e ci si sostiene e dove anche l’ironia ha un posto importante. Basta vedere la scena in cui i figli prendono in giro benevolmente la madre, moglie separata di Slimane, insinuando che è ancora innamorata di lui. E lei brandisce scherzosamente le carte mai firmate del divorzio. In realtà, malgrado la presenza della nuova compagna, Souad si dimostrerà subito disponibile ad aiutare l’ex marito nell’avventura imprenditoriale. Tutta la famiglia si butterà a capofitto nel progetto, anche se qualcuno lo farà con maggior superficialità, rischiando di mandare tutto all’aria...
La bravura di Kechiche si manifesta soprattutto nelle scene corali, in particolare in quella del pranzo a base di cous cous di pesce, che è la grintosa, irresistibile specialità di mamma Souad. Sembra di sentirne l’odore, vien voglia di essere uno dei commensali e di celebrare con loro un rito che li unisce, li fa ritrovare. Un rito anche molto sensuale.
La danza del ventre finale di Rym, in contemporanea con la corsa disperata di Slimane, si scolpisce con forza nell’immaginario dello spettatore.

Cous Cous (Francia, 2007)
Regia: Abdellatif Kechiche
Sceneggiatura: Abdellatif Kechiche
Fotografia: Lubomir Bakchev
Scenografia: Benoit Barouh
Cast: Habib Boufares, Hafsia Herzi, Faridah Benketache, Bouraouia Marzouk
Distribuzione: Lucky Red




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